Che cosa è andata a fare Meloni in Arabia Saudita

Nella visita, criticata dalle opposizioni, la presidente del Consiglio ha annunciato accordi per quasi 10 miliardi di euro in ambito economico, culturale e di difesa
Fonte: Presidenza del Consiglio dei ministri
Fonte: Presidenza del Consiglio dei ministri
Da sabato 25 a lunedì 27 gennaio la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è stata in visita in Arabia Saudita. Come ha precisato la stessa Meloni durante un punto stampa conclusivo, non si è trattato solo di una «visita di cortesia», ma di un’occasione istituzionale per siglare diversi accordi con il Paese mediorientale. Durante la visita la presidente ha incontrato il principe e primo ministro dell’Arabia Saudita Moḥammad bin Salmān Āl Saʿūd in una tenda nel deserto nella valle di Al’-Ula, nel Nord-Ovest del Paese, con cui ha discusso per tre ore in privato di vari temi, dalla politica estera alla transizione energetica. 

Nel pomeriggio di domenica 26 gennaio, Meloni ha preso parte a una tavola rotonda alla sala congressi Maraya Concert Hall, a cui hanno partecipato pure i rappresentanti di alcune imprese italiane e arabe, nel corso della quale sono state firmate diverse intese. Secondo quanto dichiarato da Meloni, gli accordi valgono quasi dieci miliardi di euro. 

In questi giorni Meloni è stata criticata da diversi partiti di opposizione, che non hanno ritenuto opportuna la visita per via della situazione nel Paese mediorientale e a fronte di quello che la stessa presidente del Consiglio diceva in passato proprio sull’Arabia Saudita.

I temi al centro del viaggio

Meloni e bin Salmān si sono confrontati su alcune questioni di rilievo, in particolare in tema di politica estera. In un comunicato stampa pubblicato dalla presidenza del Consiglio, si legge che tra i temi trattati ci sono stati la pace in Ucraina, il consolidamento del cessate il fuoco a Gaza, la ricostruzione in Siria dopo la caduta del governo di Bashar al-Assad a dicembre 2024 e la situazione in Libano. Uno spazio è stato poi riservato ai temi della transizione energetica e allo sviluppo di iniziative per l’Africa, nell’ambito del cosiddetto “Piano Mattei”. Il “Piano Mattei” (che prende il nome dall’imprenditore Enrico Mattei) è il piano lanciato ormai un anno fa dal governo per lo sviluppo del continente africano. Questo piano ha finora individuato progetti pilota in nove Paesi: quattro Paesi sono nel Nord-Africa (Algeria Egitto, Tunisia e Marocco), gli altri cinque nell’Africa sub-sahariana (Costa d’Avorio, Etiopia, Kenya, Mozambico e Repubblica del Congo). A novembre 2024 il governo ha trasmesso al Parlamento la prima relazione sullo stato di attuazione del piano, aggiornata al 10 ottobre. Il documento indica i progressi di 21 progetti, di cui 17 riguardano i nove Paesi di cui ha parlato Meloni. Secondo la relazione, cinque progetti sono iniziati, mentre l’avvio di altri undici progetti è previsto nel 2025. Per un progetto non è stata specificata la data di avvio.
Per quanto riguarda gli accordi stipulati, durante la visita di Meloni sono state siglate intese economiche e per la valorizzazione del patrimonio culturale, oltre che alcune collaborazioni per l’Africa, ma al momento non sono disponibili dettagli specifici. Come ha spiegato Meloni durante il punto stampa, «il valore delle intese, tra intese governative e intese che sono state sottoscritte anche tra enti pubblici e privati viaggia intorno ai dieci miliardi di euro».

Tra gli enti che hanno stipulato accordi c’è per esempio Leonardo Spa, la principale società italiana del settore militare e dell’aerospazio, che ha firmato un memorandum «con l’obiettivo di discutere, sviluppare e valutare una serie di investimenti e opportunità per espandere ulteriormente la collaborazione nei settori dell’aerospazio e della difesa». Meloni ha annunciato anche la possibilità che l’Arabia Saudita entri a far parte del Global Combat Air Programme (GCAP), ossia del programma di collaborazione internazionale che coinvolge Italia, Regno Unito e Giappone, e che per la parte italiana coinvolge proprio Leonardo Spa, che prevede di sviluppare un caccia di nuova generazione entro il 2035.

Anche Fincantieri, azienda pubblica che opera nel settore della cantieristica navale, ha firmato dei memorandum con l’Arabia Saudita. Secondo le informazioni disponibili, si tratta di un’intesa nel settore della cantieristica civile e nello sviluppo della cybersicurezza in ambito navale. SACE, il gruppo assicurativo-finanziario italiano controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha invece firmato un accordo per sostenere le esportazioni dell’Italia in Arabia Saudita, i rapporti commerciali e d’investimento tra i due Paesi.

Le critiche delle opposizioni

Come anticipato, la visita di Meloni in Arabia Saudita e gli accordi che ne sono derivati sono stati criticati dai partiti che stanno all’opposizione. 

«Meloni firma accordi miliardari con l’Arabia Saudita. Eppure prima si scagliava perché “c’era la pena di morte per apostasia, per adulterio, per omosessualità e zero diritti per le donne. Una nazione fondamentalista” Immagino che tutto sia stato risolto prima della visita. Giusto?», ha scritto il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni su X. Effettivamente, quando era all’opposizione, la leader di Fratelli d’Italia aveva criticato più volte l’Arabia Saudita. Per esempio, a marzo del 2019 Meloni aveva parlato di una «nazione fondamentalista», dove è in vigore la pena di morte e sono discriminate donne e omosessuali. Due anni più tardi, a gennaio del 2021, Meloni aveva aggiunto che l’Arabia Saudita «non è esattamente un modello da invidiare», contestando i rapporti che il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha avuto con i leader sauditi. Nonostante negli anni bin Salmān si sia mostrato come un leader più dialogante sul piano internazionale, in Arabia Saudita vige ancora oggi un regime autoritario in cui, come hanno documentato varie organizzazioni non governative, è praticata la pena di morte e in cui i diritti fondamentali delle persone, soprattutto delle donne, non sono rispettati. Diverse critiche a Meloni sono arrivate anche dal Partito Democratico. La segretaria del PD Elly Schlein ha scritto su Instagram che «ormai Meloni non fa passare un solo giorno senza smentire sé stessa», mentre la deputata del Movimento 5 Stelle Chiara Appendino ha definito l’incontro di Meloni con bin Salmān «il trionfo dell’incoerenza».

Durante il punto stampa conclusivo Meloni ha risposto alle opposizioni, dicendo che «non c’è contraddizione» tra quello che diceva ieri e quello che fa oggi. «L’Italia e l’Arabia Saudita sono due Paesi che hanno interesse a stringere accordi strategici in materie come l’energia, come il rapporto con l’Africa, come la difesa, come gli investimenti. Altro tema che io ho posto in passato è la questione eventualmente di chi dovesse favorire attività di proselitismo in Europa», ha spiegato Meloni ai giornalisti. «Su questo io non ho cambiato idea, ma non mi pare che ci sia nulla di tutto questo nel lavoro che abbiamo fatto in questi giorni», ha concluso la presidente del Consiglio, che il 27 gennaio è arrivata a Manama, in Bahrain, per l’ultima tappa del suo viaggio istituzionale.

SOSTIENI PAGELLA

Leggi ogni giorno la newsletter con le notizie più importanti sulla politica italiana. Ricevi le nostre guide eBook sui temi del momento.
ATTIVA LA PROVA GRATUITA
Newsletter

I Soldi dell’Europa

Il lunedì, ogni due settimane
Il lunedì, le cose da sapere sugli oltre 190 miliardi di euro che l’Unione europea darà all’Italia entro il 2026.

Ultimi articoli