Uno dei temi ricorrenti nel dibattito italiano sulla giustizia è la modifica della legge sulla prescrizione: molti dicono che un numero eccessivo di reati vada estinto proprio perché i termini entro cui, secondo la legge, bisogna arrivare a una condanna sono troppo stretti. Ospite della trasmissione Che tempo che fa su Raitre, Matteo Renzi ha parlato della prescrizione e ha accusato implicitamente di incoerenza l’esponente del M5S Luigi Di Maio, dicendo che una legge in materia è stata già votata e che il movimento ha votato contro.



La prescrizione per la corruzione



Poco più di un anno fa, il 24 marzo 2015, è stato approvato alla Camera un disegno di legge – con prima firmataria la deputata del Pd Donatella Ferranti – che aumenta i tempi della prescrizione proprio per i reati di corruzione (qui il testo del provvedimento approvato alla Camera). Più in particolare, il reato di corruzione è definito dagli articoli 318-322 del nostro codice penale, mentre l’articolo 157 si occupa della prescrizione: nel testo approvato dalla Camera, i tempi di prescrizione sono aumentati della metà per i reati previsti agli artt. 318, 319 e 319 ter.



Che cosa è successo da allora? Dopo il voto della Camera, il ddl è poi passato al Senato, dove è fermo in commissione Giustizia. Pochi giorni fa è stato annunciato che il ddl verrà unito a quello di riforma del processo penale, anch’esso già approvato in prima lettura dalla Camera e all’esame del Senato.



Insomma, è vero, come dice Renzi, che un testo sulla prescrizione per la corruzione è stato “votato”, ma l’approvazione definitiva non è ancora avvenuta. Al di là della procedura, la questione principale è il disaccordo politico tra gli alleati di maggioranza: ancora il 28 aprile scorso Renato Schifani, capogruppo di Area Popolare (che comprende Ncd e Udc) al Senato, ha dichiarato che “non c’è nessun accordo” sul tema della prescrizione.



Chi ha votato contro e chi ha favore



OpenPolis ci permette di vedere le posizioni delle forze politiche parlamentari nel voto di marzo 2015. Oltre alla scheda dedicata al provvedimento attualmente fermo al Senato, si può consultare l’esito della votazione del 24 marzo, quando il ddl venne approvato con 274 favorevoli, 26 contrari e 121 astenuti. Proprio tra gli astenuti (non tra i contrari, come ha detto Renzi) si trovano gli esponenti del Movimento 5 Stelle e anche l’onorevole Luigi Di Maio.



Il verdetto



Renzi dice che l’allungamento dei tempi per la prescrizione è già stato votato in parlamento e che allora Di Maio votò contro. C’è stato effettivamente un primo voto alla Camera su un ddl in materia, il cui destino parlamentare è molto lungo e faticoso. In quella occasione, però, il M5S – e Di Maio – si astennero e non votarono contro. “Nì” per il Presidente del Consiglio.