Dal 10 al 12 marzo, i sostenitori di Matteo Renzi si sono ritrovati allo spazio fieristico del Lingotto di Torino. L’intervento di apertura è stato proprio dell’ex Presidente del Consiglio, che ha toccato molti punti e tra questi quanto sia cambiato il mondo rispetto a dieci anni fa, quando – nel giugno del 2007 – Walter Veltroni lanciò il progetto del nascente Partito Democratico.
Tra le cose che sono cambiate, ha detto Renzi, c’è la classifica delle società più grandi del mondo: allora dominavano il petrolio e le auto, oggi la classifica sarebbe invece interamente occupata da “quelle che gestiscono l’intelligenza organizzata”. Quest’ultima espressione è piuttosto opaca, ma Renzi si riferisce alle aziende della new economy (poco dopo nomina AirBnB).
Quali sono le aziende più grandi del mondo?
Renzi, però, ha torto, se guardiamo alle classifiche più comuni. Per prima cosa, bisogna intendersi su quali siano le aziende “principali”. La classifica Global 500 della rivista Fortune, per esempio, si basa sul fatturato.
Quella di oggi assomiglia abbastanza a quella di dieci anni fa. Nella top ten troviamo diverse società petrolifere – dalla China National Petroleum (#3) alla Royal Dutch Shell (#5), dalla Exxon Mobil (#6) alla BP (#10) – e al secondo posto un’altra società del settore dell’energia, la State Grid cinese. Il primo posto è del gigante della distribuzione Wal-Mart, e l’unica società del settore tecnologico è Apple, in nona posizione (l’anno scorso non era nella lista). Con 233 miliardi di dollari, il fatturato della società californiana è meno della metà della prima in classifica Wal-Mart, che supera i 480 miliardi.
Negli ultimi dieci anni, le società del settore energetico hanno sempre fatto la parte del leone: grandi compagnie petrolifere come Exxon, BP e Royal Dutch Shell occupavano cinque posizioni nel 2007, ma sette tra 2012 e 2015. È più corretto il particolare che riguarda l’industria delle auto, che in effetti ha perso posizioni: nella classifica del 2007 si trovavano ai primi posti General Motors (#3), Chevron (#4) e Ford (#7), mentre oggi restano a rappresentare il settore solo Volkswagen (#7) e Toyota (#8).
La classifica di Forbes (e il valore in borsa)
Un’altra classifica, Global 2000 della rivista Forbes, si basa invece su un punteggio composto da profitti, fatturato, valore di mercato e assets. Anche in quel caso i giganti tecnologici non compaiono nella top 10 con l’eccezione di Apple (in ottava posizione), mentre sono ancora rappresentate le società petrolifere (Exxon Mobil, #9) e quelle automobilistiche (Toyota, #10). Nella classifica di Forbes hanno molto più peso le società di servizi finanziarie, che hanno spesso assets di alcune migliaia di miliardi e di conseguenza occupano le prime sette posizioni.
In un caso particolare, invece, Renzi ha meno torto: se consideriamo la capitalizzazione di mercato – cioè in sostanza quanto vale il totale delle azioni. Questa misura è naturalmente molto variabile, visto che dipende dalle oscillazioni quotidiane del mercato.
Ad agosto del 2016, l’Economist scrisse che in quella classifica si trovavano ai primi posti Apple (#1), Alphabet (#2, la società di Google), Microsoft (#3), Amazon (#6) e Facebook (#7), ma a fianco di queste cinque resiste la petrolifera Exxon Mobil (#5). Dieci anni fa, come riportato ancora dall’Economist, nella top ten c’erano ben sei società del settore energetico contro le due di oggi (l’altra, oltre a Exxon, è General Electric), ma nessuna automobilistica. E Microsoft faceva già parte del gruppo di testa, al quarto posto.
Nella classifica in base alla capitalizzazione di mercato, insomma, le società tecnologiche hanno sicuramente mostrato grandi successi. Un report di PWC sulle più grandi società quotate a livello globale registra infatti che tra 2015 e 2016 le prime tre per crescita di mercato sono state Alphabet (Google), Amazon e Microsoft.
Il verdetto
Matteo Renzi si lascia prendere un po’ la mano sul palco del Lingotto e dice che dieci su dieci tra le “principali aziende” del mondo appartengono al settore tecnologico, mentre nel 2007 la classifica era dominata dalle società automobilistiche e petrolifere. In realtà, le classifiche più comuni vedono allora come oggi una maggioranza di società del settore energetico, con una scarsa presenza dei giganti del web. I quali però occupano cinque posti su dieci nella classifica delle società per capitalizzazione di mercato (cioè per il valore totale delle azioni) e in borsa hanno mostrato in effetti grandi risultati negli ultimi anni. Ma i fatti che cita Renzi sono parecchio imprecisi. “Nì” per l’ex Presidente del Consiglio.