Il 2 gennaio 2020 la deputata del Partito democratico Lia Quartapelle ha commentato su Twitter alcuni dati sul reddito di cittadinanza, scrivendo che «gli italiani in povertà» sono 5 milioni e che «solo un milione» ha fatto richiesta del sussidio.
Ma è davvero così? Abbiamo verificato e il secondo numero è poco preciso (ma anche sul primo vale la pena fare una puntualizzazione).
Il solito errore sul numero degli italiani in povertà
Il 18 giugno 2019 l’Istat ha pubblicato i dati più aggiornati sulla povertà nel nostro Paese, relativi al 2018.
L’anno scorso, in Italia vivevano in condizione di povertà assoluta circa 5 milioni di individui (ossia l’8,4 per cento sulla popolazione totale), il numero citato da Quartapelle, che però parla espressamente di «italiani».
In realtà, il numero di italiani in povertà assoluta è più basso, dal momento che tra i 5 milioni di poveri ci sono oltre un milione e 500 mila cittadini stranieri.
Quello di equiparare la popolazione residente in povertà assoluta con quella italiana nella stessa condizione è un errore comune tra i politici, di cui è stato vittima in passato, per esempio, anche il leader della Lega Matteo Salvini.
Al netto di questa correzione, poco rilevante dato che Quartapelle non si concentrava sulla questione della nazionalità, vediamo se il dato su chi ha fatto richiesta del reddito di cittadinanza è giusto.
Quanti hanno chiesto il Rdc
Secondo i dati più aggiornati dell’Inps – che è l’istituto responsabile per l’erogazione del reddito di cittadinanza – al 6 dicembre 2019 sono state avanzate un milione e 623 mila domande per ottenere il Rdc. Tra queste, in quella data 1.066.110 domande erano state accolte, 112.396 era ancora in lavorazione e 444.494 erano state respinte o cancellate.
Dunque il milione citato da Quartapelle fa riferimento – arrotondato per difetto – alle domande accolte.
Ma queste riguardano nuclei famigliari e non singoli individui. La differenza è rilevante: in totale, infatti, al 6 dicembre 2019 erano quasi 2 milioni e 452 mila i beneficiari del reddito (o pensione) di cittadinanza. Dunque quasi la metà di chi vive in condizione di povertà assoluta.
Reddito di cittadinanza e povertà assoluta
Questo significa che altri 2,5 milioni di individui sono in condizione di poter ricevere il sussidio da parte dello Stato ma per qualche motivo non ne fanno richiesta? Non esattamente.
«La platea dei potenziali aventi diritto all’RdC coincide solo in parte con quella degli individui classificabili come “poveri assoluti”», spiega la Banca d’Italia nella sua Relazione Annuale, relativa al 2018 e pubblicata il 31 maggio 2019. «Tale parziale disallineamento dipende dal fatto che l’eleggibilità al beneficio è condizionata a requisiti reddituali, patrimoniali e di residenza, mentre la classificazione nella “povertà assoluta” si basa sui livelli di consumo familiare dichiarati in indagini statistiche».
In sostanza, una parte degli individui classificabili come “poveri assoluti” (circa il 6 per cento) non rispetterebbe il requisito dei 10 anni di residenza in Italia, mentre circa il 35 per cento non sarebbe in possesso dei requisiti reddituali e patrimoniali.
Per questo motivo, la Relazione tecnica al decreto-legge n. 4 del 2018, che ha introdotto il RdC, aveva stimato circa un milione e 248 mila nuclei famigliari (tra italiani e stranieri) tra i potenziali beneficiari della misura, mentre secondo l’Istat nel 2018 i nuclei in condizioni di povertà assoluta erano in totale oltre 1,8 milioni.
Il verdetto
Secondo la deputata del Pd Lia Quartapelle, gli italiani poveri sono 5 milioni, e sono un milione di loro ha fatto domanda per ottenere il reddito di cittadinanza. Abbiamo verificato e questi numeri hanno alcune imprecisioni.
Innanzitutto, in povertà assoluta vivono in Italia 5 milioni di individui, compresi sia gli italiani che gli stranieri (oltre un milione 500 mila su 5 milioni).
In secondo luogo, non è vero che solo un milione di poveri ha fatto richiesta all’Inps del Rdc. Questo dato – arrotondato per difetto – fa riferimento al numero dei nuclei che beneficiano del Rdc al 6 dicembre 2019, mentre il numero totale degli individui beneficiari in quella data era di quasi 2,5 milioni: oltre il doppio del milione citato da Quartapelle. Un mese fa, all’Inps erano arrivate oltre 1,6 milioni di domande.
Il numero attuale dei beneficiari (2,5 milioni circa) non coincide con quello totale dei poveri assoluti perché i paletti posti dall’allora governo Lega-M5s non permettono a chiunque viva in questa condizione di poter accedere al RdC. In conclusione, Quartapelle merita un “Nì”.
«Le agenzie di rating per la prima volta, due agenzie di rating, per la prima volta hanno rivisto in positivo le stime sull’Italia. Dal 1989 questa cosa è accaduta tre volte in Italia»
30 ottobre 2024
Fonte:
Porta a Porta – Rai 1