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È vero che il governo ha dimezzato i beneficiari del reddito di cittadinanza?

| 05 luglio 2023
La dichiarazione
«Con questo vostro decreto la platea dei percettori del reddito di cittadinanza verrà dimezzata e anche 100 mila famiglie, con al proprio interno disabili, minori e anziani, perderanno una rete di protezione sociale»
Fonte: Camera dei deputati | 29 giugno 2023
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
Verdetto sintetico
Il presidente del Movimento 5 Stelle è un po’ impreciso.
In breve
  • Con la riforma del governo Meloni, il 58 per cento delle famiglie che oggi accedono al reddito di cittadinanza potrà ricevere il nuovo assegno per l’inclusione sociale, secondo le simulazioni dell’Ufficio parlamentare di bilancio. TWEET
  • Tra le famiglie escluse dall’assegno ce ne saranno circa 100 mila con all’interno minori, anziani e disabili. TWEET
  • Il numero delle persone coinvolte dal nuovo sussidio calerà invece di un terzo rispetto al reddito di cittadinanza. TWEET
Il 29 giugno il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte è intervenuto alla Camera per annunciare il voto contrario del suo partito alla conversione in legge del decreto “Lavoro”, approvato a inizio maggio dal governo Meloni. Tra le altre cose Conte ha detto che il decreto dimezzerà il numero dei «percettori del reddito di cittadinanza» e che «100 mila famiglie, con al proprio interno disabili, minori e anziani, perderanno una rete di protezione sociale».

È davvero così? Abbiamo verificato e il presidente del Movimento 5 Stelle è un po’ impreciso.

L’impatto della revisione del reddito di cittadinanza

Il decreto “Lavoro” contiene i dettagli delle misure che sostituiranno il reddito di cittadinanza. Dal 1° gennaio 2024 entrerà in vigore il cosiddetto “assegno per l’inclusione sociale”, un sussidio economico che integra il reddito delle famiglie in cui è presente almeno un minore, o una persona con più di sessant’anni di età, o un disabile. L’altra misura che sostituirà il reddito di cittadinanza si chiama “supporto per la formazione e il lavoro”: sarà destinata alle persone tra i 18 e i 59 anni di età (i cosiddetti “occupabili”), con un Isee familiare inferiore a 6 mila euro e che non hanno i requisiti per accedere all’assegno di inclusione sociale. A differenza di quest’ultimo, il supporto per la formazione al lavoro sarà attivato già dal 1° settembre 2023.

A sostegno della dichiarazione fatta alla Camera, Conte ha citato l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), un organismo indipendente che vigila sui conti dello Stato e sulla spesa pubblica. Lo scorso 20 giugno l’Upb ha pubblicato un rapporto sulle tendenze recenti e le prospettive dell’economia italiana e della finanza pubblica, che all’interno contiene una simulazione sull’impatto della riforma del sussidio contro la povertà introdotta dal governo Meloni.

Nella sua simulazione l’Upb ha preso in considerazione i dati sui percettori del reddito di cittadinanza relativi al mese di dicembre 2022, dunque di ormai sei mesi fa. Dei quasi 1,2 milioni di nuclei familiari beneficiari del reddito di cittadinanza, circa 400 mila (un terzo sul totale) saranno esclusi dall’assegno per l’inclusione sociale perché al loro interno non ci sono soggetti tutelati, ossia i minorenni, i disabili e gli anziani. Circa 97 mila famiglie, nonostante abbiano al loro interno soggetti tutelati (le «100 mila famiglie» di cui parla Conte), risulteranno invece escluse dal nuovo sussidio per effetto delle condizioni di natura economica imposte dal governo. «Nel complesso i nuclei beneficiari dell’assegno per l’inclusione sociale risulterebbero poco più di 690 mila, circa il 58 per cento degli attuali beneficiari del reddito di cittadinanza», si legge nel rapporto dell’Upb. Con tutta probabilità è a questa percentuale che fa riferimento il presidente del Movimento 5 Stelle quando parla di beneficiari «dimezzati», arrotondando al ribasso la percentuale.

I numeri però cambiano se si guarda alle persone coinvolte dal reddito di cittadinanza, e non ai nuclei beneficiari. Secondo le stime dell’Upb, su circa 2,6 milioni di persone coinvolte dal reddito di cittadinanza non accederanno all’assegno per l’inclusione sociale oltre 820 mila individui, ossia quasi un terzo. 

Non tutti i percettori del reddito di cittadinanza saranno penalizzati con la riforma introdotta dal governo Meloni. Secondo le simulazioni dell’Upb, le famiglie che prendevano il reddito di cittadinanza e che non accederanno all’assegno per l’inclusione sociale sono circa il 42 per cento, con una perdita media mensile pari a circa 460 euro. Le famiglie senza minori, disabili e anziani, escluse dal nuovo assegno, perderanno in media circa 535 euro mensili. Le famiglie con i disabili, invece, «sono quelle maggiormente avvantaggiate dalla riforma», dice l’Upb: oltre il 56 per cento di queste otterrà infatti un sussidio più elevato di circa 127 euro grazie alla riforma del governo, mentre il 9 per cento di loro non avrà accesso all’assegno per l’inclusione sociale.
Grafico 1. Variazione dei trattamenti per tipologia familiare: analisi sulla popolazione dei percettori del reddito di cittadinanza a dicembre 2022. Composizione percentuale e importi medi in euro – Fonte: Ufficio parlamentare di bilancio
Grafico 1. Variazione dei trattamenti per tipologia familiare: analisi sulla popolazione dei percettori del reddito di cittadinanza a dicembre 2022. Composizione percentuale e importi medi in euro – Fonte: Ufficio parlamentare di bilancio
Va poi sottolineato che con il nuovo sussidio circa 50 mila famiglie straniere, prima escluse dal reddito di cittadinanza, potranno accedere all’assegno contro la povertà. Per fare richiesta dell’assegno per l’inclusione sociale basterà essere residenti in Italia da almeno cinque anni, di cui gli ultimi due anni in modo continuativo: per il reddito di cittadinanza ne servivano dieci. Dunque quasi 150 mila persone straniere saranno coinvolte dal nuovo sussidio, grazie anche alla forte presenza di minori.

Il verdetto

Secondo Giuseppe Conte con il decreto “Lavoro” «la platea dei percettori del reddito di cittadinanza verrà dimezzata e anche 100 mila famiglie, con al proprio interno disabili, minori e anziani, perderanno una rete di protezione sociale». Abbiamo verificato e il presidente del Movimento 5 Stelle è un po’ impreciso. 

Con la riforma del governo Meloni, il 58 per cento delle famiglie che oggi accedono al reddito di cittadinanza potrà ricevere il nuovo assegno per l’inclusione sociale, secondo le simulazioni dell’Ufficio parlamentare di bilancio. Tra le famiglie escluse dall’assegno ce ne saranno circa 100 mila con all’interno minori, anziani e disabili.

Il numero delle persone coinvolte dal nuovo sussidio calerà invece di un terzo rispetto al reddito di cittadinanza.

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