In Italia congelare gli ovuli è un privilegio per poche. A meno che non si stia affrontando una terapia oncologica, è una pratica costosa e l’accesso sul territorio non è consentito ovunque. Inoltre, ancora poche persone sanno davvero come funziona.

«Informandomi ho scoperto quanto la possibilità di accedere alla crioconservazione fosse disuguale, e quanto fosse anche una questione di classe e di reddito». A parlare è Marta Maria Nicolazzi, sociologa e co-fondatrice di “Stiamo fresche”, un collettivo-osservatorio nato a maggio 2025 che lavora per raccogliere e divulgare dati sulla crioconservazione degli ovociti, oltre che promuovere l’accesso gratuito e omogeneo alla pratica. Partendo dalla sua esperienza personale, Nicolazzi ha fondato insieme ad altre donne “Stiamo fresche”, che a inizio dicembre ha lanciato una petizione per rendere il congelamento degli ovuli un diritto per tutte. «Nel collettivo siamo donne con background molto diversi: da avvocate a sessuologhe, da sociologhe a social media manager», ha spiegato Nicolazzi. «Insieme abbiamo deciso di fare qualcosa. Abbiamo pensato a un’azione dal basso, che potesse coinvolgere e stimolare il dibattito. La petizione era la cosa più immediata».