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Oltre 200 parlamentari hanno cambiato partito in questa legislatura

| 01 febbraio 2022
La dichiarazione
«Noi abbiamo avuto quasi 300 cambi di casacca in questo Parlamento»
Fonte: Mezz'ora in più – Rai 3 | 30 gennaio 2022
Ansa
Ansa
Verdetto sintetico
Vero
Il 30 gennaio, ospite a Mezz’ora in più su Rai 3, il segretario del Partito democratico Enrico Letta ha commentato (min. -0:52:45) le recenti elezioni del presidente della Repubblica, criticando più volte il fenomeno del cosiddetto “trasformismo parlamentare”, per cui i politici scelgono di cambiare schieramento in Parlamento. 

Secondo Letta, nell’attuale legislatura i “cambi di casacca”, ossia i cambi di gruppo parlamentare tra deputati e senatori, sono stati in totale «quasi 300». Abbiamo verificato e la statistica citata dal segretario del Pd è corretta. Più nel dettaglio, i cambi sono stati 282 e hanno riguardato 213 parlamentari: poco meno di uno ogni quattro.

Che cosa dicono i numeri

Secondo le rilevazioni di OpenParlamento – un progetto della fondazione Openpolis che raccoglie e monitora i dati ufficiali del Parlamento – in questa legislatura i cambi di gruppo parlamentare alla Camera sono stati 185 e hanno coinvolto 143 deputati. 

In ordine temporale, l’ultimo deputato ad aver cambiato schieramento è stato Maurizio Dall’Osso, che nel 2018 è stato eletto nel Movimento 5 stelle, per poi passare a Forza Italia, entrare in Coraggio Italia e ritornare, il 29 gennaio 2022, in Forza Italia. La deputata con il maggior numero di cambi (quattro in totale) è al momento Maria Teresa Baldini: eletta con Fratelli d’Italia, è poi passata al gruppo Misto, a Forza Italia, a Coraggio Italia e infine a Italia viva.

Rispetto a marzo 2018, mese di inizio della legislatura, il gruppo che ha perso più deputati è stato quello del M5s (-64), mentre il gruppo Misto è quello cresciuto di più (+31).

Nel corso di questa legislatura, i cambi di gruppo parlamentare al Senato sono stati invece 97, riguardando 70 senatori. Ad oggi il primatista per numero di cambi gruppo (cinque in totale) è Giovanni Marilotti: eletto con il Movimento 5 stelle, è poi transitato nel gruppo Misto, in quello delle Autonomie, nel gruppo Europeisti-Maie-Centro Democratico, di nuovo nel Misto mentre è ora nel Partito democratico. Anche a Palazzo Madama il M5s è il partito che ha perso più senatori da inizio legislatura (35), mentre il gruppo Misto è salito di 37 unità, il dato più alto. 

Ricapitolando: tra Camera e Senato, da inizio legislatura ad oggi i “cambi di casacca” sono stati 282 – i «quasi 300» a cui ha fatto riferimento Letta in televisione – e in totale i parlamentari coinvolti sono stati 213. Fino ad oggi, i 282 cambi sono il quarto dato più alto delle ultime sette legislature (dal 1994 in poi), mentre i 213 parlamentari coinvolti sono il secondo più alto, dopo la scorsa legislatura.

La questione dei regolamenti

Nella sua intervista televisiva, il segretario del Pd ha anche ribadito (min. -1:12:22) la necessità di modificare i regolamenti parlamentari per scoraggiare il trasformismo parlamentare. Già da diversi mesi, sia alla Camera sia al Senato, è in corso un dibattito per modificare i regolamenti interni delle due camere per rendere il loro funzionamento coerente con il taglio dei parlamentari, che dalla prossima legislatura passeranno da 945 a 600. Diversi articoli di entrambi i regolamenti contengono infatti riferimenti numerici (per esempio per le soglie di voto o la composizione delle commissioni) che con la riduzione di deputati e senatori rischiano di diventare squilibrati. 

Lo scorso 18 gennaio si è riunita la Giunta per il regolamento del Senato, dove è stato approvato un testo congiunto, presentato dai senatori Roberto Calderoli (Lega) e Vincenzo Santangelo (M5s), per introdurre alcune novità. Tra le altre cose, il nuovo regolamento – che sarà votato dalla Giunta, salvo imprevisti, entro la fine di febbraio – prevede alcune norme per scoraggiare (ma non vietare) i cambi di gruppo parlamentare. «In caso di nuova adesione, al gruppo di destinazione non verrà riconosciuto alcun incremento del budget economico, come invece avviene oggi, e in ogni caso sarà necessario l’assenso del nuovo capogruppo», ha spiegato Santangelo alla stampa il 18 gennaio. «In assenza di queste condizioni, il senatore fuoriuscito o espulso dal gruppo di appartenenza resterà non iscritto ad alcun gruppo, senza poter più andare al gruppo Misto e quindi dovendo rinunciare al supporto degli staff assunti dai gruppi».

Alla Camera, l’ultima convocazione per discutere del nuovo regolamento interno si è tenuta a fine ottobre 2021. Qui i due incaricati a proporre un testo congiunto sono stati i deputati Emanuele Fiano (Pd) e Simone Baldelli (Forza Italia), ma la scadenza della presentazione «entro i primi dieci giorni di dicembre scorso», come segnalavano fonti stampa a fine novembre 2021, non sembra essere stata rispettata.  Nelle modifiche proposte nei mesi scorsi dal M5s, c’è proprio una norma per scoraggiare il trasformismo: se un deputato a capo di una commissione decidesse di cambiare gruppo, dovrebbe poi decadere dal proprio ruolo.

Il verdetto

Secondo Enrico Letta, in questa legislatura nel Parlamento ci sono stati «quasi 300» cambi di gruppo. È vero: il numero preciso è 282, con il coinvolgimento di 213 parlamentari.

Da marzo 2018 ad oggi, alla Camera 143 deputati hanno deciso di cambiare gruppo, per un totale di 185 cambi, mentre al Senato i senatori coinvolti sono stati 70, con 97 cambi.

Sia a Montecitorio sia a Palazzo Madama procedono le trattative per modificare i regolamenti interni e adeguarli al taglio dei parlamentari, che entrerà in vigore dopo le prossime elezioni. Tra le altre cose, è molto probabile che i nuovi testi contengano misure per disincentivare (ma non vietare) i cambi di gruppo.

In conclusione, Letta si merita un “Vero”.

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