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Meloni ha ragione in parte su quanto è alto il cuneo fiscale in Italia

| 07 settembre 2022
La dichiarazione
«La tassazione [sul lavoro in Italia] è al 46,5 per cento: la quinta più cara nell’Ocse, la quinta più cara in Europa, 15 per cento di più rispetto alla media europea»
Fonte: Porta a Porta | 6 settembre 2022
ANSA/CLAUDIO PERI
ANSA/CLAUDIO PERI
Verdetto sintetico
La leader di Fratelli d’Italia ha ragione solo in parte.
In breve
  • Secondo l’Ocse, per un lavoratore single senza figli, il cuneo fiscale in Italia è pari al 46,5 per cento: è la quinta percentuale più alta tra i Paesi Ocse e la quinta più alta in Europa. TWEET
  • La distanza con la media europea è di oltre il 5 per cento, non del 15 per cento. TWEET
Il 6 settembre, ospite a Porta a Porta su Rai 1, la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha parlato (min. -0:57:22), tra le altre cose, delle proposte del suo partito per aumentare gli stipendi in Italia. Secondo Meloni, una delle priorità è intervenire sul cosiddetto “cuneo fiscale”, ossia, semplificando un po’, la differenza tra quanto pagato dal datore di lavoro in busta paga e quello che il lavoratore percepisce come stipendio netto. In questa differenza (chiamata anche “costo del lavoro”) rientrano le imposte sui redditi pagati dal lavoratore e i contributi previdenziali e assistenziali, pagati in parte dal lavoratore e in parte dal datore di lavoro.

Secondo Meloni, nel nostro Paese il cuneo fiscale è al «46,5 per cento»: il quinto più alto tra gli Stati membri dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), il quinto più alto in Europa, il «15 per cento in più rispetto alla media europea». 

Abbiamo verificato e Meloni ha ragione solo in parte.

Quanto vale il cuneo fiscale in Italia

Secondo i dati Ocse più aggiornati (relativi al 2021), in Italia il cuneo fiscale raggiunge una percentuale pari al 46,5 per cento, quella correttamente indicata da Meloni. Questa statistica fa riferimento allo stipendio medio di un lavoratore single, senza figli. Tradotto in parole semplici, significa che un contribuente di questo tipo, ogni 100 euro di retribuzione lorda, riceverà netti 53,5 euro. 

Nella classifica internazionale, il cuneo fiscale italiano per un lavoratore medio single è il quinto più alto tra i Paesi monitorati dall’Ocse. Davanti al nostro Paese ci sono Belgio (52,6 per cento), Germania (48,1 per cento), Austria (47,8 per cento) e Francia (47 per cento). L’Italia sale al quarto posto se si prendono in considerazione le famiglie sposate, con un solo reddito e due figli: in questo caso, il livello del costo del lavoro si attesta intorno al 37,9 per cento. 

Meloni ha dunque ragione nel dire che il cuneo fiscale italiano è sia il quinto più alto nell’Ocse sia il quinto alto in Europa. La leader di Fratelli d’Italia ha esagerato però nel dire che il cuneo fiscale dell’Italia, pari al 46,5 per cento citato sopra, è più alto del del «15 per cento di più rispetto alla media europea». Eurostat fornisce il valore del cuneo fiscale solo per i lavoratori con retribuzioni basse. Calcolando la media dei 21 Paesi dell’Ue monitorati dall’Ocse, si scopre che tra questi il cuneo fiscale ha in media un valore pari al 41,3 per cento: il 5,2 per cento in meno rispetto al 46,5 per cento italiano, non il «15 per cento». Tra i Paesi Ue monitorati, solo l’Irlanda ha un cuneo fiscale (34 per cento), inferiore alla media Ocse, pari al 34,6 per cento.

Il verdetto

Secondo Giorgia Meloni, la percentuale del cuneo fiscale in Italia «è al 46,5 per cento: la quinta più cara nell’Ocse, la quinta più cara in Europa, 15 per cento di più rispetto alla media europea». Abbiamo verificato e la presidente di Fratelli d’Italia cita correttamente una statistica dell’Ocse e le due posizioni in classifica dell’Italia, ma esagera la distanza con la media europea. È di oltre il 5 per cento, non del 15 per cento. 

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