Non ci sono prove che il 40 per cento degli stupri è commesso da stranieri

Questa statistica circola da tempo, rilanciata anche dai politici, ma va presa con molta cautela, per una serie di motivi
Pagella Politica
Nelle ultime ore sta circolando molto sui social il dato secondo cui il 40 per cento degli stupri in Italia è commesso dai cittadini stranieri, che corrispondono all’8,5 per cento della popolazione residente nel nostro Paese. Si tratta di una statistica fuorviante, che periodicamente viene sfruttata anche nel dibattito politico italiano e che abbiamo già verificato nel 2018.  

La percentuale del «40 per cento» è stata rilanciata il 25 agosto sulla prima pagina del quotidiano La Verità, dove, sotto al titolo «Porte aperte al prossimo stupratore», il direttore Maurizio Belpietro ha scritto che «quasi il 40 per cento delle violenze è opera loro». «Ci sono reati che vedono una predominanza degli stranieri rispetto agli italiani», si legge nell’articolo di Belpietro. «Tra questi ci sono proprio i crimini sessuali, vale a dire gli stupri. Il 39 per cento è infatti commesso da extracomunitari, ma si dà il caso che gli immigrati non rappresentino il 40 per cento della popolazione, ma l’8 per cento».

A oggi non esistono però dati che permettano di sostenere con affidabilità che quattro stupri su dieci in Italia siano commessi dagli stranieri. La percentuale del 40 per cento è dunque, con molta probabilità, esagerata.

Di che cosa stiamo parlando

Innanzitutto, va chiarito che “violenze sessuali” e “stupri” non sono sinonimi: i secondi sono un sottoinsieme dei primi, dal momento che lo stupro è la forma più estrema di violenza sessuale. Inoltre, il codice penale non fa menzione del termine “stupro”. Questo reato rientra nell’ampia definizione dell’articolo 609 bis del codice penale, che punisce «chi costringe taluno a compiere o subire atti sessuali». Con questa norma, il legislatore ha adottato una definizione generale e onnicomprensiva di violenza sessuale, che fa riferimento a diverse tipologie di atti molto diversi tra loro. Prima del 1996, era invece in vigore la distinzione normativa tra “congiunzione carnale” e “atti di libidine violenta”. 

Dunque, generalizzare il dato sulle violenze sessuali e farlo coincidere con gli stupri rischia subito di dare un’impressione sbagliata del fenomeno. Inoltre, come hanno confermato in passato a Pagella Politica il Ministero dell’Interno, l’Istat e il Ministero della Giustizia, non è possibile individuare il numero dei colpevoli per “stupro” in base alla nazionalità, neppure all’interno del casellario giudiziario.

Vediamo adesso che cosa dicono i dati sulla giustizia.

I dati su denunciati, detenuti e condannati

In base ai dati Istat più recenti, nel 2020 il 41 per cento circa delle persone denunciate o arrestate con l’accusa di violenza sessuale in Italia (1.888 su un totale di 4.595) era composto (Tav. 2) da cittadini stranieri. Una percentuale identica si trova anche nella popolazione carceraria: nel 2020 il 41,5 per cento dei detenuti per violenza sessuale (1.291 su 3.111) era straniero (Tav. 1).

La percentuale del 41,5 per cento compare poi tra le statistiche dei condannati con sentenza irrevocabile per violenza sessuale. Secondo Istat, nel 2017 (ultimo anno per cui Istat ha a disposizione i dati) su 1.693 condannati, 702 provenivano dall’estero.

Ricordiamo, ancora una volta, che in ogni caso “violenza sessuale” non significa necessariamente “stupro”. I dati visti finora vanno letti con cautela per un’altra serie di motivi.

Perché la nazionalità c’entra meno di quello che sembra

Come ha sottolineato l’Istat nell’ultimo rapporto “Delitti, imputati e vittime dei reati”, pubblicato a gennaio 2021, i reati di violenza sessuale – come quelli di lesione, minacce e percosse – «hanno una dimensione sommersa molto elevata». 

Per l’Istat, nelle “violenze sessuali” sono comprese «tutte le situazioni in cui le donne sono costrette a compiere o subire atti sessuali di vario genere contro la loro volontà. Sono considerati: stupro, tentato stupro, molestie sessuali, costrizione a rapporti sessuali con altre persone, rapporti sessuali indesiderati, le attività sessuali fatte per paura delle conseguenze, degradanti e umilianti».

Qui il fenomeno delle sotto denunce è molto ampio. Tra i reati di violenza sessuale «sono molto pochi infatti quelli che sono denunciati dalle vittime, come verificabile dai bassi tassi di denuncia», si legge nel rapporto dell’Istat, che cita un’indagine dell’istituto del 2014, intitolato “La violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia”, dove sono stati stimati e isolati anche i dati sugli stupri.

Secondo questa ricerca, in Italia gli stupri sono commessi in oltre tre quarti dei casi da persone con cui la vittima ha una relazione affettiva o amicale: per la precisione, nel 62,7 per cento dei casi da partner (attuali o precedenti), nel 3,6 per cento da parenti e nel 9,4 per cento da amici. Quelli subiti dalle donne italiane sono stati commessi da italiani in oltre l’80 per cento dei casi (81,6 per cento), da autori stranieri in circa il 15 per cento dei casi (15,1 per cento).

Per quanto riguarda le vittime straniere di violenza sessuale, gli autori sono connazionali nella metà dei casi, esclusi i casi meno gravi di violenza, nei quali l’autore è prevalentemente italiano. Gli stupri subiti dalle donne straniere sono commessi prevalentemente da connazionali (nel 73,2 per cento dei casi), da italiani nel 18 per cento dei casi e dal altri stranieri nel 10,9 per cento dei casi.

In tutto questo c’è, come detto, il problema delle denunce. Nel 2017, in un’audizione in Parlamento, l’allora presidente dell’Istat Giorgio Alleva aveva dichiarato: «È interessante sottolineare che il comportamento di denuncia delle italiane risulta cambiare notevolmente se l’autore della violenza sia straniero». «La quota di vittime di stupro da un autore straniero che dichiara di aver sporto denuncia è infatti oltre 6 volte più alta rispetto al caso in cui l’autore è italiano», ha sottolineato Alleva. «Per il tentato stupro, la differenza è ancora più marcata: la quota di donne che denunciano, nel caso di un autore straniero, è dieci volte più alta rispetto al caso in cui l’autore sia un italiano».

Secondo Istat, dunque, il comportamento di denuncia delle italiane cambia molto quando l’autore della violenza è straniero. Solo il 4,4 per cento delle donne che hanno dichiarato di essere state vittima di stupro da parte di un italiano ha sporto denuncia, mentre se l’autore è straniero la frequenza della denuncia è sei volte maggiore: 24,7 per cento. 

Oltre nove vittime di stupro su dieci, insomma, hanno dichiarato di non aver denunciato il proprio stupratore.

In conclusione, a oggi non esistono dati che permettano di sostenere con affidabilità che quattro stupri su dieci in Italia sono commessi da cittadini stranieri. La percentuale del «40 per cento», che sta circolando molto nelle ultime ore, è dunque, con molta probabilità, esagerata.

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