Domenica 3 settembre il leader della Lega Nord Matteo Salvini è stato ospite al forum di Cernobbio, il congresso economico internazionale organizzato dalla società di consulenza The European House – Ambrosetti che si tiene ogni anno sul Lago di Como.
In un intervento di circa un quarto d’ora, pubblicato più tardi sulla sua pagina Facebook, Salvini ha presentato alcuni punti del suo programma di governo, parlando di tassazione e natalità, di cittadinanza e sanzioni alla Russia.
Tra le sue dichiarazioni, ce n’è stata una sulle proposte di riforma della legge sulla cittadinanza: e cioè che già oggi l’Italia è il Paese europeo che concede più cittadinanze (e dunque, nel ragionamento politico di Salvini, non è necessario riformare la legge). Vediamo se è vero.
Quanti nuovi italiani ogni anno?
Salvini fa riferimento alla “legislazione vigente”. La legge principale che oggi regola l’acquisizione della cittadinanza in Italia ha circa venticinque anni (n. 91 del 5 febbraio 1992): in precedenza erano in vigore disposizioni che sopravvivevano dal 1912, come spiega un ottimo approfondimento del servizio studi della Camera sulla proposta di legge sul cosiddetto ius soli.
Come riassume il Ministero dell’Interno, attualmente si è italiani per nascita (o per adozione) da genitori italiani, secondo il principio dello ius sanguinis dunque, oppure per matrimonio, o ancora se si risiede in Italia da almeno dieci anni e si possiedono alcuni requisiti.
Sul numero delle nuove cittadinanze, il dato dei 202 mila nuovi italiani nel 2016 è confermato dall’Istat. A fine 2016, l’istituto di statistica ha pubblicato un rapporto sui cittadini extra-UE residenti in Italia, che si occupa anche delle nuove acquisizioni di cittadinanza.
L’Istat sottolinea alcuni cambiamenti in atto. Primo: i cittadini non comunitari che ogni anno diventano italiani sono sempre più numerosi e sono quadruplicati in cinque anni, da meno di 50 mila nel 2011 agli oltre 200 mila del 2016. Secondo: le acquisizioni per matrimonio sono in calo costante sul totale, mentre aumentano quelle di chi ottiene la cittadinanza perché risiede da molto tempo nel nostro Paese. Infine, i nuovi italiani sono in larga parte giovani: “il 42% di coloro che hanno acquisito la cittadinanza italiana nel 2015 ha meno di venti anni”, scrive l’Istat.
Fonte: Istat, Cittadini non comunitari: presenza, nuovi ingressi e acquisizioni di cittadinanza, 29 settembre 2016, p. 10
Tra le cittadinanze di origine, due comunità presenti da molto tempo in Italia come quella albanese e marocchina contavano nel 2015 per oltre il 40 per cento del totale e distanziavano parecchio tutte le altre nazionalità di partenza. Se questo dato può non stupire, vale la pena notare che un’altra comunità “storica” come quella cinese sembra invece molto meno interessata alla cittadinanza italiana, ponendosi nel 2015 solo al 19° posto.
Fonte: Istat, Cittadini non comunitari: presenza, nuovi ingressi e acquisizioni di cittadinanza, 29 settembre 2016, p. 10
Anche il Ministero dell’Interno fornisce ogni anno statistiche molto dettagliate sulla cittadinanza, all’interno del suo Annuario statistico. Il più recente è stato pubblicato a maggio 2017, in cui la sezione sulla cittadinanza si riferisce ai dati del 2015.
Vediamo ora se questi numeri ci mettono al primo posto in Europa.
Il confronto europeo
Il confronto europeo è al momento possibile, in base ai dati Eurostat, fino al 2015: quell’anno l’Italia è stata prima tra i Paesi UE, con 178 mila nuovi cittadini, davanti al Regno Unito (118 mila) e alla Spagna (114 mila).
Consultando i siti istituzionali stranieri, è assai probabile che, per il secondo anno consecutivo, anche nel 2016 l’Italia sia al primo posto della classifica: il Regno Unito si è fermato a 149 mila nuovi cittadini, mentre per la Spagna i dati sono disponibili fino al primo semestre del 2016, quando le acquisizioni sono state 92 mila. Lontana dai numeri italiani la Francia, con 119 mila nuovi cittadini, e la Germania, con 107 mila.
È un primato recente: se guardiamo agli ultimi dieci anni, l’Italia non è mai stata in testa alla classifica – fino appunto al 2015. Negli anni precedenti il primo posto era stato della Spagna (2013-2014), del Regno Unito (2006-2007; 2009-2012) e della Francia (2008).
Il verdetto
Matteo Salvini ha dichiarato che l’Italia ha il record europeo di nuove cittadinanze, con 202 mila naturalizzazioni nel 2016. Il numero è corretto, e così anche il record: l’Italia è in prima posizione dal 2015 e tutto fa pensare che lo sia stata anche nel corso dell’anno successivo. “Vero” per il leader della Lega Nord.