Non ci sono prove che il pesto sia la seconda salsa più famosa al mondo

Lo ripete spesso il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, secondo cui il condimento sarebbe addirittura il più cercato su Google nel mondo. Ma è davvero così?
Il sindaco di Genova Marco Bucci e il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti a margine della finale del Campionato mondiale di pesto al mortaio nel 2018 a Genova. ANSA/LUCA ZENNARO
Il sindaco di Genova Marco Bucci e il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti a margine della finale del Campionato mondiale di pesto al mortaio nel 2018 a Genova. ANSA/LUCA ZENNARO
Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha una grande passione per il pesto alla genovese. Da mesi la sua amministrazione sta finanziando una campagna pubblicitaria basata su un enorme mortaio gonfiabile, che prima è comparso a bordo di una chiatta sul fiume Tamigi a Londra, poi a Sestriere, una nota località sciistica in Piemonte, e al Festival di Sanremo.

Per giustificare questa iniziativa, che fa parte di una serie di eventi dal costo complessivo di mezzo milione di euro, Toti sta facendo leva sulla presunta fama del pesto a livello internazionale. Il 20 marzo il presidente della Regione Liguria ha infatti scritto su X che il pesto è la «seconda salsa più famosa al mondo, dopo quella di pomodoro», rilanciando un articolo pubblicato sul settimanale Panorama. Negli scorsi mesi Toti aveva già descritto il pesto come la «seconda salsa più consumata al mondo», come la «salsa più “googlata” al mondo» e addirittura come «la salsa più conosciuta al mondo». E negli anni sui social il presidente della Regione Liguria ha pubblicato decine di foto mentre mangia ed elogia il pesto.

In realtà, se si scava un po’ più a fondo, si scopre che tutte queste dichiarazioni sono prive di fondamento.

La seconda salsa più consumata?

Partiamo dalla dichiarazione più recente, quella secondo cui il pesto sarebbe la seconda salsa più consumata al mondo e di conseguenza la seconda più famosa. Facendo una rapida ricerca online, si nota che questa affermazione circola in rete da molti anni. «Il pesto è la seconda salsa più usata al mondo per condire la pasta dopo il sugo al pomodoro», è la prima frase che compare per esempio nella ricetta ufficiale del “Campionato mondiale di pesto al mortaio”. Questa gara si svolge a Genova dal 2007 e coinvolge «concorrenti provenienti da tutto il mondo», che «si sfidano a colpi di pestello e mortaio nella preparazione del pesto genovese secondo le modalità tradizionali e utilizzando ingredienti autentici e genuini». Curiosità: dalla seconda metà dell’Ottocento la ricetta tradizionale vuole che il pesto alla genovese sia fatto con il basilico. Alberto Grandi, professore di Storia dell’alimentazione all’Università di Parma, ha raccontato di recente che il pesto, secoli fa, si faceva con la rucola.

Abbiamo contattato gli organizzatori del campionato e gli abbiamo chiesto quale sia la fonte secondo cui il pesto sarebbe la «seconda salsa più usata al mondo». «Si tratta di una affermazione da fonte sconosciuta che gira da sempre in rete e non solo. È intuitiva ma credibile, probabilmente basata sull’evidenza di menù, libri di cucina e quotidianità alimentari in Italia e all’estero sui condimenti della pasta», hanno risposto gli organizzatori della gara. Dunque, non ci sono prove solide a sostegno del secondo posto in classifica del pesto tra le salse più “famose”. 

In ogni caso, è di fatto impossibile stabilire quante salse e in quali quantità sono usate in tutti i Paesi del mondo, dall’Asia all’Africa, passando per le Americhe. Quanti giapponesi, per esempio, usano abitualmente il pesto? O quanti statunitensi, oppure australiani? Tutte domande che al momento non hanno una risposta certa. Così come non è chiaro che cosa si intenda con “salsa”. In questa categoria rientrano solo le salse per condire la pasta o anche altre? Per esempio, lo stesso “Campionato mondiale di pesto al mortaio” sostiene che il pesto sia la «terza salsa fredda più consumata al mondo dopo ketchup e maionese». Ma si possono menzionare molte altre salse di larghissimo utilizzo e per le quali è impossibile stabilire una classifica relativa. Che dire della senape o della salsa di soia? 

Per certi versi, la dichiarazione sul pesto “seconda salsa più mangiata” al mondo ricorda un’altra dichiarazione, che da anni viene ripetuta benché priva di fondamento: quella secondo cui l’Italia sarebbe la «quarta lingua più studiata al mondo». Come abbiamo spiegato in passato, c’è poco o nulla di concreto che dia sostanza a questo presunto quarto posto.

La salsa più cercata su Google?

Anche se non è possibile dire con certezza che il pesto sia la seconda salsa più usata al mondo, magari è vero – come ha sostenuto più volte Toti – che almeno è la «salsa più “googlata” al mondo». Questa dichiarazione è stata rilanciata lo scorso novembre dalla Regione Liguria in un comunicato stampa, in concomitanza con la traversata del mortaio gonfiabile sul Tamigi. «Il pesto è la salsa più “googlata” al mondo, anche più di ragù e sugo al pomodoro. A dirlo sono i dati ufficiali relativi a ricerche, posizionamento e trend della parola chiave “pesto”», spiega il comunicato, con «oltre 300 milioni di risultati indicizzati». Ma sulla base di quali numeri la Regione Liguria è arrivata a dire che il pesto è la salsa più cercata su Google? L’ufficio stampa della Regione ha fornito a Pagella Politica le statistiche usate per la stesura del comunicato stampa.

Innanzitutto, se si cerca la parola “pesto” su Google, è vero che complessivamente i risultati della ricerca sono circa 300 milioni (il numero dei risultati può variare di ricerca in ricerca). La parola “pesto”, però, non fa riferimento solo al “pesto alla genovese”: per intenderci, non tutti i 300 milioni di link trovati da Google parlano del pesto genovese.  Se dalla ricerca si tolgono, per esempio, le parole “basilico” o “genovese”, il numero di risultati visto sopra si riduce di oltre la metà.

La dichiarazione secondo cui il pesto è la salsa più ricercata al mondo su Google è invece frutto di un equivoco. La Regione Liguria ha infatti usato Google Trends, un sito che permette di monitorare le tendenze nelle ricerche su Google. Google Trends non dice quante volte è stata cercata una parola su Google in valore assoluto, ma fornisce i risultati delle ricerche in un intervallo compreso tra 0 e 100, dove 100 è il valore massimo di ricerca raggiunto da una parola in un determinato periodo.

Come si vede dall’immagine sotto, la Regione Liguria ha confrontato la ricerca delle parole “pesto”, “ragù”, “salsa al pomodoro” e “salsa marinara” in tutto il mondo, nei cinque anni precedenti a novembre 2023. Il grafico di Google Trends sembra in effetti inequivocabile: il pesto è di gran lunga la salsa più “googlata”. Le cose però non stanno così: l’errore commesso nell’analisi è aver confrontato le singole parole in una sola lingua, l’italiano. Ma il “pesto” si chiama “pesto” in tante lingue (per esempio è uguale in inglese), mentre “salsa al pomodoro” in inglese è la tomato sauce. Il confronto fatto dalla Regione Liguria è dunque impari: usando solo il termine di ricerca “pesto” sono state mescolate le ricerche fatte da cittadini di vari Paesi, che chiamano “pesto” il pesto alla genovese, con le ricerche di cittadini italiani, gli unici che chiamano la salsa al pomodoro in questo modo.
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Nelle pagine di supporto Google Trends spiega come evitare errori di questo tipo. Per confrontare le tendenze di ricerca di una parola, chiamata in modo diverso nelle varie lingue del mondo, non bisogna confrontare singoli termini di ricerca, ma i singoli argomenti. Se si confrontano i due condimenti “pesto alla genovese” e “salsa al pomodoro”, si scopre che la seconda è più cercata su Google della prima, anche se non di molto e in alcuni periodi la ricerca di “pesto alla genovese” è stata addirittura più alta. 
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Per avere un ordine di grandezza, il pesto alla genovese è cercato un po’ di più della pasta alla carbonara.
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In ogni caso, al di là della corretta classifica su Google Trends, avrebbe poco senso dire che una salsa è più famosa di un’altra perché è più ricercata su Google. Si potrebbe obiettare che, visto che una salsa è poco nota, viene ricercata di più su Google. Oppure che le ricerche su Google sono solo prova parziale di quanto sia nota una salsa a livello mondiale.

Insomma, legittimamente Toti può sostenere che la Liguria vada pubblicizzata nel mondo raccontando la bontà del pesto alla genovese. Non ci sono però prove per dire che questa salsa sia la più famosa al mondo o la seconda più consumata.

 

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