Il 3 novembre, ospite a Dritto e rovescio su Rete 4, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha dichiarato (min. 15:31) che il governo dovrà «confermare» per il 2023 il cosiddetto “Superbonus 110 per cento” solo «per le famiglie che guadagnano di meno». Il Superbonus è un incentivo fiscale, introdotto nel 2020 dal secondo governo Conte, con cui lo Stato ricopre interamente le spese per l’efficientamento energetico degli edifici, più un bonus del 10 per cento.
«Se uno si guadagna 500 mila euro o un milione di euro all’anno, la facciata di casa sua o il salotto di casa sua, se lo si può sistemare anche pagandoselo di tasca sua», ha dichiarato Salvini. «Visto che non c’è tutto per tutti, aiutare chi guadagna di meno sarà una nostra priorità». Il leader della Lega non sembra però averla sempre pensata così.
Alla fine dell’anno scorso, con la legge di Bilancio per il 2022, il governo guidato da Mario Draghi è intervenuto sul Superbonus 110 per cento, prorogando l’incentivo fiscale con scadenze differenziate nel tempo a seconda dei beneficiari e dello stato di avanzamento dei lavori. Inoltre, nel disegno di legge presentato dal governo in Parlamento, era stato proposto di limitare il bonus ai proprietari delle villette unifamiliari con un Isee (un indicatore che serve a valutare la condizione economica di una famiglia sulla base del reddito e non solo) inferiore ai 25 mila euro. I partiti non avevano visto di buon occhio questa proposta, che tra l’altro faceva riferimento solo ai proprietari di prime case, e all’inizio del percorso di approvazione in Parlamento si era valutato, secondo fonti stampa, di alzare la soglia a 40 mila euro.
Durante l’esame in Senato, il tetto era stato poi cancellato. E tra i favorevoli all’eliminazione del vincolo c’era proprio Salvini. «Niente tetto Isee per il Superbonus. L’avevamo promesso, l’abbiamo fatto: dalle parole ai fatti», aveva esultato su Twitter il 21 dicembre Salvini. Pochi giorni prima, il 17 dicembre, lo stesso leader della Lega aveva presentato la proposta di ridurre dal 110 per cento all’80 per cento il Superbonus, ma per tutti, «senza limiti Isee».
Un paio di mesi dopo, la posizione della Lega sul Superbonus si è fatta meno chiara. Il 13 febbraio, in un’intervista al Corriere della Sera, l’allora ministro allo Sviluppo economico (oggi ministro dell’Economia) Giancarlo Giorgetti, della Lega, aveva criticato la scelta del Parlamento di non limitare il Superbonus, aggiungendo: «Diamo soldi ai miliardari per ristrutturare le loro quinte case delle vacanze. Ride tutto il mondo» Il giorno dopo, Salvini era intervenuto, di fatto andando contro quanto detto da Giorgetti, sottolineando che il bonus era uno «strumento assolutamente efficace» da portare avanti.
Ricapitolando: oggi il leader della Lega si dice favorevole a limitare il Superbonus 110 per cento soltanto a chi guadagna di meno, mentre fino a pochi mesi fa aveva proposto di estendere il bonus fiscale a tutti, senza limiti Isee, opponendosi tra l’altro all’introduzione di un limite per i proprietari delle villette unifamiliari.
«Se uno si guadagna 500 mila euro o un milione di euro all’anno, la facciata di casa sua o il salotto di casa sua, se lo si può sistemare anche pagandoselo di tasca sua», ha dichiarato Salvini. «Visto che non c’è tutto per tutti, aiutare chi guadagna di meno sarà una nostra priorità». Il leader della Lega non sembra però averla sempre pensata così.
Alla fine dell’anno scorso, con la legge di Bilancio per il 2022, il governo guidato da Mario Draghi è intervenuto sul Superbonus 110 per cento, prorogando l’incentivo fiscale con scadenze differenziate nel tempo a seconda dei beneficiari e dello stato di avanzamento dei lavori. Inoltre, nel disegno di legge presentato dal governo in Parlamento, era stato proposto di limitare il bonus ai proprietari delle villette unifamiliari con un Isee (un indicatore che serve a valutare la condizione economica di una famiglia sulla base del reddito e non solo) inferiore ai 25 mila euro. I partiti non avevano visto di buon occhio questa proposta, che tra l’altro faceva riferimento solo ai proprietari di prime case, e all’inizio del percorso di approvazione in Parlamento si era valutato, secondo fonti stampa, di alzare la soglia a 40 mila euro.
Durante l’esame in Senato, il tetto era stato poi cancellato. E tra i favorevoli all’eliminazione del vincolo c’era proprio Salvini. «Niente tetto Isee per il Superbonus. L’avevamo promesso, l’abbiamo fatto: dalle parole ai fatti», aveva esultato su Twitter il 21 dicembre Salvini. Pochi giorni prima, il 17 dicembre, lo stesso leader della Lega aveva presentato la proposta di ridurre dal 110 per cento all’80 per cento il Superbonus, ma per tutti, «senza limiti Isee».
Un paio di mesi dopo, la posizione della Lega sul Superbonus si è fatta meno chiara. Il 13 febbraio, in un’intervista al Corriere della Sera, l’allora ministro allo Sviluppo economico (oggi ministro dell’Economia) Giancarlo Giorgetti, della Lega, aveva criticato la scelta del Parlamento di non limitare il Superbonus, aggiungendo: «Diamo soldi ai miliardari per ristrutturare le loro quinte case delle vacanze. Ride tutto il mondo» Il giorno dopo, Salvini era intervenuto, di fatto andando contro quanto detto da Giorgetti, sottolineando che il bonus era uno «strumento assolutamente efficace» da portare avanti.
Ricapitolando: oggi il leader della Lega si dice favorevole a limitare il Superbonus 110 per cento soltanto a chi guadagna di meno, mentre fino a pochi mesi fa aveva proposto di estendere il bonus fiscale a tutti, senza limiti Isee, opponendosi tra l’altro all’introduzione di un limite per i proprietari delle villette unifamiliari.