Contratto Lega-M5s: mantenuta una promessa su otto

Ansa
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Aggiornamento (2 settembre 2019): Il titolo originale di questo articolo era Contratto Lega-M5s: una promessa mantenuta su 10, ma questa proporzione era sbagliata: le mantenute sono una su otto.

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Il 20 agosto 2019, dopo un lungo discorso al Senato, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato la fine del governo Lega-Movimento 5 stelle.

In aula, Conte ha criticato il suo vice Matteo Salvini, dicendo che «sottoscrivendo un Contratto di governo […] bisogna essere consapevoli che si assumono specifici doveri e specifiche responsabilità nei confronti dei cittadini e verso lo Stato».

Anche un articolo sul Blog delle Stelle, il giorno prima,aveva accusato il ministro dell’Interno di aver «tradito gli italiani» e «stracciato il Contratto di governo».

Non solo. Il 22 agosto, dopo le consultazioni al Quirinale, il capo politico del M5s Luigi Di Maio ha elencato 10 punti prioritari per un nuovo esecutivo, che di fatto erano già quasi tutti contenuti nel Contratto.

Ma quante promesse di questo accordo, firmato a maggio 2018 in vista dell’alleanza M5s-Lega, sono state davvero mantenute?

I quattro verdetti

Per rispondere a questa domanda, abbiamo monitorato con il progetto Traccia il Contratto l’avanzamento di tutti i 317 impegni verificabili contenuti nell’intesa tra Di Maio e Salvini.

Per ogni promessa, una scheda spiega nel dettaglio che cosa è stato fatto (e no), con numeri e link alle fonti ufficiali, ed è stato poi assegnato un verdetto riassuntivo, sulla base di quanto fatto da governo e maggioranza:

• Mantenuta: Le promesse per cui il governo ha preso provvedimenti concreti e definitivi per tenere fede alla parola data.

• Mantenuta in parte: Le promesse per cui il Parlamento o l’esecutivo hanno ottenuto alcuni risultati, senza però riuscire a completare del tutto l’impegno preso.

• Non mantenuta: Le promesse per cui è stato fatto poco o nulla.

• Compromessa: Gli impegni in cui il governo ha fatto l’opposto di quanto firmato nel Contratto o ha preso provvedimenti che ne rendono più difficile la realizzazione.

Un po’ di numeri

Secondo il nostro “promessometro”, dal 1° giugno 2018 a fine agosto 2019 Lega e M5s hanno mantenuto il 13 per cento delle promesse (42), mentre le “Non mantenute” sono la maggioranza: oltre una su due (il 51 per cento), per un totale di 162.

In 10 occasioni, il governo ha fatto l’esatto contrario rispetto alla parola data, mentre per 103 impegni qualcosa è stato fatto senza però realizzare del tutto la promessa.
In concreto, il governo, che è stato in carica 453 giorni al 28 agosto, ha portato a termine un impegno ogni dieci giorni circa. Se Lega e M5s fossero rimasti insieme per gli altri quattro anni della legislatura, con questo ritmo il Contratto sarebbe stato completato circa al 60 per cento.

Tra le 42 promesse mantenute, le più significative sono quelle sull’introduzione del reddito di cittadinanza e di “quota 100”, le due misure di bandiera del governo Conte. Il codice etico per i membri dell’esecutivo è stato sempre rispettato, così come l’impegno di tagliare le pensioni d’oro, di risarcire i risparmiatori “espropriati”, di riformare la legittima difesa e di inasprire le pene per le violenze sessuali.

Ma anche tra le 162 promesse non mantenute ci sono provvedimenti ritenuti imprescindibili da Lega e M5s. Ad oggi, la flat tax euna legge sul conflitto di interessi, così come il salario minimo orario, non sono stati introdotti. Tutti i progetti di riforma dei trattati europei sono rimasti soltanto intenzioni, così come diversi interventi in tema di immigrazione – i rimpatri, per esempio, non sono aumentati – e di università e ricerca.

Dall’aumento di Iva e accise alle sanzioni contro la Russia, passando per la riduzione della pressione fiscale, in quasi 14 mesi di governo Lega e M5s hanno votato provvedimenti che vanno nella direzione opposta rispetto a quella tracciata dal Contratto di governo. In totale, la maggioranza ha compromesso il mantenimento di dieci promesse.

Infine, per quasi il 33 per cento degli impegni (103) qualcosa è stato fatto, seppure in via non definitiva per rispettare la parola data. È questo il caso, per esempio, dell’Ilva di Taranto e della Tav Torino-Lione, il contrasto al cambiamento climatico, le nuove assunzioni nella sanità e le misure di sostegno alla disabilità.

In giro per il mondo

Traccia il Contratto si ispira ad altri “promessometri” nati negli ultimi anni in diversi Paesi del mondo.

In particolare, la nostra piattaforma è stata sviluppata con il supporto tecnologico del team di Asl19, che cura Rouhani Meter: un progetto realizzato per monitorare le promesse del presidente dell’Iran Hassan Rouhani.

Negli Stati Uniti, le promesse lanciate in campagna elettorale da Donald Trump sono invece “tracciate” dal Trump-O-Meter di PolitiFact – sito di fact-checking vincitore di un premio Pulitzer nel 2009, che aveva già fatto un progetto simile per Barack Obama – e dal Trump Promise Tracker del Washington Post.

Africa Check – un’organizzazione di fact-checking attiva in alcuni Paesi africani – monitora invece l’avanzamento delle dieci promesse chiave fatte dai governi della Nigeria, del Sud Africa e del Kenya, così come Trudeau Meter monitora le 231 promesse fatte dal primo ministro del Canada Justin Trudeau.

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