L’Ue e la forma dei cetrioli: una vecchia storia dura a morire

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In vista delle elezioni europee di maggio, un nuovo sondaggio – condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Exeter, nel Regno Unito, in collaborazione con FactCheckEu – ha studiato la percezione che oltre 6 mila cittadini di sei diversi Stati europei (Francia, Germania, Polonia, Italia, Spagna e Svezia) hanno delle istituzioni Ue e delle organizzazioni di fact-checking. In questa ricerca, è stata valutata anche l’eventuale presenza di pregiudizi e quanto sanno dell’Europa gli intervistati.

Per esempio, sapreste dire quanti dei 160 miliardi di euro del budget annuale dell’Ue viene usato per spese di carattere amministrativo? Probabilmente no, come conferma anche il sondaggio: il 61 per cento degli intervistati dice di non conoscere la risposta.

Chi ha provato a indovinare ha invece sbagliato, e non di poco. In media, i cittadini europei dei sei Paesi analizzati pensano che il 34 per cento del budget dell’Ue sia speso in amministrazione, mentre la percentuale corretta è il 6 per cento.

Come italiani, siamo invece più bravi quando c’è da sapere se siamo contributori netti o meno dell’Ue, cioè se diamo più soldi di quanti ne riceviamo indietro. Il 53 per cento degli intervistati del nostro Paese dice correttamente che spendiamo più di quanto ci venga ridato dall’Ue, mentre solo il 17 per cento pensa che valga l’opposto.

Un dato curioso riguarda invece le normative che l’Europa applica in tema di frutta e verdure.

Da anni, per esempio, continua a circolare nel continente la notizia secondo cui l’Ue impone limiti specifici alla curvatura dei cetrioli (o delle banane). In effetti, nel giugno del 1988, il regolamento 1677/88 della Commissione europea aveva stabilito una serie di norme da rispettare per garantire qualità ai cetrioli. Una specifica sezione era dedicata alla loro curvatura, stabilendo ad esempio che «i cetrioli leggermente ricurvi possono avere un’altezza massima dell’arco di 20 mm per 10 cm di lunghezza».

In realtà questa regola, pur esistendo in passato, è stata poi abolita. Non esiste più da circa un decennio: come viene infatti riportato dalle stesse istituzioni europee, dal 30 giugno 2009 il regolamento non è più in vigore. Nel 2008, commentando l’abolizione, l’allora commissario all’Agricoltura Mariann Fischer Boel dichiarò che sarebbe iniziata una «nuova era per i cetrioli curvi e le carote coi bitorzoli».
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Secondo il recente sondaggio, il 42 per cento degli intervistati italiani pensa, invece, che questa regola esista ancora, contro il 56 per cento dei tedeschi e il 51 per cento dei polacchi.

I ricercatori hanno anche provato a rilevare che cosa spinga alcune persone a credere di più a notizie false che riguardano l’Unione europea, chiedendo loro di indicare con un valore da 1 a 10 che cosa pensassero delle istituzioni Ue.

Chi, per così dire, dà voti più bassi è più propenso ad avere pregiudizi negativi, non confermati dai fatti, nei confronti dell’Europa. Ma questa distorsione vale anche al contrario: chi ha una buona oppure ottima opinione dell’Ue finisce per credere con più facilità a notizia false che mettono in buona luce le istituzioni europee.

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