L’invasione russa dell’Ucraina ha spinto il governo italiano a ridurre la propria dipendenza dal gas proveniente dalla Russia, che nel 2021 ha pesato per circa il 40 per cento su tutto il gas importato dall’Italia. Ma dall’Algeria al Qatar, passando per l’Azerbaijan, i Paesi con cui il governo sta trattando per aumentare le forniture di gas dall’estero sono per certi versi molto simili alla Russia di Vladimir Putin, soprattutto dal punto di vista dei diritti umani e civili.
L’anno scorso quasi il 96 per cento del gas importato dall’Italia è infatti arrivato da Paesi considerati “autoritari” dal Democracy Index 2021, un’analisi curata dalla rivista britannica The Economist, che valuta la solidità dei meccanismi democratici in 167 Paesi del mondo. La Russia è alla posizione numero 124, mentre l’Algeria – secondo nella classifica dell’import di gas, con il 31 per cento – è alla numero 113. L’Azerbaijan, con il 9,9 per cento di gas, è alla numero 141, il Qatar (9,5 per cento di gas importato) alla 114; e la Libia (4,4 per cento di gas importato) alla 154. Solo una piccola parte del gas importato in Italia è invece arrivato da Paesi considerati “pienamente democratici”, come la Norvegia, la Francia e i Paesi Bassi.
L’anno scorso quasi il 96 per cento del gas importato dall’Italia è infatti arrivato da Paesi considerati “autoritari” dal Democracy Index 2021, un’analisi curata dalla rivista britannica The Economist, che valuta la solidità dei meccanismi democratici in 167 Paesi del mondo. La Russia è alla posizione numero 124, mentre l’Algeria – secondo nella classifica dell’import di gas, con il 31 per cento – è alla numero 113. L’Azerbaijan, con il 9,9 per cento di gas, è alla numero 141, il Qatar (9,5 per cento di gas importato) alla 114; e la Libia (4,4 per cento di gas importato) alla 154. Solo una piccola parte del gas importato in Italia è invece arrivato da Paesi considerati “pienamente democratici”, come la Norvegia, la Francia e i Paesi Bassi.