La fonte principale dei dati sulle donazioni di vaccini, sia con Covax sia con accordi bilaterali, è la
Covid-19 vaccine market dashboard dell’Unicef, un database che però presenta alcune lacune e imprecisioni. Inoltre i dati di questa dashboard sono consultabili ma non scaricabili, e non è presente neppure l’andamento nel tempo delle donazioni. Insomma, sebbene sia la fonte principale a disposizione, la piattaforma dell’Unicef non è il massimo dal punto di vista della trasparenza e da tempo
sono già stati fatti appelli per avere una maggiore e migliore accessibilità dei dati.
Per leggere le statistiche sulle donazioni, bisogna tenere a mente una distinzione fondamentale: da un lato ci sono le dosi che un Paese ha deciso di donare e che sono state assegnate, dall’altro lato ci sono le dosi effettivamente consegnate ad altri Paesi. Ci sono poi le dosi soltanto annunciate, per le quali le pratiche concrete di donazione non sono state avviate.
Unendo i dati di
Covax con le
comunicazioni ufficiali del Ministero degli Esteri italiano, si scopre che al 27 dicembre l’Italia si è impegnata a donare 54,9 milioni di dosi, assegnando 22,7 milioni di dosi Johnson & Johnson, 20,9 milioni di dosi Astrazeneca, 8,8 milioni di dosi Pfizer e 2,5 milioni di dosi Moderna.
Per quanto riguarda le dosi “assegnate”, dunque,
abbiamo raggiunto una cifra superiore alle 45 milioni di dosi promesse a settembre. Il problema è che non tutte le 54,9 milioni di dosi “assegnate” sono state consegnate. Di queste, al 27 dicembre risultano effettivamente inviate ad altri Paesi 15 milioni di dosi Astrazeneca, 13,4 milioni di dosi Johnson & Johnson, 2,6 milioni di dosi Pfizer e 1,9 milioni di dosi Moderna (Grafico 1). In totale, stiamo parlando di quasi 33 milioni di dosi, cifra assai più bassa dei 45 milioni promessi.