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I repubblicani negli Stati Uniti non hanno sempre portato “anni di pace”, come dice Salvini

| 25 marzo 2024
La dichiarazione
«Gli anni di governo dei repubblicani a Washington sono sempre coincisi con anni di pace e di prosperità»
Fonte: YouTube | 23 marzo 2024
ANSA/ANGELO CARCONI
ANSA/ANGELO CARCONI
Verdetto sintetico
La dichiarazione del leader della Lega è scorretta.
In breve
  • Solo per citare alcuni esempi, dal 2001 in poi il presidente repubblicano George W. Bush ha iniziato le guerre in Afghanistan e in Iraq. Suo padre, anche lui repubblicano, iniziò la guerra del Golfo nel 1991. TWEET
Il 23 marzo, intervenendo all’evento Winds of change organizzato dal suo partito, il leader della Lega Matteo Salvini si è augurato che Donald Trump vinca le elezioni presidenziali statunitensi di novembre 2024. «Mancano pochi mesi a una grande occasione di rilancio di pace, giustizia e benessere anche negli Stati Uniti», ha detto Salvini, che ha giustificato la sua posizione dicendo che quando gli Stati Uniti sono stati governati dai repubblicani, ci sono sempre stati «anni di pace e di prosperità». 

Salvini ha fatto (min. 10:47) una dichiarazione simile il giorno dopo, nel suo intervento di chiusura della “Scuola di formazione politica” della Lega. «Mi auguro con tutto me stesso» che «tornino a governare i repubblicani negli Stati Uniti, perché quando governano i democratici c’è guerra», ha detto il vicepresidente del Consiglio. Già più di due anni fa Salvini aveva sostenuto la stessa tesi: «Guarda caso, quando governano i repubblicani negli Stati Uniti viviamo anni di pace, quando vincono i democratici, che teoricamente sono i pacifisti di sinistra, boom! E partono le bombe, riparte la guerra», aveva detto il leader della Lega a giugno 2022 ospite di Dritto e rovescio su Rete 4.

Mettendo da parte il riferimento agli «anni di prosperità», un’espressione vaga e generica, abbiamo controllato se è vero che i presidenti repubblicani degli Stati Uniti non hanno mai iniziato o portato avanti guerre, come sostiene Salvini. In breve: quello che dice il leader della Lega non è vero.

Le guerre dei presidenti repubblicani

Due delle guerre principali che hanno visto coinvolti gli Stati Uniti dal 2000 in poi sono state la guerra in Afghanistan e la guerra in Iraq.

Entrambi i Paesi sono stati invasi dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, rispettivamente nel 2001 e nel 2003, quando il presidente degli Stati Uniti era George W. Bush. Bush è stato il quarantatreesimo presidente degli Stati Uniti, è stato eletto presidente per due mandati consecutivi, dal 2001 al 2009, ed è un rappresentante del Partito Repubblicano. Bush è il figlio di George H. W. Bush, altro presidente repubblicano che ha governato gli Stati Uniti dal 1989 al 1993. Nel 1991 Bush ha dato il via alla guerra del Golfo, in risposta all’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq, guidato da Saddam Hussein. Hussein è stato poi catturato nel 2003, durante la guerra in Iraq, ed è stato giustiziato tre anni più tardi. 

Secondo i numeri del Dipartimento della Difesa statunitense, nella guerra in Iraq sono morti oltre 4.400 soldati statunitensi, mentre nella guerra in Afghanistan i morti tra i soldati statunitensi sono stati più di 2.300. Per avere un ordine di grandezza, la sola guerra in Afghanistan è costata agli Stati Uniti più di 2.300 miliardi di dollari. Secondo le stime del Watson Institute for International and Public Affairs della Brown University (Rhode Island), ai quasi 7 mila militari statunitensi morti nelle due guerre vanno aggiunti anche più di 250 mila civili rimasti uccisi nei bombardamenti e negli scontri. 

Andando indietro nel tempo, anche altri presidenti repubblicani hanno iniziato conflitti o mandato truppe statunitensi in altri Paesi, come mostra un dettagliato report del Congressional Research Service, un centro di ricerca del Congresso degli Stati Uniti. Uno degli esempi più famosi è quello del 1983, quando il presidente repubblicano Ronald Reagan ordinò l’invasione e l’occupazione di Grenada, un’isola dei Caraibi, per rovesciare il governo del militare Hudson Austin.

Negli scorsi anni è stato lo stesso Donald Trump, in varie occasioni, a sostenere di essere stato l’unico presidente degli Stati Uniti in più di 70 anni a non essere coinvolto in «nessuna guerra». Le cose però non stanno così, come ha spiegato lo scorso gennaio un fact-checking del Washington Post. Per esempio il democratico «Jimmy Carter, presidente dal 1977 al 1981, non solo non dichiarò mai formalmente guerra né chiese al Congresso l’autorizzazione all’uso della forza durante la sua presidenza, ma i registri militari mostrano che non un solo soldato morì in azioni ostili durante la sua presidenza», ha sottolineato il Washington Post. Da parte sua, Trump ha intensificato l’intervento militare statunitense in Iraq e in Siria, contro i terroristi dell’Isis, e a gennaio 2020 ha ordinato l’uccisione del potente generale iraniano Qasem Soleimani, morto dopo essere stato colpito da un attacco missilistico statunitense. Un paio di mesi prima, a ottobre 2019, un attacco missilistico statunitense aveva ucciso in Siria l’allora leader dell’Isis Abu Bakr al-Baghdadi.

Il verdetto

Secondo Matteo Salvini «gli anni di governo dei repubblicani a Washington sono sempre coincisi con anni di pace e di prosperità». Quello che dice il leader della Lega non è corretto. 

Solo per citare alcuni esempi, dal 2001 in poi il presidente repubblicano George W. Bush ha iniziato le guerre in Afghanistan e in Iraq. Suo padre, anche lui repubblicano, iniziò la guerra nel Golfo nel 1991. 

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