Sulla grazia ad Aung San Suu Kyi, Tajani e Casini hanno festeggiato troppo presto

L’ex leader birmana ha ricevuto uno sconto di pena di appena sei anni sui 33 a cui è stata condannata. La soddisfazione dei due politici sembra del tutto fuori luogo 
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Il 1° agosto il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il senatore Pier Ferdinando Casini hanno celebrato sulle loro pagine social ufficiali la «grazia» concessa dalla giunta militare del Myanmar all’ex leader politica del Paese Aung San Suu Kyi, ignorando però un’informazione fondamentale in questa vicenda. 

«La grazia a San Suu Kyi è il più bel finale dopo anni di battaglie per la sua libertà», ha scritto Tajani su Twitter. «Ricordo ancora il nostro incontro 10 anni fa in Myanmar, donna coraggiosa e autorevole da sempre in prima linea per la salvaguardia della democrazia e dei diritti umani».
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«Esprimiamo profonda soddisfazione per la grazia concessa alla leader del popolo birmano, Aung San Suu Kyi», ha scritto invece su Facebook Casini, che in passato è stato presidente della Camera e attualmente fa parte della Commissione Affari esteri e Difesa del Senato, eletto nelle liste del Partito Democratico. «Riteniamo che questo epilogo sia anche il risultato di una mobilitazione straordinaria delle opinioni pubbliche, dei parlamenti e dei parlamentari».
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La soddisfazione di Tajani e Casini, però, sembra del tutto fuori luogo. Come hanno spiegato fonti stampa italiane e internazionali, le autorità birmane hanno annunciato che San Suu Kyi ha ricevuto solo una grazia parziale, concessa con un’amnistia generale che ha coinvolto anche altri prigionieri. San Suu Kyi è stata graziata da cinque delle 19 accuse che le sono state mosse dalla giunta militare: gli anni di detenzione sono così stati ridotti da 33 a 27. Insomma, la vincitrice nel 1991 del premio Nobel per la pace non tornerà in libertà, a differenza di quanto lasciato intendere da Tajani e Casini.

L’ex leader politica birmana, che ha 78 anni, è stata arrestata a febbraio 2021 dopo il colpo di Stato organizzato dai militari. Tra le altre cose San Suu Kyi è stata condannata per aver violato le regole introdotte con la pandemia di Covid-19 e per aver violato atti secretati. Le accuse contro di lei sono state criticate da varie organizzazioni umanitarie indipendenti. Secondo la Bbc, alcuni giorni prima di ricevere la grazia parziale San Suu Kyi sarebbe stata trasferita dal carcere agli arresti domiciliari.

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