Il 7 ottobre, ospite a Otto e mezzo su La7, il leader di Azione Carlo Calenda ha annunciato che al ballottaggio per le comunali di Roma voterà il candidato del centrosinistra Roberto Gualtieri (Partito democratico).
Nel commentare i risultati delle elezioni, l’ex ministro dello Sviluppo economico ha dichiarato (min. 18:24) che il Movimento 5 stelle «sta sparendo» e che «il totale» delle liste del M5s ha preso meno voti della sua lista a Roma.
Al di là del giudizio politico e del confronto, che non tiene conto delle singole dinamiche locali, abbiamo verificato i dati in tutti e 19 i capoluoghi di provincia andati al voto. Calenda ha sostanzialmente ragione: da solo è riuscito a prendere più preferenze delle liste messe in campo dal M5s.
Che cosa dicono i numeri
Alle elezioni comunali del 3-4 ottobre a Roma la lista “Calenda sindaco” – l’unica a sostegno dell’ex ministro – ha ottenuto oltre 193 mila preferenze, cifra che sale a quasi 220 mila contando il totale dei voti andati a Calenda. La lista del Movimento 5 stelle – una delle sei a sostegno della candidata e sindaca uscente Virginia Raggi – ha invece preso più di 111.600 mila voti.
I voti del M5s salgono a meno di 188 mila voti se si considerano gli altri cinque capoluoghi di regione al voto: Napoli (circa 31.800 preferenze), Torino (circa 24 mila), Milano (circa 12.500), Bologna (circa 5 mila) e Trieste (circa 2.800).
Come cambiano i numeri se si sommano anche i voti presi nei restanti 11 capoluoghi di provincia? Ricordiamo che a Carbonia, in Sardegna, le comunali si terranno il 10-11 ottobre e che a Caserta e Benevento, in Campania, il 3-4 ottobre non c’era nessuna lista del M5s.
Nei restanti capoluoghi il risultato migliore del M5s è stato registrato a Salerno (circa 2.900 voti), seguita da Ravenna (circa 2.500). Con le città di Rimini, Pordenone, Novara, Grosseto, Varese, Savona, Latina, Isernia e Cosenza il numero dei voti preso dalle liste del M5s arriva a circa 205 mila: un numero più alto delle 193 mila preferenze della lista “Calenda sindaco”, ma comunque lontano dai quasi 220 voti presi da Calenda come candidato.
Il verdetto
Secondo Carlo Calenda, il «totale delle liste dei 5 stelle» ha preso meno voti della sua lista a Roma. Abbiamo verificato i dati nei 19 capoluoghi di provincia andati al voto e il leader di Azione ha sostanzialmente ragione.
A Roma oltre 193 mila voti sono andati alla lista “Calenda sindaco”, l’unica a sostegno dell’ex ministro dello Sviluppo economico, che come candidato ha preso quasi 220 mila preferenze. Nei sei capoluoghi di regione i voti presi complessivamente dalle liste del M5s sono stati meno di 188 mila, dato che sale a circa 205 mila con i restanti 11 capoluoghi di provincia (in un capoluogo si deve ancora votare e in due non c’erano liste del M5s).
I voti del M5s sono sì più alti della singola “Lista Calenda”, ma comunque inferiori ai voti presi dal leader di Azione.
In conclusione, Calenda merita un “C’eri quasi”.
«Finalmente un primato per Giorgia Meloni, se pur triste: in due anni la presidente del Consiglio ha chiesto ben 73 voti di fiducia, quasi 3 al mese, più di qualsiasi altro governo, più di ogni esecutivo tecnico»
7 dicembre 2024
Fonte:
Instagram