Il tema del reddito di cittadinanza è caro al M5S, che non perde occasione per sottolineare l’arretratezza dell’Italia in questo ambito. Vediamo i dettagli.
Reddito di cittadinanza: siamo soli?
Abbiamo già analizzato in passato una affermazione molto simile di Grillo (qui). Riassumendo in breve, il reddito di cittadinanza non esiste in alcuno Stato membro dell’Unione Europea. Lo scorso giugno è fallito in Svizzera un referendum che proponeva l’introduzione di questa misura.
Quello che esiste invece in quasi tutti i Paesi europei (e che in realtà propone il M5S) è il reddito minimo garantito. La differenza? Il reddito minimo garantito (rmg) prevede “accertamenti su reddito e patrimonio di chi lo domanda” ed è quindi selettivo rispetto ai beneficiari, mentre, il reddito di cittadinanza (rdc) è un reddito di base che “non è subordinato a un accertamento delle condizioni economiche e patrimoniali dell’individuo” e ha come unico prerequisito la cittadinanza.
Come spiega lo European Minimum Income Network, l’Italia è uno dei pochi Paesi a non avere una politica di reddito minimo garantito a livello nazionale. Esistono schemi di assistenza a livello regionale ma limitatamente a sette regioni e le province di Trento e Bolzano. Anche in Spagna il reddito minimo garantito non esiste a livello nazionale ma tutte le regioni hanno adottato delle misure. La Grecia, invece, fa compagnia al nostro Paese: per ora è stato avviato solo un programma pilota che ha coinvolto 13 Comuni. L’Ungheria, dove mancava in precedenza, ha iniziato a sviluppare uno schema negli ultimi anni.
Gli inattivi
Come osserva Di Maio, l’Italia è il primo Paese europeo per numero di inattivi.
Per effettuare un confronto più sensato, guardiamo alla percentuale di inattivi sul totale popolazione. Anche qui l’Italia si classifica al primo posto, insieme alla Romania, con 35,8% nel primo trimestre 2016.
Verdetto
Se da un lato l’elevato numero di inattivi renderebbe ancora più onerosa la costituzione di un reddito di cittadinanza, dall’altro Di Maio sembra suggerire che tale misura sia prioritaria da attuare. Al di là delle considerazioni di fattibilità (rimandiamo ad alcune interessanti riflessioni qui e qui), il vice presidente della Camera cita correttamente i livelli di inattività nel nostro Paese mentre fa confusione tra il concetto di reddito di cittadinanza e di reddito minimo garantito.