Quando Wilders diceva di non dare neppure un centesimo all’Italia

Il Partito per la libertà ha vinto le elezioni nei Paesi Bassi e la Lega ha esultato. Ma nel 2020 il leader dello schieramento olandese era contrario ad aiutare gli altri Paesi europei contro la crisi causata dalla pandemia
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Mercoledì 22 novembre nei Paesi Bassi si sono tenute le elezioni per il rinnovo del Parlamento. Il partito più votato è stato il Partito per la Libertà (PVV, dall’olandese Partij voor de Vrijheid) guidato da Geert Wilders. Il PVV, un partito di estrema destra nazionalista, ha raccolto quasi il 25 per cento dei consensi e ora bisognerà capire se sarà in grado di allearsi con altri partiti per governare il Paese.

Il leader della Lega Matteo Salvini si è congratulato sui social network con Wilders per la «straordinaria vittoria elettorale», definendo l’olandese uno «storico alleato della Lega». Tra i partiti all’opposizione, invece, c’è chi ha ricordato come in passato lo stesso Wilders abbia preso posizioni contro l’Italia. Per esempio la parlamentare europea del Partito Democratico Irene Tinagli ha pubblicato su X una foto del leader del PVV mentre tiene in mano un cartello con scritto: «Geen cent naar Italie!», che in italiano significa: «Neanche un centesimo all’Italia!».
La foto di Wilders è reale e fa riferimento a una protesta organizzata il 10 luglio 2020, quindi oltre tre anni fa, dal leader del PVV a L’Aia, una città dei Paesi Bassi. Quel giorno l’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte era in quella città per incontrare l’allora primo ministro olandese Mark Rutte e parlare del cosiddetto Recovery fund, il fondo europeo pensato per finanziare la ripresa economica degli Stati membri dell’Unione europea dopo la crisi causata dalla pandemia di Covid-19. All’epoca proprio i Paesi Bassi, insieme ad altri Paesi, come Austria e Danimarca, erano dubbiosi sulla possibilità di emettere un debito pubblico comune a livello europeo e di raccogliere risorse da distribuire agli Stati Ue, sia in prestito sia a fondo perduto. Nelle settimane successive fu poi trovato un accordo e l’anno successivo furono approvati i vari piani nazionali di ripresa e resilienza.
Intervistato dai giornalisti, Wilders aveva spiegato le ragioni dietro al suo cartello. Secondo il leader del PVV i Paesi Bassi non avrebbero dovuto aiutare l’Italia, visto che gli olandesi dovevano già occuparsi dei loro problemi economici causati dalla crisi. In un breve intervento Wilders aveva dichiarato che gli italiani erano più ricchi degli olandesi (cosa falsa, visto che il reddito pro capite olandese è più alto di quello italiano) e che il governo italiano avrebbe dovuto tassare i suoi cittadini per raccogliere le risorse necessarie per far fronte alla crisi. «Spero sinceramente che, vedendo questo cartello, l’Italia lascerà che gli italiani si arrangino da soli, senza che i Paesi Bassi debbano intervenire», aveva detto Wilders.

Nei mesi e anni successivi il leader del PVV è tornato più volte a protestare contro i fondi europei per la ripresa. Per esempio a febbraio 2022 Wilders ha condiviso sui social network l’articolo di un quotidiano online che spiegava come una parte del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), finanziato con risorse europee, fosse destinata alla ristrutturazione degli edifici italiani. Gli italiani «stanno ristrutturando le loro case con i nostri soldi», aveva scritto su X Wilders, accusando il governo Rutte di essere «malato». 

In passato la Lega e il suo segretario Salvini hanno più volte criticato il Recovery fund, ma per il fatto che fosse finanziato da tutti i Paesi europei. Per esempio due delle critiche più ripetute da Salvini tra maggio e luglio 2020 riguardavano da un lato le tempistiche, con le previsioni iniziali che dicevano che le prime erogazioni dei soldi sarebbero arrivate solo nel 2021, e dall’altro lato la suddivisione in finanziamenti a fondo perduto e prestiti, a detta sua con condizioni troppo poco vantaggiose per l’Italia.

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