Ospite della trasmissione di Bruno Vespa, Porta a Porta, Silvio Berlusconi ha citato alcuni dati sul mercato del lavoro, paragonando la situazione attuale con quella dell’ultimo governo di cui è stato presidente del Consiglio (2008-2011). In particolare, il leader di Forza Italia ha parlato del tasso di disoccupazione italiano, in confronto a quello dell’Unione europea, e del tasso di disoccupazione giovanile. Vediamo se i numeri tornano.

Disoccupazione: un confronto con l’Europa

Il governo Berlusconi IV

L’ultimo dei quattro governi con Berlusconi a capo della Presidenza del Consiglio è rimasto in carica dall’8 maggio 2008 al 16 novembre 2011.

In quel lasso di tempo, l’Unione Europea era da 27 Paesi: i membri attuali ad esclusione della Croazia (entrata nell’UE nel 2013). Se guardiamo alle medie annuali, disponibili sul database Eurostat, è vero che l’Italia ha avuto con costanza un tasso di disoccupazione più basso della media UE di allora.

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Nel 2008, il tasso di disoccupazione nazionale si attestava al 6,7%, contro una media Ue del 7%: la differenza era di 0,3 punti percentuali in favore dell’Italia. L’anno successivo, questa differenza è salita a 1,3 punti (7,7% contro 9%) per poi assestarsi sull’1,2 per cento nel 2010-2011 (in entrambi gli anni le medie furono dell’8,4% contro il 9,6%). Durante l’ultimo governo Berlusconi, insomma, il divario è stato inizialmente di appena 0,3 punti percentuali, e negli anni successivi si è attestato tra l’1,2% e l’1,3%.

Berlusconi sarebbe stato più vicino al vero se avesse fatto riferimento alla sola Eurozona, dove in quegli anni il tasso di disoccupazione è stato più alto: rispettivamente del 7,6% (2008), 9,5% (2009) e 10,1% (2010 e 2011). In questo caso, il divario a vantaggio dell’Italia aumenta allo 0,9% per il primo anno, e poi all’1,8% nel 2009 e all’1,7% nel 2010-2011.

La situazione attuale

Ad oggi, secondo le rilevazioni più recenti, con i dati a dicembre 2017, il tasso di disoccupazione in Italia è al 10,8%, mentre quello dell’Unione Europea è del 7,3%. Dunque, il divario a sfavore dell’Italia è di 3,5 punti percentuali in più rispetto alla media europea.

Se guardiamo agli ultimi anni, la situazione è poco diversa. Nel 2016, la media annua della disoccupazione italiana era di oltre tre punti superiore a quella europea (11,7% contro 8,6%); l’anno precedente era di 2,5 punti percentuali (11,9% contro 9,4%).

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Il divario si riduce se consideriamo la sola zona euro: a dicembre 2017, quest’ultima segnava un tasso di disoccupazione dell’8,7%, dunque 2,1 punti in meno dell’Italia. Di nuovo l’affermazione di Berlusconi sarebbe corretta se fosse stata espressa in relazione alla sola zona della moneta unica.

La disoccupazione giovanile

Berlusconi ha anche parlato del tasso di disoccupazione giovanile, definendo la situazione “drammatica” e collocandola al 32%.

Il dato è corretto. Secondo l’Istat, a dicembre 2017 il tasso di disoccupazione dei 15-24enni (cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi), è pari al 32,2%. Il dato è in leggero calo percentuali rispetto al mese precedente e inferiore di oltre dieci punti rispetto a quattro anni fa.

Un tasso di disoccupazione del 32,2% non significa, comunque, che “tre giovani su dieci non hanno un lavoro”, come dice Berlusconi. Infatti, come specifica l’Istat, che “dal calcolo del tasso di disoccupazione sono per definizione esclusi i giovani inattivi, cioè coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, nella maggior parte dei casi perché impegnati negli studi, condizione prevalente in queste età”.

“Tenendo conto anche di questi giovani inattivi – prosegue l’Istat nel suo report più recente – l’incidenza dei disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è invece pari all’8,2% (cioè meno di un giovane su 10 è disoccupato), in calo di 0,2 punti rispetto a novembre”.

Dunque affermare che “tre giovani su dieci non hanno un lavoro” è scorretto. Bisognerebbe dire che tre giovani su dieci “tra quelli che cercano lavoro” (una minoranza, in questa fascia d’età) non lo trovano.

Il verdetto

Prendendo in considerazione l’ultimo governo Berlusconi, è vero che il tasso di disoccupazione italiano era inferiore rispetto a quello dell’Unione europea, ma di circa un punto percentuale, non di due come affermato dall’ex presidente del Consiglio. Anche il dato attuale è impreciso, se riferito all’Unione europea: l’Italia ha 3,5 punti, e non di 2, di tasso di disoccupazione in più. Se si considera invece, all’interno dell’Ue, la sola zona euro l’affermazione di Berlusconi è invece sostanzialmente corretta: tra il 2009 e il 2011 l’Italia aveva un tasso inferiore di disoccupazione inferiore di circa due punti, e adesso ne ha uno superiore di altrettanto. Per quanto riguarda la disoccupazione giovanile, infine, il dato presentato da Berlusconi è sostanzialmente corretto ma è sbagliata la conseguenza che l’ex Cavaliere ne trae: non è infatti vero che 3 giovani su 10 non abbiano un lavoro. Nel complesso, dunque, per Berlusconi un “C’eri quasi”.

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2018-02-23 09:14:47 UTC




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C’eri quasi


«Fin quando siamo stati al governo noi, avevamo una disoccupazione inferiore di due punti alla media europea, oggi abbiano una disoccupazione superiore di due punti alla media europea. La disoccupazione giovanile è addirittura drammatica, al 32%; significa che 3 giovani su 10 non hanno un lavoro»




Silvio Berlusconi

ex presidente del Consiglio

https://www.raiplay.it/video/2018/02/Porta-a-Porta-0bea0b69-12ce-4ed6-93de-400ff02093cb.html



Porta a Porta, Rai

mercoledì 14 febbraio 2018

2018-02-14