Il 23 luglio, durante la discussione sul bilancio interno della Camera per il 2024, sono stati presentati numerosi ordini del giorno su vari temi, dalla richiesta di maggiore trasparenza sui collaboratori parlamentari alla proposta di cambiare la sede delle conferenze stampa. Un ordine del giorno – firmato dalle deputate del Movimento 5 Stelle Stefania Ascari e Daniela Morfino – ha proposto di istituire uno sportello antiviolenza alla Camera, per fornire assistenza e sostegno «a chi vive in una condizione di vessazione o sia vittima di atti di discriminazione e di violenza di genere di natura psicologica, fisica, economica, domestica, intra ed extrafamiliare».
Gli ordini del giorno sono strumenti con cui i parlamentari sollecitano il governo o il Parlamento a intervenire su questioni specifiche. Non sono vincolanti – cioè non esiste l’obbligo di attuarli – ma quelli relativi al bilancio interno della Camera, a differenza degli altri, hanno un valore maggiore. Il bilancio della Camera è il riassunto delle entrate e delle spese della Camera, è approvato di solito nel mese di luglio ed è riferito all’anno precedente. Il bilancio interno non è emendabile, cioè non è modificabile e, per questo, gli ordini del giorno rappresentano l’unico strumento disponibile per invitare la Camera ad adottare determinati provvedimenti nell’anno successivo. Se gli ordini del giorno sono accolti, la Camera si assume formalmente la responsabilità di dar loro seguito. Fatta questa precisazione, non è comunque garantito che la proposta di Ascari e Morfino venga attuata, anche se rappresenta un messaggio politico significativo.
«L’idea di uno sportello alla Camera nasce dalla consapevolezza che la violenza di genere è un fenomeno trasversale, che può colpire chiunque, indipendentemente dalla provenienza geografica, dalla classe sociale, dall’età, dal livello di istruzione o dal contesto culturale», ha spiegato a Pagella Politica Ascari. Secondo la deputata del Movimento 5 Stelle, aprire uno sportello antiviolenza alla Camera «sarebbe un segnale forte e simbolicamente potente: il Parlamento non solo parla di diritti, ma li tutela nei fatti, a partire dai luoghi in cui si decidono le politiche pubbliche».
Gli ordini del giorno sono strumenti con cui i parlamentari sollecitano il governo o il Parlamento a intervenire su questioni specifiche. Non sono vincolanti – cioè non esiste l’obbligo di attuarli – ma quelli relativi al bilancio interno della Camera, a differenza degli altri, hanno un valore maggiore. Il bilancio della Camera è il riassunto delle entrate e delle spese della Camera, è approvato di solito nel mese di luglio ed è riferito all’anno precedente. Il bilancio interno non è emendabile, cioè non è modificabile e, per questo, gli ordini del giorno rappresentano l’unico strumento disponibile per invitare la Camera ad adottare determinati provvedimenti nell’anno successivo. Se gli ordini del giorno sono accolti, la Camera si assume formalmente la responsabilità di dar loro seguito. Fatta questa precisazione, non è comunque garantito che la proposta di Ascari e Morfino venga attuata, anche se rappresenta un messaggio politico significativo.
«L’idea di uno sportello alla Camera nasce dalla consapevolezza che la violenza di genere è un fenomeno trasversale, che può colpire chiunque, indipendentemente dalla provenienza geografica, dalla classe sociale, dall’età, dal livello di istruzione o dal contesto culturale», ha spiegato a Pagella Politica Ascari. Secondo la deputata del Movimento 5 Stelle, aprire uno sportello antiviolenza alla Camera «sarebbe un segnale forte e simbolicamente potente: il Parlamento non solo parla di diritti, ma li tutela nei fatti, a partire dai luoghi in cui si decidono le politiche pubbliche».