Perché la Russia se la sta prendendo con Mattarella

C’entra un paragone tra l’attacco all’Ucraina e la Germania nazista, che è stato criticato più volte dalla portavoce del Ministero degli Esteri russo
ANSA
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Negli ultimi giorni la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha criticato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per alcune parole pronunciate il 5 febbraio. Quel giorno, durante la consegna dell’onorificenza di dottore honoris causa all’università francese di Aix-Marseille, Mattarella ha paragonato l’aggressione della Russia contro l’Ucraina al «progetto del Terzo Reich in Europa», ossia alla Germania nazista. 

Il 14 febbraio Zakharova ha definito «invenzioni blasfeme» le parole di Mattarella e due giorni dopo ha annunciato che ci sarebbero state «conseguenze». Lunedì 17 febbraio si sono poi verificati attacchi informatici contro alcuni siti italiani di aeroporti e servizi finanziari, che sono stati rivendicati da hacker filorussi proprio come ritorsione al discorso del presidente della Repubblica. 

Ma partiamo dall’inizio per capire che cosa ha detto più nello specifico Mattarella, qual è stata la risposta russa e la successiva replica della politica italiana.

Il discorso di Mattarella

Nel suo discorso del 5 febbraio, il presidente della Repubblica ha detto che «dagli errori compiuti dagli uomini nella storia non si finisce mai di apprendere», facendo riferimento alla crisi economica mondiale del 1929 e ai «fenomeni di carattere autoritario» che «presero il sopravvento in alcuni Paesi» prima della Seconda guerra mondiale. 

«Così, negli anni Trenta del secolo scorso, assistemmo a un progressivo sfaldarsi dell’ordine internazionale, che mise in discussione i principi cardine della convivenza pacifica, a cominciare dalla sovranità di ciascuna nazione nelle frontiere riconosciute», ha detto il presidente della Repubblica, definendo «un tentativo vano» le politiche di appeasement adottate in quegli anni dal governo britannico verso l’Italia fascista e la Germania nazista tra il 1937 e il 1939. 

Mattarella ha dichiarato che in quegli anni «anziché cooperazione, a prevalere fu il criterio della dominazione». «Furono guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L’odierna aggressione russa all’Ucraina è di questa natura», ha aggiunto il presidente della Repubblica. 

Proprio il paragone del progetto del Terzo Reich tedesco con l’aggressione russa all’Ucraina iniziata a febbraio 2022 ha fatto scaturire le reazioni russe.

La risposta russa

Quasi dieci giorni dopo il discorso del presidente della Repubblica è arrivata la replica di Zakharova. «È strano e folle sentire invenzioni così blasfeme dal presidente dell’Italia, un Paese che sa in prima persona cosa sia veramente il fascismo», ha detto il 14 febbraio la portavoce del Ministero degli Esteri russo, durante un punto stampa con i giornalisti. Zakharova ha aggiunto che durante la Seconda guerra mondiale la Russia è stata sottoposta a «un attacco mostruoso da parte della Germania di Hitler».

Il 16 febbraio, durante un programma televisivo russo, Zakharova è tornata sulla questione dicendo che «Mattarella ha affermato di ritenere che la Russia possa essere equiparata al Terzo Reich». «Questo non può essere lasciato senza conseguenze e non lo sarà mai», ha aggiunto la portavoce del Ministero degli Esteri russo, dicendo che «purtroppo, è stata l’Italia il Paese in cui il fascismo ha avuto origine». Secondo Zakharova, le parole di Mattarella sono state pronunciate dal «presidente di un Paese che storicamente è stato proprio tra quelli che hanno attaccato» la Russia. 

«Questo ci viene detto da una persona che non può che sapere quanti soldati italiani hanno ucciso i nostri nonni e bisnonni sul nostro territorio sotto bandiere e slogan nazisti durante la Seconda guerra mondiale», ha aggiunto. Le parole di Zakharova fanno riferimento all’attacco tedesco all’Unione Sovietica avvenuto il 22 giugno 1941, durante quella che era stata denominata “operazione Barbarossa”. Alla spedizione insieme ai tedeschi partecipò anche un corpo di spedizione italiano.

Le reazioni politiche

Il 14 febbraio, subito dopo il primo attacco di Zakharova, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso solidarietà nei confronti di Mattarella. «Gli insulti della portavoce del Ministero degli Esteri russo, che ha definito “invenzioni blasfeme” le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella offendono l’intera nazione italiana», ha scritto Meloni in una nota.

Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha espresso vicinanza a Mattarella, definendo «inopportune e fuori luogo» le dichiarazioni russe, mentre per il presidente della Camera Lorenzo Fontana le parole del presidente della Repubblica riflettono «un forte impegno per la pace e per i principi di libertà e democrazia». 

Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, la segretaria del PD Elly Schlein e il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte hanno espresso sostegno a Mattarella. Al momento il ministro delle Infrastrutture e segretario della Lega Matteo Salvini è l’unico tra i leader dei partiti principali a non aver manifestato solidarietà nei confronti del presidente della Repubblica.

Nel frattempo, Mattarella non ha risposto ufficialmente alle parole di Zakharova. Secondo fonti stampa, che citano fonti vicine alla Presidenza della Repubblica, Mattarella si è detto sereno e ha rimandato alla lettura integrale del testo pronunciato nell’università francese.

L’attacco hacker

Il 17 febbraio c’è stato un attacco informatico rivendicato dal gruppo di hacker filorussi NoName057(16), che ha colpito alcuni siti web italiani nel settore dei trasporti e dei servizi finanziari. Tra i destinatari dell’attacco ci sono gli aeroporti milanesi di Linate e Malpensa, i porti di Taranto e Trieste e Intesa San Paolo. Secondo le informazioni disponibili, gli hacker avrebbero detto che l’attacco è legato al discorso del presidente Mattarella, definendolo «russofobo».

Il metodo usato dai NoName057(16) è quello degli attacchi DDos (distributed denial of service), ossia la pratica di sovraccaricare i siti internet con tanti accessi in modo da metterli fuori uso. Non è la prima volta che i NoName057(16) prendono di mira l’Italia: l’11 gennaio 2025, il giorno dopo la visita del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Roma, avevano attaccato alcuni siti, tra cui quelli del Ministero degli Esteri, dei carabinieri, della marina e dell’aeronautica.

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