L’ex presidente del Consiglio ed ex presidente della Commissione europea Romano Prodi è stato intervistato il 9 novembre dalla Stampa riguardo le elezioni americane, che da ultimo hanno decretato la vittoria del candidato democratico Joe Biden.
Tra le altre cose, Prodi ha sostenuto che Trump abbia avuto molti più voti in questa elezione rispetto a quella precedente, da lui vinta, nel 2016 e questo dimostrerebbe la sua capacità di intercettare un «qualcosa di profondo che sta dentro l’anima americana».
Inoltre la narrazione secondo cui il presidente uscente ha pagato per la gestione della Covid-19 contrasterebbe con il fatto che Trump abbia vinto «in 9 dei 10 Stati più segnati dal virus».
Al di là delle opinioni espresse da Prodi, andiamo a verificare se i dati che cita l’ex presidente del Consiglio siano corretti o meno.
I voti per Trump, nel 2016 e nel 2020
Donald Trump nelle elezioni del 2016 aveva ottenuto quasi 63 milioni di voti (62.984.828). Meno della candidata democratica Hillary Clinton, che ne aveva ottenuti poco meno di 66 milioni (65,853.514), ma visto il funzionamento del sistema elettorale americano – per cui sono decisive le vittorie nei collegi elettorali dei singoli Stati e non il voto complessivo – Trump era comunque risultato vincitore.
Nelle elezioni del 2020, la mattina italiana del 9 novembre Trump risulta aver ottenuto – secondo le proiezioni della Cnn, relative a uno spoglio dei voti che non si è ancora concluso – quasi 71 milioni e 200 mila voti. Meno degli oltre 75 milioni e 500 mila voti raccolti da Biden, ma più di quanto non ne avesse ottenuti nel 2016. Le elezioni del 2020 sono state infatti quelle con la maggiore affluenza degli ultimi decenni.
Trump in particolare, sempre secondo le proiezioni della Cnn, avrebbe ottenuto nel 2020 oltre otto milioni e 200 mila voti in più rispetto al 2016. Un aumento del 13 per cento che, soprattutto per un candidato perdente, non sembra sbagliato considerare una «enormità», come fa Prodi.
Gli Stati più colpiti dalla Covid-19 negli Usa
Passiamo ora al secondo dato citato da Prodi, quello dei dieci Stati americani più «segnati» dalla pandemia che in nove casi hanno visto la vittoria locale di Donald Trump. Non è immediatamente chiaro cosa intenda Prodi con il termine «segnati» ma possiamo fare delle ipotesi.
Guardiamo per prima cosa ai dieci Stati più colpiti in termini di contagi – in totale, a partire dal 21 gennaio quando fu scoperto il primo caso negli Usa – in rapporto alla popolazione. Questi all’8 novembre risultano essere Nord Dakota (7.145 casi ogni 100 mila persone), Sud Dakota (6.118/100.000), Wisconsin (4.773/100.000), Iowa (4.730/100.000), Nebraska (4.271/100.000), Mississippi (4.242/100.000), Alabama (4.142/100.000), Idaho (4.122/100.000), Utah (4.120/100.000) e Louisiana (4.114/100.000). Per dare un metro di paragone, in Italia all’8 novembre i contagi sono arrivati a essere nel complesso 1.552 per centomila abitanti (935.104 casi totali per una popolazione di 60 milioni e 245 mila abitanti circa).
Con l’eccezione del Wisconsin, dove ha vinto Biden, negli altri nove Stati risulta in effetti aver vinto Trump. In questo caso quindi Prodi avrebbe ragione.
Il dato in valore assoluto sui contagi rilevati è però un indicatore piuttosto parziale di quella che è la situazione in uno Stato. Se ad esempio guardiamo al numero dei decessi all’8 novembre, a sua volta potenzialmente imperfetto ma più significativo, la situazione cambia parecchio.
Al primo posto c’è New York City (il cui dato è disaggregato da quello del resto dello Stato di New York, che comunque entra nella top 10 degli Stati) con 286 decessi ogni 100 mila persone. Seguono New Jersey (184/100.000), Massachusetts (146/100.000), Connecticut (130/100.000), Louisiana (129/100.000), Mississippi (115/100.000), Rhode Island (115/100.000), District of Columbia (93/100.000), Arizona (85/100.000), Nord Dakota (84/100.000) e appunto lo Stato di New York (83/100.000). Per dare un metro di paragone anche in questo caso, il dato dell’Italia all’8 novembre è di 69 decessi ogni 100 mila abitanti (41.394 decessi totali su circa 60 milioni e 245 mila abitanti).
In questo caso, sette Stati su dieci di questa classifica sono stati vinti da Biden (o, come nel caso dell’Arizona, sembra comunque probabile una sua vittoria alla luce del vantaggio nei voti conteggiati). Gli unici tre ad essere attribuiti a Trump sono Louisiana, Mississippi e Nord Dakota.
Il verdetto
L’ex presidente del Consiglio Romano Prodi ha sostenuto, in un’intervista pubblicata il 9 novembre dalla Stampa, che Trump abbia preso una «enormità» di voti in più rispetto alle scorse elezioni e che abbia vinto in nove dei dieci Stati più segnati dalla pandemia di Covid-19.
La prima affermazione è corretta: secondo le proiezioni della Cnn Trump ha ottenuto nel 2020 oltre otto milioni e duecentomila voti in più rispetto alle elezioni del 2016 (un aumento del 13 per cento).
La seconda affermazione, nella vaghezza con cui è stata formulata da Prodi, è invece discutibile: se guardiamo ai contagi, è vero che nei dieci Stati con più casi (in rapporto alla popolazione), nove hanno dato la vittoria al presidente uscente. Ma guardare ai contagi è un criterio discutibile. Se guardiamo ai decessi – un criterio a sua volta non esente da limiti, ma meno impreciso di quello sui soli contagi – la “top 10” degli Stati cambia e di conseguenza risulta che in sette di questi abbia vinto (o stia probabilmente per vincere, come nel caso dell’Arizona) Biden.
Nel complesso per Prodi un “C’eri quasi”.
«Le agenzie di rating per la prima volta, due agenzie di rating, per la prima volta hanno rivisto in positivo le stime sull’Italia. Dal 1989 questa cosa è accaduta tre volte in Italia»
30 ottobre 2024
Fonte:
Porta a Porta – Rai 1