I fatti dietro la promessa: il riscatto gratuito della laurea e il Movimento 5 stelle

La misura è prevista dal programma elettorale, che però non fa riferimento ai costi necessari per finanziarla
Pagella Politica
Il 1° settembre il Movimento 5 stelle ha lanciato sui social la proposta, contenuta nel suo programma elettorale, di introdurre il cosiddetto “riscatto gratuito della laurea”. Oggi è già possibile convertire gli anni di studi universitari in anni contributivi, in modo da integrare la propria pensione, ma la procedura costa diverse migliaia di euro, ed è quindi proibitiva per molti degli aventi diritto. Secondo il Movimento 5 stelle, il riscatto gratuito andrebbe adottato «per tutti e tutte», come «riconoscimento dell’impegno profuso nel percorso di studi in vista dell’attività lavorativa». 

Nel suo programma, però, il partito guidato da Giuseppe Conte non dice quanto costerebbe una misura di questo tipo, né da dove prenderebbe i soldi per finanziarla. Di quali cifre stiamo parlando? Abbiamo fatto un po’ di chiarezza dietro a questa promessa.

Che cos’è il riscatto gratuito della laurea

Come spiega l’Inps, è possibile “riscattare” gli studi universitari a fini pensionistici, ossia trasformare gli anni spesi studiando in anni contributivi e in questo modo integrare a tutti gli effetti la pensione, per esempio aumentando l’importo dell’assegno mensile oppure riducendo il numero di anni di lavoro necessari per conseguirla. È possibile riscattare le lauree triennali e magistrali, i dottorati di ricerca e i diplomi rilasciati dagli Istituti di alta formazione artistica e musicale (Afam). 

Esistono due modalità principali con cui è possibile ottenere il riscatto della laurea. Il primo è il metodo retributivo, in vigore per chi si è laureato prima della fine del 1995, con cui il riscatto varia in base a molti fattori come l’età del contribuente, il periodo da riscattare, il sesso e le retribuzioni percepite negli ultimi anni. Il secondo metodo è quello contributivo, che si applica invece a chi ha conseguito il titolo dal 1° gennaio 1996 in poi. In questo caso l’importo varia in base al proprio reddito imponibile annuo e all’aliquota pensionistica di riferimento. 

Nel 2019, il primo governo Conte, sostenuto dal Movimento 5 stelle e dalla Lega, aveva introdotto il “riscatto agevolato” che, semplificando, fissa una quota annuale forfettaria per tutti i contribuenti che hanno iniziato a lavorare e a studiare dopo il 1996. 

Nel 2022, questa quota ammonta a 5.360 euro all’anno: si tratta di contributi che il lavoratore deve versare all’Inps, anche in modalità rateizzata, per “compensare” i pagamenti non effettuati negli anni in cui studiava. Considerando quindi circa 5 mila euro all’anno, il riscatto di un corso di laurea triennale può costare oltre 15 mila euro, e il riscatto del titolo magistrale supera i 25 mila euro (l’Inps offre anche un simulatore online con cui è possibile calcolare quanto costerebbe il proprio riscatto). 

Rendere gratuito il processo, di conseguenza, implicherebbe costi consistenti per lo Stato.

Quanto costerebbe la promessa

Una stima della spesa necessaria a rendere gratuito il riscatto della laurea, come promesso dal M5s, è stata fornita il 21 ottobre 2021 dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, nel corso di un’audizione alla Commissione lavoro della Camera. 

In quell’occasione, Tridico si era detto favorevole (min. 00:45) alla riforma, almeno in linea teorica, soprattutto perché questa potrebbe «incentivare i giovani ad accumulare capitale umano», ossia a continuare gli studi, aumentando così il numero di laureati. Allo stesso tempo, però, Tridico aveva sottolineato che il riscatto gratuito avrebbe «un costo importante, non inferiore ai 4 o 5 miliardi di euro all’anno». Il presidente dell’Inps non ha specificato a quale platea facesse riferimento il dato, ma il Movimento 5 stelle ha detto di voler rendere gratuito il riscatto per «tutti» i cittadini.

Lo scorso giugno, Tridico ha nuovamente sostenuto la possibilità di rendere gratuito il riscatto della laurea, affermando che questo «incentiverebbe i giovani a studiare». 

A grandi linee, possiamo calcolare quale sarebbe il costo minimo dello Stato se a richiedere il riscatto della laurea fossero tutti i neolaureati. Secondo il Ministero dell’Istruzione, nel 2020 si sono laureati in Italia circa 345 mila studenti. Tra questi, in circa 150 mila si sono laureati in una laurea magistrale o a ciclo unico. Stimando, come abbiamo visto sopra, in 25 mila euro il riscatto di una laurea conseguita in cinque anni, si otterrebbe una spesa per lo Stato di 3 miliardi e 750 milioni di euro, una cifra in linea con quella indicata da Tridico.

Questo calcolo resta spannometrico e, molto probabilmente, una sottostima. Se la possibilità di riscattare la laurea riguardasse tutti i laureati, anche quelli che lavorano da diversi anni, le persone che ne chiederebbero l’accesso sarebbero molte di più, con un conseguente costo ancora più alto per lo Stato.

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