La crisi greca si è avvicinata ad un drammatico finale, con il referendum annunciato da Tsipras vissuto ormai come una consultazione sulla permanenza nella moneta unica. Sono tantissimi i punti su cui si potrebbe soffermare il fact-checking ma sicuramente uno dei più importanti è quello delle pensioni, che consumano circa il 14,1% del Pil greco (in Italia è il 14,9 – la media Ocse è 9,5%).



Jean-Claude Juncker

“Non ci sono tagli alle pensioni in questo pacchetto – non ci sono tagli alle pensioni”.






Nella conferenza stampa indetta in seguito all’annuncio del referendum da parte di Alexis Tsipras, il Presidente della Commissione Jean-Claude Juncker non ha risparmiato critiche al Premier greco. Ha inoltre dichiarato senza mezzi termini che il pacchetto era socialmente equo, sottolineando due volte che non prevedesse tagli alle pensioni. Questa frase è stata ripetuta quasi parola per parola da Martin Schulz qualche momento più tardi.

Tuttavia, mentre parlava Juncker c’era già chi metteva in dubbio le sue parole. Il corrispondente da Bruxelles del Financial Times Peter Spiegel, per esempio, tweettava contrariato (si veda qui e qui). Come si può vedere nell’ultima versione del pacchetto pubblicato dalla Commissione Europea per “maggiore trasparenza” – alle pensioni è dedicato un capitoletto (4 – pagina 3). Dalle riforme è richiesto l’ottenimento di un risparmio permanente di 0,25-0,5% del Pil nel 2015 e 1 punto nel 2016. Tra le proposte per ottenere suddetti risparmi anche la graduale eliminazione dello stanziamento di solidarietà (ΕΚΑΣ) per le pensioni più basse. Come fa notare il think-tank Bruegel, questo è uno dei punti più spinosi dell’intero accordo. Visto che tale eliminazione dovrebbe partire subito per il quintile più alto, non si può dire che non ci sia un taglio delle pensioni.











Alexis Tsipras

“L’età media di partenza dal mercato del lavoro per gli uomini in Grecia è 64,4 anni, ovvero 8 mesi prima dei 65,1 della Germania mentre le donne vanno in pensione ai 64,5 anni, circa 3,5 mesi dopo delle donne tedesche (64,2 anni)”.







In un’intervista di qualche settimana fa sul giornale tedesco Der Taggesspiegel (qui in greco) Tsipras parlò di pensioni. Altro che baby-pensionati, diceva il Primo Ministro greco, l’età media dell’uscita dal mercato di lavoro sarebbe quasi la stessa tra gli uomini greci e tedeschi e addirittura più alta per le donne greche rispetto alle tedesche.

Le fonti più affidabili in questo contesto ci sembrano essere l’Ocse ed Eurostat, purtroppo entrambe si fermano al 2012.

Secndo l’Ocse, nel periodo 2007-2012 l’età media effettiva di pensionamento era 61,9 per gli uomini greci e 62,1 per quelli tedeschi; per le donne la forchetta si allarga, con un’età di pensionamento effettivo di 60,3 per le greche ma 61,6 per le tedesche.

Più netta la divergenza secondo i dati Eurostat, che misurano l’eta media del primo pagamento pensionistico ricevuto nel 2012. Per la Grecia l’età media era 58 anni per gli uomini e 57,5 per le donne. In Germania lo stesso indicatore era 61,2 e 61.

Tiriamo le somme: è vero che l’età media di pensionamento effettivo è solo di qualche mese più bassa tra i greci che tra i tedeschi, mentre non è vero che le greche vanno in pensione prima delle tedesche. Inoltre i dati Eurostat sul godimento dei trattamenti pensionistici indicano che almeno nel 2012 questi venivano incassati dai greci qualche anno prima dei tedeschi. Rimane da vedere se le riforme attuate nel frattempo avranno assottigliato la differenza, ma almeno dala nostra ricerca non troviamo dati più aggiornati dei sopracitati [se avete visto dati affidabili più aggiornati, inviateceli
qui e integreremo l’analisi!].



Per chi fosse interessato a scoprire di più sul sistema pensionistico greco, consigliamo di consultare i dati Ocse nel widget qui sotto, scegliendo gli indicatori ed i Paesi con i quali si desidera confrontare il Paese ellenico.