Durante una puntata di Porta a Porta intitolata “Berlusconi torna in campo”, il capogruppo di Forza Italia alla Camera ed ex ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta ha sostenuto che Berlusconi, tra il 1994 e oggi, ha ricevuto almeno 200 milioni di voti.



Non è un’affermazione del tutto originale tra i sostenitori del leader di Forza Italia nel centrodestra (si veda ad es. questo tweet di Michaela Biancofiore a settembre 2014). D’altra parte, lo stesso Brunetta aveva dichiarato a gennaio 2014 che Berlusconi aveva raccolto “nel ventennio” circa 92 milioni di voti: ce ne eravamo occupati in questa analisi. Ora ha decisamente alzato le cifre. Vediamo se ha ragione di farlo.



Berlusconi à la Lukashenko



Cominciamo restringendo il campo: consideriamo le elezioni politiche che si sono verificate in Italia negli ultimi 21 anni. Sono state sei: quelle del 1994, 1996, 2001, 2006, 2008 e 2013. C’è un dato che potrebbe sbrigare l’analisi in poche righe: se guardiamo all’affluenza, come certificata dal sito del Ministero dell’Interno che registra lo storico delle elezioni in Italia, le sei elezioni hanno avuto un totale di 238 milioni di votanti (qui trovate tutti i dati usati per questa analisi). Consideriamo l’affluenza del voto alla Camera, che ha un numero di aventi diritto più alto del Senato.



Se Berlusconi fosse stato davvero votato “200 milioni di volte” – intendendo la cifra come la somma di suoi elettori nelle sei elezioni – questo significherebbe una media dell’84,03% alle politiche tra il 1994 e il 2013 – percentuali alla portata solo di pochi leader europei dal pedigree democratico assai discutibile.



I voti di Forza Italia/Pdl



Ma facciamo un’apertura di credito a Brunetta, e consideriamo le “volte” in senso più esteso. Partiamo ad esempio dal presupposto che una persona, che alle politiche del 1994 ha votato per il partito guidato da Silvio Berlusconi sia alla Camera che al Senato, conti due nel nostro totale.



Il grafico successivo mostra il totale dei voti per Forza Italia – elezioni del 1994, 1996, 2001 e 2006 – e per il Popolo della Libertà – elezioni del 2008 e del 2013 – negli ultimi 21 anni alla Camera (quota proporzionale). Per il Senato, nel caso in cui Forza Italia/Pdl non si presentasse da solo, abbiamo considerato invece lo schieramento politico di cui faceva parte, visto che è impossibile separare i voti per il partito di Berlusconi in senso stretto da quelli per gli alleati*. Tutti i dati sono in migliaia.



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Anche in questo caso, il totale dei voti alla Camera e al Senato è piuttosto lontano dalla cifra dichiarata da Brunetta: 123,7 milioni.



I voti del centrodestra



Ma è innegabile che Silvio Berlusconi sia stato per tutti questi anni il leader di un centrodestra che in larga parte si è identificato con lui. Una novità introdotta dal cosiddetto Porcellum, tra l’altro, sostiene la validità di questa lettura dei risultati elettorali, almeno per gli ultimi dieci anni. A partire dal 2005, infatti, la legge elettorale voluta dal centrodestra (il “Porcellum”) ha inserito all’art. 1 comma 5 l’indicazione del “capo della coalizione” nel caso di apparentamento tra più partiti, fermo restando che la Costituzione italiana non prevede tuttora l’elezione diretta del Capo del Governo. Vediamo allora i voti per le diverse coalizioni con cui il centrodestra italiano si è presentato alle elezioni tra il 1994 e oggi, ancora una volta distinguendo tra Camera e Senato.



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Il totale, 180,4 milioni, è naturalmente più alto rispetto al conteggio precedente, ma resta ancora lontano dalla cifra indicata da Brunetta.



E le Europee?



Le elezioni europee possono essere considerate, in parte, un voto di opinione nei confronti dei leader nazionali. Vediamo allora come sono andati Forza Italia e il Pdl nelle cinque consultazioni per il Parlamento Europeo dal 1994 a oggi (1994, 1999, 2004, 2009 e 2014):



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Il totale è di 40,1 milioni di voti, che sommati ai 180,4 del grafico precedente danno 220,5 milioni.



Tirando le somme (e che altro aggiungere)



Come si vede, la soglia dei 200 milioni si raggiunge e si supera solo (a) facendo il conto ragionevole più ampio possibile riguardo le elezioni politiche e (b) sommando ad esso il totale dei voti di Forza Italia/Pdl alle elezioni europee.



Nelle sole elezioni politiche, tuttavia, questa cifra rimane sempre lontana con le somme che è più ragionevole fare. Difficile ampliare ancora il campo di indagine affidandosi a tecnicalità delle leggi elettorali. Ci sembra eccessivo, ad esempio, aggiungere alle diverse somme i risultati di entrambe le schede per la Camera che venivano consegnate all’elettore secondo la legge Mattarella, in vigore dal 1993 al 2005 (una per la quota proporzionale e una per il collegio uninominale). Questo porterebbe il numero di “voti” conteggiati per il singolo elettore addirittura a tre. Ci sembra anche inappropriato considerare nel conteggio i risultati delle elezioni regionali, provinciali e comunali, viste le dinamiche locali che interessano quelle consultazioni.



Il verdetto



Brunetta dice che, nella sua carriera, Berlusconi è stato votato 200 milioni di volte. La somma che più si avvicina a questo totale si ottiene con due premesse “forti”: (a) contando separatamente i voti ottenuti alla Camera e al Senato, nonostante siano con tutta evidenza e per la stragrande maggioranza dei casi l’espressione di uno stesso elettore; (b) considerando attribuibili a Silvio Berlusconi tutti i voti della coalizione, sia quando il leader del centrodestra fosse indicato esplicitamente sulla scheda (nelle ultime tre elezioni) sia quando non lo fosse. È facile rendersi conto che un voto per la Lega Nord nel 1994, ad esempio, non era necessariamente un voto “guadagnato” direttamente da Silvio Berlusconi.



In definitiva, ci sembra che il richiamo ai 200 milioni sia nella sostanza smentito dai numeri, ma è comunque possibile con l’interpretazione più ampia possibile dei dati. Per questo, la dichiarazione per noi è un “Nì”.



* Le caratteristiche della legge elettorale italiana hanno portato ad apparentamenti e denominazioni diverse tra i partiti alla Camera e al Senato. Al Senato, in particolare, c’è stata una tendenza all’alleanza di Forza Italia con altre forze politiche. Di conseguenza, per i voti al Senato abbiamo considerato i voti attribuiti alle seguenti denominazioni: 1994: Polo delle Libertà + Polo Buon Governo; 1996: Polo per le Libertà; 2001: Casa delle Libertà.