Domenica 23 ottobre si è concluso il passaggio di consegne tra Mario Draghi e Giorgia Meloni, che è diventata a tutti gli effetti la prima donna a ricoprire l’incarico di presidente del Consiglio nella storia dell’Italia repubblicana. Fin da subito, Meloni ha chiarito che nelle comunicazioni ufficiali si presenterà come “il presidente del Consiglio”, e non come “la presidente del Consiglio”, scegliendo quindi di utilizzare l’articolo maschile per riferirsi al suo ruolo.
Il 24 ottobre la deputata Laura Boldrini, eletta nella lista del Partito democratico, ha criticato la scelta di Meloni, chiedendosi su Twitter: «La prima donna premier si fa chiamare al maschile, il presidente. Cosa le impedisce di rivendicare nella lingua il suo primato?». Secondo Boldrini, infatti «la Treccani dice che i ruoli vanno declinati», e quindi la decisione di Meloni sarebbe impropria. Nel 2013, quando Boldrini era stata eletta presidente della Camera dei deputati, aveva espressamente chiesto di essere chiamata “la presidente della Camera”, e non “il presidente”.
Ma davvero la Treccani stabilisce quali sostantivi o pronomi sia necessario utilizzare nelle comunicazioni istituzionali? Abbiamo fatto un po’ di chiarezza.
Il 24 ottobre la deputata Laura Boldrini, eletta nella lista del Partito democratico, ha criticato la scelta di Meloni, chiedendosi su Twitter: «La prima donna premier si fa chiamare al maschile, il presidente. Cosa le impedisce di rivendicare nella lingua il suo primato?». Secondo Boldrini, infatti «la Treccani dice che i ruoli vanno declinati», e quindi la decisione di Meloni sarebbe impropria. Nel 2013, quando Boldrini era stata eletta presidente della Camera dei deputati, aveva espressamente chiesto di essere chiamata “la presidente della Camera”, e non “il presidente”.
Ma davvero la Treccani stabilisce quali sostantivi o pronomi sia necessario utilizzare nelle comunicazioni istituzionali? Abbiamo fatto un po’ di chiarezza.