Il 22 agosto, nel suo breve discorso dopo le consultazioni con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il capo politico del Movimento 5 stelle Luigi Di Maio ha detto che con l’aumento dell’Iva «gli italiani rischiano di pagare 600 euro a famiglia in più nel 2020» (min. 35:37).
Ma è davvero così? Abbiamo verificato.
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Di che cosa stiamo parlando
L’aumento dell’Iva è previsto dalla legge di Bilancio per il 2019. Qui si stabilisce che, per garantire l’equilibrio dei conti pubblici italiani tra entrate e uscite, l’Iva ordinaria salga dal 22 per cento attuale al 25,2 per cento il prossimo anno (e al 26,5 per cento nel 2021) e l’Iva agevolata dal 10 per cento al 13 per cento nel 2020.
Per “sterilizzare”, come si dice in gergo – cioè evitare – questi aumenti dell’Imposta sul valore aggiunto si devono trovare, tra tagli di spesa o aumenti di entrate, più di 23 miliardi di euro nel 2020 e quasi 29 miliardi nel 2021.
Quanto costerebbe agli italiani
Ma se l’Iva dovesse aumentare, come previsto attualmente dalle norme, quanto peserebbe sulle tasche di chi vive in Italia?
Al momento non si può sapere con certezza, ma esistono delle stime a riguardo.
Ad agosto, Il Sole 24 Ore ha stimato che nel 2020 a ogni famiglia l’aumento dell’Iva costerebbe in media 541 euro, che «corrispondono a 45 euro in più al mese su una spesa di 1.982 euro». Una cifra molto vicina a quella citata da Di Maio.
I rincari varieranno in base alla composizione del nucleo familiare e alla spesa mensile. Secondo i calcoli del quotidiano di Confindustria, una persona sola con un’età compresa tra i 18 e i 34 anni (con una spesa media mensile di 1.492 euro) avrà un costo in più all’anno di 428 euro, mentre i più “colpiti” saranno le coppie con due figli. Per loro, il rincaro annuo sarà di 756 euro (su una spesa media di 2.763 euro).
Ad aprile 2019, il Codacons (un’associazione di tutela dell’ambiente e dei consumatori) ha pubblicato un comunicato stampa in cui ha fornito una serie di esempi dei possibili rincari che avrà l’Iva considerando anche il 2021.
L’aumento dell’Iva «a parità di consumi darà vita a una stangata che, solo per i costi diretti, il Codacons stima a regime in 1.200 euro annui a famiglia, senza considerare i costi indiretti legati agli aumenti per imprese, industria, energia e trasporti», ha dichiarato il presidente del Codacons Carlo Rienzi.
Questa stima (oltre il doppio di quella fatta da Il Sole 24 Ore) è riferita però al 2021, quando l’Iva sarà aumentata fino al 26,5 per cento. E presuppone che il livello dei consumi resti invariato.
Una stima meno pessimistica proviene dall’Ufficio studi di Confcommercio, secondo cui l’aumento di spesa – se entreranno in vigore tutte le clausole di salvaguardia previste dalla legge di Bilancio per il 2019 – sarà di 889 euro a famiglia fino al 2021, e di “soli” 382 euro se si considera solo il 2020.
Il verdetto
Il capo politico del M5s Di Maio ha detto che se non si evita l’aumento dell’Iva previsto per il 2020, ogni famiglia rischia di pagare 600 euro in più il prossimo anno.
Ad oggi, è impossibile sapere con certezza quali saranno gli effetti dei rincari sull’Iva, ma alcune stime dicono che Di Maio ha quasi ragione.
Secondo Il Sole 24 Ore, nel 2020 i rincari saranno in media di 541 per ogni nucleo famigliare, mentre secondo Confcommercio la “stangata” sarebbe più bassa, sui 382 euro.
In conclusione, Di Maio si merita un “C’eri quasi”.
«Le agenzie di rating per la prima volta, due agenzie di rating, per la prima volta hanno rivisto in positivo le stime sull’Italia. Dal 1989 questa cosa è accaduta tre volte in Italia»
30 ottobre 2024
Fonte:
Porta a Porta – Rai 1