Martedì 16 maggio la Camera dei deputati ha approvato il disegno di legge per la conversione del decreto con cui il governo Meloni ha fatto ripartire la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina. Ora il testo dovrà essere approvato anche dal Senato per essere convertito in legge.

Durante il dibattito in aula il deputato della Lega Domenico Furgiuele ha difeso l’opera dalle critiche, dicendo che «dall’aria, grazie al ponte, verranno tolte 140 mila tonnellate di CO2 l’anno». Negli scorsi mesi questo numero è stato ripetuto più volte anche dal leader della Lega Matteo Salvini, per esempio il 4 aprile ospite (min. 4:30) dell’Associazione stampa estera a Roma e il 22 marzo ospite (min. 0:58) a Cinque minuti su Rai 1.

Ma qual è la fonte di questo dato? E quanto è affidabile? Ad aprile abbiamo realizzato un fact-checking sulle dichiarazioni di Salvini per Green&Blue, che qui vi riproponiamo in una versione ridotta. In breve: la stima è plausibile, ma omette alcuni dettagli importanti.

Partiamo dalla fonte del dato. La stima delle 140 mila tonnellate di emissioni di CO2 tolte dall’aria è contenuta in un documento intitolato “Note sulle emissioni di sostanze nocive di navi e gommato nello Stretto di Messina”, realizzato nel 2020 da due ingegneri siciliani favorevoli alla realizzazione dell’infrastruttura: Giovanni Mollica e Antonino Musca. Il testo non è pubblicamente disponibile, ma Pagella Politica lo ha potuto consultare. La fonte non è dunque uno studio scientifico e nemmeno un rapporto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e come spiegano gli autori stessi, «non ha pretesa di scientificità», ma di «sano buon senso».

L’idea dietro ai calcoli di Mollica e Musca è semplice: i due autori del documento hanno provato a quantificare quante sono le emissioni di CO2 prodotte dai traghetti che trasportano auto e passeggeri dalle coste della Calabria a quelle della Sicilia, e viceversa. Per calcolare questo dato hanno considerato due fattori: le ore di navigazione in un anno dei traghetti e la potenza dei loro motori. Secondo Mollica e Musca le emissioni annuali di CO2 attribuibili ai traghetti nello Stretto di Messina si aggirano intorno alle 150 mila tonnellate. Le emissioni annue di CO2 delle auto che attraverseranno il ponte, una volta costruito, saranno invece pari a circa 10 mila tonnellate. La differenza tra 150 mila tonnellate e 10 mila tonnellate di CO2 dà come risultato le 140 mila tonnellate che si eliminerebbero in un anno dall’aria grazie al ponte, il dato citato da Salvini e da altri esponenti del suo partito.

Come spieghiamo più nel dettaglio su Green&Blue, la stima delle 150 mila tonnellate di CO2 è plausibile. Per verificarla abbiamo controllato i numeri di un database che mette a disposizione i dati sulle emissioni di alcuni traghetti che transitano nello Stretto e parlato con un esperto di emissioni navali. 

La stima delle 140 mila tonnellate di CO2 “eliminate” grazie al ponte sullo Stretto è però parziale per almeno due motivi. Il primo motivo: la Lega non prende in considerazione le emissioni di CO2 che sarebbero prodotte con la costruzione del ponte sullo Stretto. Secondo le nostre stime, considerando il cemento e l’acciaio necessari per la realizzazione dell’opera, i lavori dell’infrastruttura produrrebbero a grandi linee emissioni pari a 1,5 milioni di tonnellate di CO2. Per quantificare l’impatto complessivo del ponte sullo Stretto in termini di emissioni servirebbe una “valutazione dell’impatto del ciclo di vita” (in inglese life cycle assessment, Lca) dell’infrastruttura, che tenga conto sia delle emissioni prodotte dal ponte per la sua costruzione sia di quelle eliminate, per esempio a causa di un eventuale modifica dei mezzi di trasporto usati per attraversare lo Stretto. A oggi uno studio completo di questo tipo non c’è.

Il secondo motivo per cui la stima della Lega è parziale riguarda le ipotesi fatte nel citato documento in cui si calcolano le 140 mila tonnellate di CO2 tolte dall’aria. Per esempio il testo basa i propri calcoli sullo scenario, come abbiamo visto, in cui l’intero traffico sui traghetti di auto e passeggeri sarà sostituito dal traffico sul nuovo ponte. Ma questo non è per nulla scontato: quando l’opera sarà effettivamente costruita, alcuni viaggiatori potranno comunque continuare a preferire i traghetti se considerati più convenienti, per esempio in termini di tragitto da percorrere.

Ricapitolando: il ponte sullo Stretto, una volta realizzato, potrà ridurre le emissioni di CO2 dei traghetti, se questi ultimi come è lecito attendersi saranno molto meno utilizzati, per preferire l’utilizzo della nuova infrastruttura (che secondo il progetto sarà attraversato anche da treni). Ma nel computo totale bisogna considerare tutte le emissioni prodotte dall’infrastruttura, cosa di cui la Lega non tiene conto.