Era un po’ che non sentivamo questa affermazione. Con numeri diversi (quasi) ogni volta, il concetto di fondo – l’Italia versa all’Ue più di quanto non riceva – è apparso in dichiarazioni di politici di ogni fede politica, specialmente durante le scorse elezioni europee. In maniera quasi identica l’ha detta proprio Renzi quasi un anno fa. Come allora, anche dal palco dell’Assemblea del Pd, il Premier è decisamente generoso nel riportare il contributo italiano all’Ue, pur senza aver torto nel segnalare che siamo “contribuenti attivi”. Vediamo i dati.
Quanto versiamo e quanto riceviamo
Come si può vedere in questa sezione interattiva del sito della Commissione Europea, nel 2013 dall’Italia sono confluiti nelle case dell’Ue 17,2 miliardi di euro (se si guarda al totale delle risorse proprie) o 15,7 miliardi di euro (contributo nazionale)*. Renzi arrotonda per eccesso il contributo italiano – ancora di più se si vuole guardare al 2014, quando le risorse proprie nazionali erano pari a 16,4 miliardi di euro (si veda la tavola 6 a pagina I/17 del bilancio adottato).
Sempre avvalendoci del grafico interattivo della Commissione apprendiamo che nel 2013 in Italia sono stati spesi 12,6 miliardi di euro. Attraverso una rapida proporzione ci si rende conto che l’Italia riceve indietro quasi tre quarti (73%) di quello che mette nel bilancio Ue, altro che “poco più della metà”!
Classifica dei contribuenti attivi
Selezionando dal grafico della Commissione l’opzione ‘Operating Budgetary Balance’ dalla tendina possiamo vedere che nel 2013 l’Italia era non il secondo contribuente attivo (fondi contributi-fondi ricevuti) bensì il quarto dopo Germania, Regno Unito e Francia**. Difficile sostenere che ci troviamo “insieme alla Francia”, quando il nostro saldo netto verso l’Ue era pari a -3,8 miliardi di euro rispetto ai -8,4 dei cugini transalpini. Bisognerebbe tornare indietro al 2011 (e anche prima) per trovare una parziale conferma di quanto affermato da Renzi. Qui in basso riassumiamo il saldo contributivo delle principali economie europee nei confronti dell’Unione.
Il verdetto
Le prime due imprecisioni che commette Renzi sarebbero ognuna da “C’eri quasi”. L’Italia ha versato 17,2 miliardi nel 2013 e 16,4 nel 2014 – quindi non è proprio corretto dire “quasi 20 miliardi”. Inoltre ha ricevuto indietro non “poco più della metà” ma quasi tre quarti. Più grave l’errore sul contributo attivo in termini assoluti del nostro Paese, che è marcatamente inferiore a quello francese e ci colloca al quarto posto, non al secondo. Complessivamente la visione che ne emerge è quella di un Paese che contribuisce molto più al bilancio Ue di quanto non faccia, per quanto sia vero che è uno dei principali contribuenti netti. “Nì” per il Premier.
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* Per maggiori informazioni sulla differenza tra contributo nazionale e risorse proprie invitiamo a leggere questa vecchia analisi.
** Il termine “contribuente attivo” e il fatto che Renzi abbia appena fatto notare la differenza tra quanto l’Italia paga e quanto riceve dal bilancio europeo ci porta a pensare che il Premier si riferisse al saldo operativo. Anche laddove intendesse i contributi assoluti, l’Italia ha versato, come abbiamo visto, 17,2 miliardi di euro nel 2013. Ciò la renda non seconda con la Francia (23,3 miliardi) bensì terza “con il Regno Unito”, che ne versa 17,1.
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