In occasione delle elezioni politiche del 25 settembre ha fatto discutere il fatto che, al seggio elettorale, i registri dei cittadini e delle cittadine che possono votare fossero divise per genere, tra maschi e femmine. Secondo vari attivisti per i diritti civili, questo lederebbe i diritti delle persone transessuali e non binarie, che non si riconoscono nel genere maschile e femminile e potrebbero decidere di rinunciare a votare per non dover pubblicamente identificare il proprio genere.
La separazione delle liste elettorali tra maschi e femmine non è una novità, anzi: esiste dal 1945 e finora tutti i tentativi per cambiare questa regola non sono andati a buon fine. Ma perché esiste questa distinzione? E quali sono le proposte per superarla?
La separazione delle liste elettorali tra maschi e femmine non è una novità, anzi: esiste dal 1945 e finora tutti i tentativi per cambiare questa regola non sono andati a buon fine. Ma perché esiste questa distinzione? E quali sono le proposte per superarla?