Il 28 marzo il leader della Lega Matteo Salvini ha commentato su Twitter l’annuncio, fatto lo stesso giorno dal governo, dello stanziamento di nuovi fondi per l’emergenza coronavirus.

Secondo Salvini, un semplice calcolo dimostrerebbe come sia irrisoria questa cifra: «I 400 milioni di euro annunciati dal governo per aiutare le famiglie tramite i comuni significano circa 7 euro a testa», ha scritto il leader della Lega su Twitter.

Sempre il 28 marzo, in un’intervista a Il Corriere della Sera, Salvini ha riportato una somma leggermente diversa: «I 400 milioni, quanto sono a persona: 6 euro?».

Ma davvero le cose stanno così? Per prima cosa, vediamo da dove arriva questa cifra.

I «400 milioni di euro»

Il 28 marzo, con un decreto del presidente del Consiglio, sono stati messi a disposizione dei comuni italiani circa 4,3 miliardi di euro, come anticipo del Fondo di solidarietà comunale (alimentato in particolare con una parte del gettito Imu).

Oltre a questo però, il presidente Giuseppe Conte ha annunciato, sempre il 28 marzo, una nuova ordinanza della Protezione civile, «per aggiungere a questo fondo 400 milioni», con il vincolo di «utilizzare queste somme per le persone che non hanno i soldi per fare la spesa».

Dunque, per prima cosa, i 400 milioni sono l’aumento dello stanziamento previsto e non lo stanziamento in sé. Ma, al di là di questo, abbiamo verificato i conti fatti dall’ex ministro dell’Interno, e il risultato è che Salvini sbaglia a fare la divisione: i beneficiari della misura non saranno, evidentemente, tutti gli oltre 60 milioni di residenti in Italia (che riceverebbero infatti circa 7 euro a testa) ma, trattandosi in particolare di aiuti alimentari, solo chi è in effettivo stato di bisogno.

Vediamo meglio i dettagli.

Dove sta l’errore di Salvini

Il calcolo fatto da Salvini è erroneo perché divide la somma totale dei 400 milioni di euro di aiuti alimentari annunciati dal governo per il numero totale della popolazione.

Secondo i dati Istat, infatti, al 1° gennaio 2020 i residenti in Italia erano 60 milioni e 317 mila. Se dividiamo i 400 milioni per questa cifra, otteniamo circa 6,6 euro, una via di mezzo tra quanto scritto dal leader della Lega su Twitter e quanto dichiarato a Il Corriere della Sera.

Ma, come ha sottolineato anche Conte in conferenza stampa, i comuni potranno spendere questi soldi solamente in aiuti alimentari per i cittadini che stanno soffrendo di più l’emergenza economica legata al coronavirus. Non per tutti.

Di quante persone stiamo parlando quindi? Un numero preciso non lo abbiamo, ma è possibile fare una stima ragionevole. Prima di tutto analizziamo che cosa prevede l’ordinanza della Protezione civile annunciata da Conte il 28 marzo.

Che cosa ha detto la Protezione civile

Il 29 marzo la Protezione civile ha pubblicato l’ordinanza che contiene maggiori dettagli sui 400 milioni di euro destinati per «misure di solidarietà alimentare».

Qui si legge che l’80 per cento di questa cifra viene ripartita in proporzione alla popolazione residente di ciascun comune, mentre il restante 20 per cento è distribuito in base alla distanza tra il valore del reddito pro capite di ogni comune e il valore medio nazionale.

Queste cifre – che si aggiungono, come abbiamo detto prima, all’anticipo di circa 4,3 miliardi di euro del Fondo di solidarietà comunale – potranno essere utilizzate dai comuni per comprare direttamente generi alimentari o prodotti di prima necessità, oppure per acquistare buoni spesa, da distribuire poi alla popolazione.

In che modo? L’ordinanza su questo punto lascia libertà di azione agli Uffici dei servizi sociali di ciascun comune. Questi hanno infatti il compito di individuare i beneficiari «tra i nuclei familiari più esposti agli effetti economici derivanti dall’emergenza epidemiologica da virus Covid-19 e tra quelli in stato di bisogno, per soddisfare le necessità più urgenti ed essenziali con priorità per quelli non già assegnatari di sostegno pubblico».

Come hanno sottolineato fonti stampa, da questo passaggio si può dunque dedurre che in prima battuta gli aiuti andranno a chi non riceve già sussidi come il reddito di cittadinanza, ma il compito di circoscrivere la platea dei beneficiari spetta comunque al singolo Ufficio dei servizi sociali di ogni comune.

Di quante persone stiamo parlando

Al momento, è ancora presto per sapere quante persone percepiranno gli aiuti alimentari decisi dal governo, ma possiamo dire che sicuramente non saranno tutti gli oltre 60 milioni di residenti in Italia, come lascia intendere Salvini.

Secondo i dati Istat più aggiornati, infatti, nel 2018 le famiglie in povertà assoluta in Italia erano oltre 1,8 milioni, per un totale di circa 5 milioni di individui.

Se rapportiamo i 400 milioni di euro con queste cifre, otteniamo 80 euro a persona – oltre 10 volte i «7 euro» indicati da Salvini – o, meglio, poco più di 222 euro a nucleo familiare (le singole famiglie sono i reali beneficiari delle misure, come stabilito dall’ordinanza).

Se escludiamo da questo gruppo i 2 milioni e 365 mila individui (quasi 989.800 nuclei familiari) che al 10 febbraio 2020 percepivano il reddito, o la pensione, di cittadinanza (dati Inps), rimane un gruppo di 2 milioni e 635 mila individui, che riceverebbero circa 152 euro a testa (oltre 20 volte in più dei «7 euro» citati da Salvini). In totale, stiamo parlando di circa 810.200 famiglie: quasi 494 euro a nucleo, dunque.

Si potrebbe obiettare che l’insieme delle persone in povertà assoluta in Italia non è del tutto sovrapponibile a quello di chi non ha abbastanza soldi per fare la spesa. Come abbiamo scritto in passato, infatti, la povertà alimentare è un fenomeno specifico e non tutti i poveri assoluti sono senza soldi per comprare da mangiare.

Secondo i dati più aggiornati, nel 2018 nel nostro Paese hanno ricevuto aiuti alimentari quasi 2 milioni e 700 mila persone, tramite il Fondo di aiuti europei agli indigenti (Fead), citato anche dall’ordinanza della Protezione civile. In questo caso non abbiamo il dato sui nuclei familiari, ma se si destinassero ai singoli individui i 400 milioni di euro, riceverebbero a testa circa 148 euro (anche qui, oltre 20 volte la cifra citata dal leader della Lega).

Ricapitolando: sia che si contino i poveri assoluti in Italia, o solo quelli che tra questi non percepiscono il reddito di cittadinanza, o ancora quelli che in passato hanno ricevuto aiuti alimentari, il calcolo di Salvini è sbagliato.

Una misura provvisoria

Va comunque sottolineato che questi calcoli sono solo delle stime che, seppur ragionevoli, sono rese più incerte dall’attuale situazione di emergenza. Insomma, le persone in stato di necessità potrebbero essere di più rispetto a quelle appena calcolate.

Va però sottolineato allo stesso tempo che questa ordinanza della Protezione civile è solo una delle tante misure introdotte dal governo a sostegno della popolazione.

«I soldi bastano per le prossime due settimane, per fronteggiare il picco di richieste che stiamo ricevendo dopo che molte mense e banchi alimentari hanno chiuso perché i volontari che li gestivano sono a casa in quanto anziani a rischio», ha detto a La Repubblica il 29 marzo Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Associazione nazionale comuni italiani (Anci), con cui il governo ha concordato le decisioni annunciate il 28 marzo. «Entro il 15 aprile il governo ha garantito un secondo decreto per l’economia e soprattutto verranno erogate Cassa integrazione e indennità ai lavoratori fermi e senza stipendio», ha aggiunto Decaro.

Dunque, siamo di fronte a un intervento che, seppur legittimamente criticabile dal leader dell’opposizione, è provvisorio e si inserisce in un quadro di interventi più articolato.

Il verdetto

Secondo Matteo Salvini, i 400 milioni di euro destinati per gli aiuti alimentari durante l’emergenza coronavirus equivarrebberro a «circa 7 euro» a cittadino.

Il calcolo è giusto se si rapporta la cifra totale con il numero di residenti in Italia, ma questa divisione è scorretta sulla base della reale destinazione dei fondi: non tutti gli oltre 60 milioni di residenti nel nostro Paese si trovano infatti attualmente nella necessità di chiedere un aiuto per fare la spesa.

Se si prende in considerazione la popolazione in povertà assoluta (stimata sui 5 milioni di individui e 1,8 milioni di nuclei familiari), con 400 milioni di euro stiamo parlando di 80 euro a persona – oltre dieci volte la cifra indicata da Salvini – o 222 euro a famiglia. Se si escludono quelli che prendono il reddito di cittadinanza, come suggerisce (ma non impone) l’ordinanza della Protezione civile, la cifra sale a circa 152 euro a persona – oltre 20 volte la cifra indicata da Salvini – o 494 euro a nucleo. Se, infine, si rapportano i 400 milioni di euro al numero di persone che nel 2018 hanno ricevuto aiuti alimentari, la cifra a testa raggiunge i 148 euro.

Stiamo parlando di stime e di una misura provvisoria, ma in ogni caso le somme sono molto maggiori rispetto a quelle indicate dal leader della Lega.

“Pinocchio andante”, dunque, per Salvini.