Come nasce un partito di “estremo centro”

Tra appassionati di finanza ed ex comunisti, siamo stati al congresso di Ora!, fondato dall’economista Boldrin e dall’imprenditore Forchielli
I cartonati di Boldrin e Forchielli al congresso di Ora!
I cartonati di Boldrin e Forchielli al congresso di Ora!
Questo fine settimana circa quattrocento persone provenienti da diverse parti d’Italia hanno passato due giorni in un grande albergo di Abano Terme, cittadina alle porte di Padova rinomata per le sue fonti termali. Hanno fatto i bagni? La talassoterapia? I trattamenti linfodrenanti? No: hanno fondato un partito. Tra sabato 11 e domenica 12 ottobre infatti si è tenuto il congresso fondativo di Ora!, il partito nato dal Movimento Drin Drin, creato un anno fa da Michele Boldrin e Alberto Forchielli, e capace in pochi mesi di raccogliere quasi 15 mila adesioni. Per avere un termine di paragone, il movimento “Il mondo al contrario” di Roberto Vannacci ne conta un terzo.

Siamo stati lì, sui colli Euganei, in un caldo weekend d’autunno, per raccontare come nasce un partito nel 2025 e osservare da vicino questo microcosmo di persone e idee che, nel contesto termale della location, sembrava uscito da La montagna incantata, il romanzo di Thomas Mann ambientato in un sanatorio svizzero.

I due fondatori

Boldrin ha 69 anni ed è un economista originario di Padova, da quarant’anni negli Stati Uniti, dove insegna alla Washington University di Saint Louis, in Missouri. Forchielli ha la stessa età ed è un imprenditore bolognese, con una lunga esperienza in Cina. Entrambi sono volti piuttosto noti: Boldrin è molto attivo sui social e cura da anni un canale YouTube con quasi 80 mila iscritti; Forchielli è spesso ospite dei talk show televisivi, soprattutto su LA7. 

I due, amici di vecchia data, durante una diretta su YouTube di un anno fa si sono lanciati quasi per gioco nell’impresa di creare dal nulla un movimento politico, il Movimento Drin Drin, e poi un partito vero e proprio: “Ora! Il coraggio dell’ovvio”.

Boldrin non è nuovo alla politica attiva. Dopo un passato da comunista e una collaborazione con la Lega Nord, nel 2012 fu tra i fondatori di “Fare per fermare il declino”, un partito liberale ed europeista guidato dal giornalista Oscar Giannino. Quell’esperienza, travolta dallo scandalo dei falsi titoli di Giannino durante la campagna elettorale del 2013, fallì rapidamente, ma contribuì a costruire un piccolo seguito attorno alla figura di Boldrin. Una parte di quel pubblico è oggi confluita in Ora!.

Dentro il congresso

Il congresso di Abano Terme si è aperto sabato mattina con l’arrivo dei 373 delegati – i rappresentanti territoriali del Movimento Drin Drin, più una cinquantina di ospiti e membri dello staff – e con l’elezione dei cento componenti dell’assemblea del nuovo partito. 

Sùbito una brutta notizia: Forchielli non c’è. Impegni di lavoro, dicono. Ma qualcuno sospetta che abbia scelto di restare coerente con l’idea di “aiutare a costruire” il partito senza avere ruoli operativi, anche se ha appena annunciato di volersi candidare a sindaco di Bologna alle elezioni comunali del 2026. Boldrin invece, come vedremo, ha altri piani.

Anche senza Forchielli, la platea dei delegati offre uno spaccato interessante del nuovo partito. C’è il finance bro palestrato che elenca le sue «due lauree ottenute nelle più prestigiose università del mondo»; ci sono i talebani dei numeri con la maglietta Show me the fucking data; i contabili di mezza età appassionati di finanza personale; i millennial un po’ nerd che citano World of Warcraft dal palco; gli imprenditori del Nord in abito gessato; i giovani economisti dell’associazione liberista “LiberiOltre”; e gli informatici in tuta e felpa con il cappuccio. Tra loro, ci sono anche ventenni che hanno scoperto “Michele” su YouTube anni fa e non si sono più persi un suo video, insieme a medici e professori che avevano partecipato a “Fare per fermare il declino” e sono tornati «per aiutare un amico».

Non mancano i personaggi inaspettati, come un ricercatore di fisica con i rasta, che racconta di aver distribuito Lotta Comunista e ora sogna di «aprire una seconda Silicon Valley a Pescara». I pochi delegati calabresi e siciliani si tengono invece un po’ in disparte, forse colpiti dall’abbondanza di spille del Leone di San Marco sulle giacche dei colleghi. 
Pagella Politica
Le differenze politiche interne sono già visibili: c’è chi vorrebbe guardare a destra, chi preferirebbe dialogare con il centrosinistra. Eppure l’insieme forma una comunità riconoscibile, urbana, istruita ed economicamente solida. Non a caso, se Ora! otterrà il finanziamento del 2 per mille, non stupirebbe scoprire che i suoi sostenitori siano tra i più benestanti.

Un partito quasi tutto al maschile

Il congresso, insomma, ha mostrato un partito molto giovane, ma soprattutto molto maschile. «Siamo appena il 12 per cento», ha detto con tono polemico una delle poche delegate al congresso. Una percentuale molto bassa, se si considera che in Parlamento la presenza femminile è intorno al 35 per cento. Le donne di Ora!, interrogate sulla questione, hanno risposto a Pagella Politica con diplomazia: «Lavoreremo per alzare questa percentuale, intanto noi siamo contente di essere valorizzate per le nostre competenze e non per il nostro genere». Meno accorti alcuni colleghi uomini, secondo cui «alle donne piace fare più attivismo che politica».

Boldrin ha affrontato il tema nel suo primo discorso da segretario, ammettendo il problema. «Non abbiamo dato il giusto riconoscimento alle donne durante il voto in assemblea: cambiamo atteggiamento e cambiamolo seriamente», ha detto ai delegati. Già, perché nonostante avesse dichiarato più volte di non voler assumere cariche, alla fine l’economista è stato eletto segretario per acclamazione. Di fatto e di diritto, il capo è lui. «Boldrin è stato il catalizzatore di tutto questo, è giusto che sia lui la prima figura a guidare il partito», ha detto a Pagella Politica un delegato. «Ci sono tra noi persone con lo spessore per fare il segretario, ma non volevamo rischiare di bruciarle subito», ha aggiunto un altro.
Pagella Politica
Quando gli abbiamo chiesto se alle elezioni politiche del 2027 ci sarà un altro segretario, Boldrin ha risposto sorridendo: «Speriamo, così me ne vado in pensione». Per ora, però, sembra determinato a restare. I presenti al congresso intanto hanno festeggiato soddisfatti il primo sondaggio di BiDiMedia che, a fine agosto, attribuiva a Ora! lo 0,7 per cento delle intenzioni di voto. «Non è molto ma visto che non eravamo ancora nati mi sembra un ottimo punto di partenza», ha detto orgoglioso un delegato.

Il programma dei “competenti”

Ma che partito è, esattamente, Ora!? Si definisce di centro, o meglio di «estremo centro», come ama dire Boldrin, che nel suo intervento ha consigliato di leggere sia le opere Che fare? e Stato e rivoluzione di Lenin sia i Federalist Papers dei padri fondatori americani. «La politica muta velocemente in base agli eventi: bisognerà adattarsi in fretta e perciò il programma e lo statuto dovranno essere flessibili», ha dichiarato il segretario, aggiungendo: «Siamo ancora all’inizio. Vogliamo la doppia cifra alle elezioni, magari senza l’uno davanti, nel giro di qualche anno».

Un’area politica piuttosto affollata: ci sono Azione di Carlo Calenda, Italia Viva di Matteo Renzi, Più Europa di Riccardo Magi, e il Partito Liberaldemocratico di Luigi Marattin. 

Secondo Ora!, I temi prioritari da affrontare – spiegati nel comunicato di presentazione – sono «il ritardo tecnologico e la produttività, la crisi demografica, il sistema previdenziale, la gestione dei flussi migratori, le politiche formative (scuola, università), la debolezza ed ambiguità dell’Europa nel quadro internazionale». Sui diritti civili, Ora! ha posizioni progressiste: per esempio, è favorevole al matrimonio egualitario, a una legge sul fine vita, alla legalizzazione della cannabis, mentre in campo economico predilige la riduzione della spesa pubblica e la revisione dei sussidi e incentivi che i suoi membri definiscono «privilegi». 

Tra i principali obiettivi c’è il ridimensionamento del sistema pensionistico. «Non ci interessa se poi i pensionati non ci votano. Ce ne faremo una ragione, non si esce dal pantano senza scontentare qualcuno. C’è almeno un 20 per cento di italiani che vuole un futuro migliore: ci rivolgeremo a quelli», ha detto Boldrin a Pagella Politica. Per quanto riguarda la politica estera, l’economista ha preso posizioni molto dure contro Israele, accusato apertamente di commettere un genocidio nella Striscia di Gaza, e contro la Russia, a sostegno dell’Ucraina. Per Forchielli invece la minaccia russa andrebbe contrastata comprando «quattro bombe atomiche dal Pakistan, gli diamo quattro soldi ed è fatta».

Il programma completo di Ora! sarà pubblicato a breve sul sito ufficiale del partito. Per svilupparlo è stata usata la piattaforma Github, che ha permesso agli iscritti di intervenire direttamente sui temi, producendo documenti (i cosiddetti position paper) poi sintetizzati in tesi politiche. Un approccio collaborativo che richiama i modelli partecipativi tipici dell’era digitale e che ricorda un po’ la nascita di un altro partito, anch’esso nato dal basso in un contesto di crisi della politica tradizionale e intorno a due figure carismatiche. Guai però a fare paragoni con il Movimento 5 Stelle ai delegati di Ora!. «Noi siamo i competenti, loro dei cialtroni», rispondono secchi.

La lunga strada verso il voto

Ad Abano Terme, l’entusiasmo era palpabile. Tutt’altra storia sarà mantenerlo fino al 2027, quando si voterà per le elezioni politiche. I tesserati di Ora! si dicono convinti di farcela: nei prossimi giorni partiranno eventi e incontri per farsi conoscere. 

Eppure la nascita del partito è passata quasi inosservata: qualche articolo sulla stampa locale, poche righe sui quotidiani nazionali, niente di più.

Pagella Politica c’era, perché pensiamo valesse la pena osservare da vicino la nascita di questo piccolo e agguerrito partito, a metà tra laboratorio politico e covo di nerd, capace di convincere quasi 15 mila persone a iscriversi e circa quattrocento a passare un weekend in un albergo della provincia di Padova per discutere la propria idea di Paese. Non è scontato di questi tempi, in cui gli italiani si interessano sempre meno di politica.
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