Chi sono gli otto russi premiati con onorificenze dall’Italia e sanzionati dall’Ue

Cinque sono imprenditori e oligarchi, due sono politici e uno è il portavoce del governo russo
Il 27 gennaio 2020 l’ambasciatore italiano a Mosca Pasquale Terracciano ha insignito Dmitry Konov del titolo di commendatore dell’Ordine della stella d’Italia
Il 27 gennaio 2020 l’ambasciatore italiano a Mosca Pasquale Terracciano ha insignito Dmitry Konov del titolo di commendatore dell’Ordine della stella d’Italia
Dal 21 febbraio a oggi, l’Unione europea ha sanzionato oltre 650 cittadini russi e bielorussi, da politici a militari, passando per imprenditori e cosiddetti “oligarchi”, accusati di essere responsabili o complici dell’invasione russa dell’Ucraina. Tra le persone sanzionate, ci sono anche otto cittadini russi che negli ultimi anni hanno ricevuto una qualche onorificenza dalla Repubblica italiana.

È questo il risultato delle verifiche fatte da Pagella Politica, che ha incrociato la lista dei nomi delle centinaia di persone sanzionate dall’Ue nell’ultimo mese con il database del Quirinale sulle onorificenze. Tra le figure sanzionate, non c’è – per ora – Alexey Paramonov, direttore del Dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo, che di recente ha minacciato di ritorsioni l’Italia e altri Stati europei. A dicembre 2018, Paramonov aveva ricevuto dal nostro Paese il titolo di cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, e due anni dopo quello di commendatore dell’Ordine della stella d’Italia. Entrambi i titoli possono essere dati, tra le altre cose, per essersi distinti nei rapporti internazionali tra il nostro Paese e quelli stranieri.

Tra gli otto cittadini russi sanzionati dall’Ue, e premiati in anni recenti dall’Italia, alcuni nomi sono piuttosto noti, altri invece meno. Concentriamoci prima sui privati cittadini, dotati di ricchezze miliardarie e finiti nella lista delle sanzioni europee.

Oligarchi e non solo

Il 9 marzo, nella lista dei sanzionati, l’Ue ha inserito il nome di Andrey Igorevich Melnichenko, un industriale proprietario dell’azienda di fertilizzanti EuroChem e di quella carbonifera Suek. Secondo l’Ue, Melnichenko «appartiene alla cerchia più influente di imprenditori russi con stretti legami con il governo russo». Tra le altre cose, il 24 febbraio l’industriale ha incontrato il presidente russo Vladimir Putin, insieme ad altri 36 imprenditori, per discutere degli effetti delle sanzioni occidentali del Paese, segno che è tenuto in importante considerazione da Putin. A fine dicembre 2018 Melnichenko aveva ricevuto il titolo di commendatore dell’Ordine della stella d’Italia, che viene assegnato dal presidente della Repubblica, su indicazione del ministro degli Esteri, a chi si è contraddistinto nella creazione di rapporti d’amicizia tra il nostro Paese e quelli stranieri. L’11 marzo l’oligarca russo si è visto sequestrare il suo yacht da circa 530 milioni di euro, nel porto di Trieste.

Il 9 marzo è stato sanzionato anche Dmitry Konov, presidente del Consiglio di amministrazione di Pjsc Sibur Holding, una delle più grandi società petrolchimiche al mondo, le cui entrate sono «una notevole fonte di reddito per il governo russo», secondo l’Ue. A gennaio 2020 Konov ha ricevuto il titolo di commendatore a Villa Berg, sede dell’ambasciata italiana a Mosca, in Russia. «Quale ambasciatore d’Italia non posso che rallegrarmi per i successi del dottor Konov, visti i grandi benefici che essi hanno determinato per il sistema economico italiano», aveva sottolineato in quell’occasione l’ambasciatore Pasquale Terracciano.

Il 28 febbraio sono finiti sulla lista dei sanzionati i nomi di Igor Ivanovich Sechin e di Alisher Usmanov. Il primo è l’amministratore delegato della compagnia petrolifera Rosneft, tra le più grandi produttrici di petrolio al mondo. «È uno dei consiglieri più fidati e più stretti di Vladimir Putin, nonché suo amico personale», ha scritto l’Ue, nel motivare le sanzioni contro Sechin. Il 3 marzo la Francia ha annunciato di aver sequestrato uno yacht di una società collegata al miliardario russo, che a settembre 2017 ha ricevuto dal nostro Paese il titolo di commendatore. L’onorificenza era stata motivata dal fatto che Sechin aveva finanziariamente contribuito alla ricostruzione della Chiesa di San Gregorio Magno a L’Aquila, in Abruzzo, e il finanziamento di un nuovo ospedale ad Amandola, nelle Marche, località colpite dai terremoti del 2009 e del 2016.

Usmanov, tra gli uomini più ricchi della Russia, ha interessi in diversi settori, da quello dei media a quello dei minerali. Dall’Ue viene definito «un oligarca pro-Cremlino che ha legami particolarmente stretti» con Putin, avendo, tra le altre cose, sostenuto finanziariamente i politici russi responsabili dell’annessione della Crimea nel 2014 e della destabilizzazione dell’Ucraina. Nel 2016 Usmanov ha ricevuto dall’Italia la carica di commendatore per aver destinato 300 mila euro alla restaurazione della sala degli Orazi e Curiazi dei Musei Capitolini, a Roma.

Infine, tra i privati cittadini sanzionati, c’è il nome di Andrei Leonidovich Kostin, colpito dall’Ue il 23 febbraio. Kostin, che in passato ha rilasciato dichiarazioni a favore dell’annessione della Crimea, è un influente banchiere, presidente della banca russa Vtb Bank, controllata dallo Stato, ed è anche membro di Russia Unita, il partito di Putin. Il 2 dicembre 2021, a poco più di due mesi dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, Kostin è stato nominato commendatore.

Gli altri sanzionati

Tra i sanzionati dall’Ue, e premiati con onorificenza dall’Italia, ci sono i nomi anche di due politici, Mikhail Vladimirovich Mishustin e Anatoly Dmitrievich Artamonov, e del portavoce del governo russo, Dmitry Sergeyevich Peskov.

Mishustin è stato sanzionato il 25 febbraio: è il primo ministro della Russia e, in quanto membro del Consiglio di sicurezza nazionale, ha sostenuto il riconoscimento russo delle due autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, nel Donbass, in Ucraina. A maggio 2020 Mishustin, all’epoca capo del servizio federale delle imposte russo, ha ricevuto l’onorificenza di cavaliere di Gran croce dell’Ordine della stella d’Italia, una classe più elevata rispetto a quella di commendatore. 

Artamonov, sanzionato il 9 marzo, è un membro del Consiglio federale che ha ratificato la decisione del governo russo sui trattati di amicizia, di cooperazione e di mutua assistenza tra la Russia e le autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk. A giugno 2018 Artamonov è stato insignito del titolo di cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, onorificenza consegnatagli a settembre di quell’anno dall’allora ambasciatore italiano a Mosca Terracciano. Artamonov, all’epoca governatore della regione russia di Kaluga, era stato premiato per aver contribuito ad assicurare «mutui benefici all’economia della regione ed alle imprese italiane che negli anni hanno saggiamente deciso di scommettervi».

Infine, il portavoce Peskov è finito nella lista dei sanzionati il 28 febbraio per aver «difeso pubblicamente la politica aggressiva della Russia nei confronti dell’Ucraina» e aver «definito le azioni ucraine volte a porre fine all’occupazione russa della penisola di Crimea una rivendicazione territoriale contro la Russia. A ottobre 2017 a Peskov è stato conferito il titolo di commendatore, per aver contribuito, tra le altre cose, «in numerosissime occasioni al rafforzamento delle relazioni tra l’Italia e la Federazione russa, in particolare nei settori politico ed economico, dimostrandosi un sincero amico del nostro Paese».

Le possibili revoche

In base alle leggi attualmente in vigore, il governo ha il potere di chiedere la revoca di queste onorificenze.

La legge del 1951 che regola l’Ordine al merito della Repubblica italiana stabilisce infatti che «salve le disposizioni  della legge penale, incorre nella perdita dell’onorificenza l’insignito che se ne renda indegno». L’eventuale revoca deve essere pronunciata con un decreto del presidente della Repubblica, su proposta motivata del presidente del  Consiglio dei Ministri, sentito il Consiglio dell’ordine, che è composto da dieci membri.

In maniera molto simile, la legge del 2011 che regola l’Ordine della stella d’Italia stabilisce che «fatte salve le disposizioni della legge penale, incorre nella perdita dell’onorificenza l’insignito che se ne rende indegno». In questo caso la revoca è pronunciata con un decreto del  presidente della Repubblica, su proposta del ministro degli Esteri.

Fonti interne al governo hanno confermato a Pagella Politica che l’esecutivo guidato da Mario Draghi ha avviato il processo per revocare le onorificenze concesse dal nostro Paese ai cittadini russi sanzionati.

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