Il 21 settembre 2019, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha scritto su Facebook – riprendendo un articolo pubblicato sul Blog delle Stelle – che la riforma costituzionale sul taglio del numero dei parlamentari permetterebbe «in 10 anni» un risparmio per le casse dello Stato pari a un miliardo di euro.

Il leader del M5s ha anche scritto che, con un miliardo, lo Stato potrebbe finanziare «cose molto più utili»: 133 nuove scuole, 67.000 nuove aule, 13.000 nuove ambulanze, 11.000 medici, 25.000 infermieri, 133 nuovi treni per i pendolari.

È davvero così? Abbiamo verificato.

Il taglio dei parlamentari: quanto incide e quanto manca

La riforma costituzionale che prevede il taglio di 345 parlamentari, calendarizzata in Parlamento per il 22 agosto scorso e poi posticipata a causa della crisi di governo, dovrebbe tornare presto di attualità.

Come viene riportato da alcune fonti di stampa – come il Sole 24 ore e Sky Tg 24 – sembra che sulla questione sia stata ora raggiunta un’intesa tra M5s e il Pd, con quest’ultimo che voterà a favore del taglio e non chiederà ulteriori rinvii.

Ma vediamo meglio i contenuti di questa riforma, della quale abbiamo parlato anche nella nostra analisi “Traccia il Contratto”.

Come si legge nel testo, che andrebbe a modificare gli articoli 56 e 57della Costituzione, la proposta prevede «la riduzione del numero dei parlamentari: da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori elettivi». Quindi 230 deputati e 115 senatori in meno rispetto ai numeri attuali: 345 seggi parlamentari in totale.

La prossima data importante è il 7 ottobre: in quella data Montecitorio avvierà l’esame della proposta di legge sul taglio al numero dei parlamentari. Sarà la quarta e ultima lettura del provvedimento in Parlamento. Il voto è previsto per il giorno dopo.

Un miliardo di risparmi?

Per il triennio 2018-2020, la Camera ha messo a bilancio una spesa complessiva di circa 81,2 milioni di euro all’anno per le indennità, che sono in sostanza gli stipendi degli onorevoli, e circa 63,6 milioni per i rimborsi. Questi comprendono voci di spesa di varia natura come, ad esempio, le cosiddette «spese per l’esercizio del mandato». La metà di questi rimborsi è destinata al pagamento di «collaboratori, consulenze, ricerche, gestione dell’ufficio, utilizzo di reti pubbliche di consultazione di dati, convegni e sostegno delle attività politiche» e viene rendicontata, ovvero dev’essere giustificata voce per voce. L’altra metà viene erogata forfettariamente.

Prendendo in esame – come abbiamo già fatto in passato – il totale dei deputati attuali (630), risulta una media approssimata di 129.000 euro di indennità e poco più di 100.000 euro di rimborso spese per ciascun deputato all’anno. Ogni deputato costa quindi oggi alla Camera circa 230.000 euro.

Dunque, a Montecitorio, riducendo il numero di esponenti da 630 a 400, si risparmierebbero annualmente circa 53 milioni di euro.

È possibile fare un calcolo analogo anche per il Senato, per il quale è previsto uno stanziamento annuale di circa 43 milioni per le indennità e 37 milioni per i rimborsi.

Il costo medio annuale di un singolo senatore è dunque di 249.600 euro circa, di cui 134.000 euro in indennità e 115.600 euro in rimborsi spese. Con una riduzione di 115 senatori, come previsto dalla riforma costituzionale in discussione, il risparmio ammonterebbe a 28,7 milioni di euro all’anno.

Con i tagli ai parlamentari previsti quindi, in un anno si risparmierebbero nel complesso circa 81,7 milioni di euro. Dunque, in dieci anni, con il taglio di 345 parlamentari e mantenendo le attuali indennità e rimborsi spese, si arriverebbe a un risparmio pari a 817 milioni. Questa cifra si discosta rispetto a quanto detto da Di Maio («1 miliardo di euro»), ma è da considerarsi una stima al ribasso, visto che non tiene conto dei possibili risparmi su altre voci di spesa che sono influenzate dal numero dei parlamentari e non sono coperte dalle loro indennità e rimborsi.

La “lista dei desideri”

Secondo quanto scritto su Facebook dal ministro degli Esteri, il denaro risparmiato dal taglio dei parlamentari consentirebbe di «costruire 133 nuove scuole o 67.000 aule per i nostri bambini, comprare 13.000 ambulanze, assumere 25.000 infermieri o 11.000 medici» e ancora «133 nuovi treni per i nostri pendolari».

Vediamo ora se i calcoli fatti dal leader del M5s sono corretti. Per comodità utilizzeremo la cifra di un miliardo di euro di risparmi, anche se in realtà abbiamo visto essere più probabilmente circa 800 milioni di euro.

Scuole

Il primo punto riguarda la costruzione di scuole e aule scolastiche.

Un articolo del 2014 del Sole 24 Ore ha stimato che una scuola moderna con una buona classe energetica (A+) possa costare all’incirca 1.000 euro al metro quadro. Considerando che una scuola pubblica di una città di medie dimensioni può arrivare ai 5 mila metri quadri, costruire un edificio nuovo costerebbe all’incirca 5 milioni di euro. Con 1 miliardo di euro si costruirebbero dunque circa 200 nuove scuole: Di Maio, indicando la costruzione di 133 nuove scuole, ha fornito una stima sin troppo prudente.

Per quanto riguarda le aule, secondo un decreto ministeriale del 1975, ogni bambino delle scuole elementari deve avere a disposizione per legge uno spazio di almeno 1,8 metri quadri. Ipotizzando che in una classe della primaria ci siano circa 15 bambini – numero minimo stabilito dal Ministero dell’Istruzione – una classe per legge dovrebbe avere una metratura di almeno 30 metri quadrati.

Come visto sopra, il costo per la costruzione di una scuola si aggira intorno ai 1.000 euro per metro quadro: una nuova aula quindi costerebbe circa 30 mila euro. Dunque, con 1 miliardo di euro le aule che si potrebbero costruire sono circa 34 mila, circa la metà di quelle contate da Di Maio.

Ambulanze

Il leader del M5s ha poi scritto che con 1 miliardo di euro si acquisterebbero 13.000 ambulanze. Secondo quanto riportato dalla Croce Rossa, un’ambulanza dotata di tutte le strumentazioni necessarie (come ad esempio, materiale medico di primo soccorso, kit di rianimazione e presidi per immobilizzare i pazienti in caso di traumi) costa all’incirca 75 mila euro.

Di Maio ha fatto quindi un conto corretto: con un miliardo di euro è possibile acquistare all’incirca 14.000 ambulanze.

Medici

Sempre per quanto riguarda la voce sanità, il ministro cita l’assunzione di «11.000 nuovi medici». Non essendo possibile interpretare con sicurezza quello che il ministro intende per costi di “assunzione” ci siamo basati, nella nostra analisi, sui costi relativi alla formazione di nuovi medici. Secondo un’analisi del Sole 24 Ore pubblicata nel 2014, formare un medico costa allo Stato circa 150.000 euro per l’intero iter formativo (circa 11 anni).

In questo caso, i numeri del ministro sono imprecisi: con un miliardo di euro si potrebbero formare circa 6.600 medici, quindi la metà rispetto a quelli dichiarati dal ministro. Non siamo però riusciti a trovare nessuna stima su quello che è il costo del percorso di formazione degli infermieri.

Treni

Guardiamo infine al numero di treni che potrebbero essere acquistati con il denaro risparmiato dal taglio dei parlamentari: «133 nuovi treni», secondo Di Maio.

Dal momento che il ministro ha parlato di «treni per i pendolari» per fare il nostro calcolo abbiamo preso come riferimento i treni regionali, escludendo quindi tutti quelli ad alta velocità. Come ha scritto Giorgio Stagni – ingegnere ambientale ed esperto di trasporti su rotaia che dal 2002 lavora presso l’ufficio del Servizio Ferroviario della Regione Lombardia- un treno composto da una locomotiva e da sei carrozze ha un costo pari a circa 9,6 milioni di euro. Dunque, possiamo stimare che i treni regionali acquistabili siano circa 104, un dato abbastanza prossimo a quello fornito dal ministro.

Tirando quindi le fila, sono sostanzialmente corretti i calcoli che il ministro Di Maio ha fatto riguardano le ambulanze e i treni, mentre sono imprecisi quelli relativi a scuole, aule scolastiche e medici.

Il verdetto

Luigi Di Maio ha dichiarato che nei prossimi 10 anni il taglio dei parlamentari farà risparmiare allo Stato italiano un miliardo di euro.

Il leader del M5s è impreciso: secondo i nostri calcoli, in dieci anni verrebbero risparmiati 817 milioni.

Per quanto riguarda quello che Di Maio pensa si possa fare con quel miliardo di euro risparmiato, i conti del ministro sono parzialmente corretti. Sono infatti corretti i calcoli che riguardano le ambulanze e i treni, e cioè rispettivamente l’acquisto di circa 13.000 ambulanze e 133 nuovi treni. Sono invece imprecisi i calcoli relativi a scuole, aule scolastiche e medici.

Nel complesso, dunque, la dichiarazione di Di Maio è leggermente imprecisa ma sostanzialmente corretta.

Per il ministro degli Esteri quindi un «C’eri quasi».