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Sì, i calciatori italiani in Serie A sono sempre meno

| 09 luglio 2024
La dichiarazione
«I calciatori italiani nella Serie A sono sempre di meno: nel 2024 i calciatori italiani nella Serie A sono il 35 per cento»
Fonte: Dritto e Rovescio – Rete 4 | 4 luglio 2024
ANSA
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Verdetto sintetico
La dichiarazione della presidente del Consiglio è supportata dai numeri.
In breve
  • Nella stagione 2023-2024 il 60,1 per cento dei calciatori tesserati in Serie A era straniero, una percentuale in crescita nelle ultime tre stagioni. TWEET
  • La percentuale di calciatori stranieri sul totale di quelli impiegati in campionato è stata del 63,9 per cento, in calo rispetto alla stagione 2022-2023, dopo anni di aumento. TWEET
  • L’Italia non è comunque un’eccezione: la maggioranza dei calciatori impiegati è straniera anche in Premier League, Bundesliga e Ligue 1. TWEET
Il 4 luglio, ospite a Dritto e Rovescio su Rete 4, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha voluto dare una «valutazione politica» dell’eliminazione della nazionale maschile agli Europei di calcio che si stanno giocando in Germania. Secondo Meloni, un «problema» è il numero di calciatori stranieri che gioca in Italia. «I calciatori italiani nella Serie A sono sempre di meno», ha detto la presidente del Consiglio, secondo cui solo il «35 per cento» di tutti i calciatori in Serie A è italiano.

Abbiamo controllato e la dichiarazione della presidente del Consiglio è supportata dai numeri, anche se è troppo semplicistico usare questi dati per spiegare gli insuccessi della nazionale di calcio.

Quanti sono gli stranieri in Serie A

Per calcolare il numero dei calciatori stranieri in Serie A abbiamo usato i dati di Transfermarkt, un sito che fornisce varie statistiche sui principali campionati di calcio. 

Nella stagione 2023-2024 della Serie A, conclusasi da poco, il 60,1 per cento dei calciatori tesserati aveva la nazionalità straniera, mentre il 39,9 per cento quella italiana, una percentuale un po’ più alta del «35 per cento» citato da Meloni. Come mostra il grafico, la stagione 2012-2013 è stata la prima in cui i calciatori stranieri sono diventati la maggioranza: il 50,2 per cento sul totale dei tesserati, a fronte del 49,8 per cento di calciatori italiani. Con il passare degli anni il divario si è via via ampliato.
Transfermarkt fornisce anche i dati sui giocatori effettivamente impiegati dalle squadre di Serie A, ossia quelli con almeno una presenza in campionato. Nella stagione 2023-2024 il 63,9 per cento dei calciatori impiegati era straniero e il 36,1 per cento italiano, una percentuale più vicina al «35 per cento» citato da Meloni. La stagione di Serie A appena conclusa, insieme a quella 2017-2018, è stata l’unica delle ultime dodici stagioni in cui la percentuale dei calciatori stranieri sul totale di quelli impiegati nella Serie A non è aumentata, ma calata. Come si vede dal grafico, nelle ultime quattro stagioni sembra esserci stato un rallentamento della crescita di giocatori stranieri impiegati in Serie A. Nella stagione 2023-2024, infatti, la percentuale straniera è tornata ai livelli della stagione 2020-2021.

I numeri degli altri campionati

In ogni caso, la Serie A non è un’eccezione tra i massimi campionati di calcio maschile nei cinque principali Paesi europei. Anche in Premier League (Inghilterra), Bundesliga (Germania) e Ligue 1 (Francia) la maggior parte dei calciatori impiegati ha la nazionalità straniera. Nella stagione 2023-2024 questa percentuale ha raggiunto il 70,1 per cento in Premier League, il 60,2 per cento in Ligue 1 e il 51,3 per cento in Bundesliga. LaLiga, il campionato spagnolo, è l’unico in cui la maggior parte dei calciatori impiegati dalla stagione 2014-2015 in poi aveva la nazionalità spagnola. 
Nella stagione appena conclusa, solo in tre squadre di Serie A la maggioranza dei calciatori impiegati era italiana: Monza, Frosinone e Cagliari. In Premier League solo in due squadre (l’Everton e il Newcastle) gli stranieri impiegati sono stati la minoranza, in Ligue 1 quattro squadre e in Bundesliga sette. Nella Liga spagnola questo numero sale a 11 squadre su 20, con il primato dell’Athletic Bilbao, dove il 92,3 per cento dei calciatori impiegati nella stagione 2023-2024 aveva la nazionalità spagnola. L’Athletic Bilbao si impegna storicamente a far giocare solo giocatori baschi o cresciuti in squadre basche. 

Le percentuali di calciatori non stranieri e stranieri nei campionati dei vari Paesi vanno comunque confrontate con cautela perché possono essere influenzate da quanto siano più o meno severe le regole per ottenere la doppia cittadinanza.

Occhio a come leggere i numeri

Ma questi dati suggeriscono, come lascia intendere Meloni, che più calciatori stranieri giocano in un campionato, peggiori saranno i risultati della squadra nazionale del Paese di quel campionato? La risposta è: non necessariamente, per almeno due motivi. 

Il primo motivo è semplice: i risultati recenti di alcune nazionali mostrano che si possono vincere trofei importanti anche se nei campionati nazionali la maggior parte dei calciatori è straniera. Per esempio, al termine della stagione 2020-2021 la stessa nazionale di calcio dell’Italia ha vinto gli Europei e all’epoca, come detto, la percentuale di calciatori stranieri impiegati era uguale a quella attuale. La Francia ha vinto i mondiali nel 2018 e la percentuale di calciatori stranieri nella Ligue 1 era pari a quasi il 57 per cento, ed è arrivata in finale ai Mondiali del 2022, quando la percentuale di stranieri in campionato era pari al 57,5 per cento. La Germania ha vinto i mondiali nel 2016, al termine di una stagione in cui la percentuale di stranieri in Bundesliga era più alta di quella attuale. 

In secondo luogo, l’esistenza di una correlazione tra due variabili non implica necessariamente l’esistenza di un legame di causa ed effetto tra le due variabili. Detto altrimenti, il fatto che gli insuccessi di una nazionale di calcio siano legati a un’elevata presenza di stranieri nel campionato di quella nazionale non significa necessariamente che gli stranieri causino un peggioramento delle prestazioni della nazionale. 

Il tema è complesso e da tempo, infatti, è oggetto di studio degli scienziati sociali, in particolare degli economisti, che si chiedono quale sia l’impatto dei professionisti stranieri non solo nel calcio, ma anche in altri sport. La maggior parte di questi studi si concentra sulle conseguenze per le squadre di club e sulla competitività dei singoli campionati, e meno sulle nazionali, ma le evidenze a disposizione non indicano un chiaro legame di causa ed effetto tra le presenze di stranieri in un campionato e le prestazioni negative della nazionale di calcio.

Il verdetto

Giorgia Meloni ha detto che «i calciatori italiani nella Serie A sono sempre di meno», essendo scesi al 35 per cento sul totale nell’ultima stagione. Abbiamo controllato e la dichiarazione della presidente del Consiglio è supportata dai numeri.

Nella stagione 2023-2024, il 60,1 per cento dei calciatori tesserati in Serie A aveva la nazionalità straniera, una percentuale in crescita nelle ultime tre stagioni. Sul totale dei calciatori effettivamente impiegati, però, la percentuale di quelli stranieri è stata pari al 63,9 per cento, in calo rispetto alla stagione 2022-2023.

L’Italia non è un’eccezione: anche in Premier League, Bundesliga e Ligue 1 la maggior parte dei calciatori impiegati è straniera.

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