Un po’ per necessità, un po’ per inseguire i casi di cronaca, nelle sue prime settimane di vita il governo Meloni ha messo in campo varie misure in materia di giustizia. Misure spesso controverse, come il nuovo reato per reprimere i rave party e l’intervento sul cosiddetto “ergastolo ostativo”. I due provvedimenti, contenuti nel decreto-legge n. 162 del 31 ottobre 2022, ora all’esame del Senato, hanno sollevato perplessità per come sono stati formulati e sono parsi contraddittori rispetto alla linea del ministro della Giustizia Carlo Nordio sulla giustizia penale.
Un’altra misura controversa, sempre contenuta nel decreto-legge n. 162, rischia ora di complicare l’azione legislativa del governo: il rinvio di due mesi, dal 1° novembre al 30 dicembre, dell’entrata in vigore della “riforma Cartabia” sulla giustizia penale, che prende il nome dalla precedente ministra della Giustizia. Questo rinvio non è infatti privo di effetti ed è a rischio incostituzionalità: un tribunale, come vedremo meglio più avanti, ha già sollevato la questione davanti alla Corte costituzionale.
Un’altra misura controversa, sempre contenuta nel decreto-legge n. 162, rischia ora di complicare l’azione legislativa del governo: il rinvio di due mesi, dal 1° novembre al 30 dicembre, dell’entrata in vigore della “riforma Cartabia” sulla giustizia penale, che prende il nome dalla precedente ministra della Giustizia. Questo rinvio non è infatti privo di effetti ed è a rischio incostituzionalità: un tribunale, come vedremo meglio più avanti, ha già sollevato la questione davanti alla Corte costituzionale.