Tra Meloni e Draghi chi sbaglia di più sui vaccinati contagiosi?

Pagella Politica
Il 5 agosto, ospite a Stasera Italia su Rete 4, la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha criticato l’obbligo di avere il certificato verde per la Covid-19 (il cosiddetto green pass) per svolgere determinate attività o accedere a luoghi a rischio assembramenti. Dal 6 agosto questo documento è per esempio richiesto per andare ai ristoranti al chiuso, in musei o palestre, e da settembre l’obbligo sarà anche valido, tra le altre cose, per andare a scuola o prendere i trasporti a lunga percorrenza.

In breve: secondo Meloni, il green pass – che si ottiene con il vaccino, un test negativo o la guarigione dalla malattia – non dà la certezza al suo possessore, in particolare ai vaccinati, di non essere contagioso.

Nel difendere la sua posizione la presidente di Fratelli d’Italia ha accusato (min. 7:00) il presidente del Consiglio Mario Draghi di aver detto il «falso» in una conferenza stampa dello scorso 22 luglio. Nello specifico, Draghi aveva dichiarato ai giornalisti che il green pass dà ai cittadini la «garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose». Secondo Meloni, questo non è vero perché i dati dicono che «tu, vaccinato o non vaccinato, puoi contagiarti ed essere contagiato esattamente come un non vaccinato». All’obiezione della conduttrice Veronica Gentili, secondo cui i vaccini riducono anche la trasmissione del virus, Meloni ha subito risposto: «Diciamo che ti contagi di meno, ma i dati in teoria non lo dicono: ti contagi di meno, ma comunque ti contagi».

Come stanno davvero le cose? Chi è vaccinato non è contagioso, come ha detto Draghi ormai due settimane fa, oppure può contagiarsi «esattamente» come un non vaccinato, come sostiene Meloni? Al momento le evidenze scientifiche a disposizione danno torto a entrambi. Da un lato, con il vaccino si ha un significativo abbattimento del rischio di contrarre il virus e, nell’ipotesi minoritaria in cui pur vaccinati ci si contagi, una forte riduzione del rischio di trasmetterlo. Ma non c’è una «garanzia» di non prendere il virus e di poter contagiare gli altri. Dall’altro lato, è falso che vaccinati e non vaccinati si contagiano e contagiano allo stesso modo. Vediamo perché.

L’errore di Meloni

Come abbiamo spiegato in passato in altri fact-checking e come hanno chiarito in diversi approfondimenti i nostri colleghi di Facta, è sbagliato sostenere, come fa Meloni, che un vaccinato contro la Covid-19 può contagiarsi e contagiare con la stessa probabilità di un non vaccinato.

All’inizio della campagna vaccinale c’era maggiore incertezza sul fatto che i vaccini fossero in grado di contrastare la trasmissione del virus, mentre avevano mostrato nella sperimentazione ottimi risultati nel ridurre i casi sintomatici della malattia, e i conseguenti ricoveri in ospedale e i decessi.

Negli ultimi mesi diverse evidenze raccolte in studi scientifici – qui spiegate più nel dettaglio in una recente analisi di Facta – hanno mostrato che la probabilità di essere infettati con il coronavirus, e successivamente di trasmetterlo, magari asintomaticamente, è ridotta grazie all’azione dei vaccini. Non è ancora chiaro in termini percentuali, con una certa precisione, quanto i vaccini siano effettivamente in grado di ridurre le infezioni e di conseguenza i contagi (su questo ci torneremo meglio tra poco). Secondo alcune stime dell’Istituto superiore di sanità (Iss), i vaccini contro la Covid-19 proteggerebbero all’88 per cento circa dall’infezione. Inoltre, come abbiamo spiegato in passato, i vaccinati che sfortunatamente si contagiano (il 12 per cento del totale secondo le stime appena viste) hanno comunque tra il 70 e l’85 per cento di possibilità di non trasmettere poi il virus.

Dunque quello che ormai sembra essere assodato è che i vaccini, oltre a ridurre fortemente le forme gravi della malattia e i decessi, ostacolano anche la circolazione del virus in misura significativa. Detta altrimenti, più sono i vaccinati contro la Covid-19, meno il virus circola. Al momento in Italia poco più di un italiano su due è stato completamente vaccinato, quindi c’è ancora buona parte della popolazione scoperta.

L’errore di Draghi

Ma anche quanto sostenuto da Draghi il 22 luglio è sbagliato: non c’è nessuna «garanzia» che chi è vaccinato non possa essere infetto e contagioso. E discorso analogo vale anche per chi ha ottenuto il green pass con un test negativo o dopo essere guarito.

Da un lato, come abbiamo accennato sopra, l’efficacia dei vaccini contro l’infezione è molto elevata ma non è totale (caratteristica che peraltro vale per tutti i vaccini esistenti per le altre malattie). Anzi, nelle ultime settimane hanno fatto molto discutere i contagi registrati tra i vaccinati, ma come ha chiarito l’Iss è normale che, con l’aumentare della copertura vaccinale nella popolazione, si registrino anche più casi di contagi tra i vaccinati (Figura 1). È una questione di matematica.
Figura 1. Il paradosso dei contagi tra i vaccinati, spiegato dall’Iss
Figura 1. Il paradosso dei contagi tra i vaccinati, spiegato dall’Iss
Dall’altro lato, c’è poi sempre la possibilità che anche un tampone molecolare o antigenico negativo effettuato nelle ultime ore – con cui si può avere il green pass – possa dare come risultato un falso negativo (ossia che una persona infetta risulti senza il virus) o che un guarito possa essere reinfettato senza saperlo. Entrambi questi casi, seppure non da escludere, avvengono comunque in rari casi.

Facciamo chiarezza

Il punto principale da comprendere è che il green pass riduce fortemente – ma non annulla del tutto – la possibilità che in un determinato luogo, a rischio assembramenti, ci siano persone contagiate con il coronavirus, e dunque contagiose. La comparsa di varianti più contagiose e in grado di ridurre, solo in parte, l’efficacia dei vaccini, complica poi le cose. Semplificando, perché aumenta la probabilità che chi è vaccinato possa aver contratto la variante e diffonderla.

Anche qui però è bene fare chiarezza. Come hanno sottolineato, evidenze scientifiche alla mano, i nostri colleghi di Facta, anche se un vaccinato si dovesse infettare allo stesso modo (per esempio con la stessa carica virale) di un non vaccinato – lo scenario ipotizzato da Meloni – la probabilità generale che una persona vaccinata trasmetta il virus resta inferiore. Ancora una volta: i vaccini contribuiscono chiaramente a rallentare la circolazione del virus.

In conclusione

La presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha argomentato la sua posizione contraria all’obbligo di avere il green pass per determinate attività, dicendo che, secondo i dati, un vaccinato contro la Covid-19 può contagiarsi e contagiare «esattamente» come un non vaccinato. Secondo Meloni, sarebbe dunque «falso» quanto sostenuto dal presidente del Consiglio Mario Draghi, ossia che il green pass dà la «garanzia» di trovarsi tra persone «non contagiose».

Al di là di che cosa si pensi sull’obbligo di avere il green pass o meno, non è vero che i vaccinati si contagiano e diffondono il virus allo stesso modo di quello che avviene per i non vaccinati. Ormai diverse evidenze scientifiche hanno mostrato che i vaccini contro la Covid-19 proteggono, oltre che dalle ospedalizzazioni e dalla morte, anche dall’infezione e dal successivo contagio di altre persone.

A differenza di quanto sostiene Draghi, però, non si ha la certezza, una volta vaccinati, di non poter contrarre il virus e di diffonderlo (discorso analogo vale per un test negativo o dopo essere guariti). Resta un margine di possibilità – ampiamente minoritario ma incrementato con la comparsa di varianti più contagiose – che dopo il vaccino ci si possa infettare, magari asintomaticamente, e di diffondere il contagio.

L’obiettivo del green pass è in ogni caso quello di ridurre – vista l’impossibilità di azzerare – la possibilità che, all’interno di determinate circostanze, sia più probabile la circolazione del virus.

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