Mentre procede lo spoglio delle schede negli Stati Uniti, il rischio di dichiarazioni avventate e potenzialmente pericolose nelle ore successive alla chiusura delle urne – di cui abbiamo dato conto il 3 novembre, durante l’election day – sembra essersi concretizzato. Trump si è dichiarato vincitore mentre la conta dei voti è ancora in corso, ha accusato i democratici di volergli rubare la vittoria e ha invitato i suoi sostenitori a reagire.
Vediamo dunque i dettagli di questa mossa di Trump, come hanno reagito testate giornalistiche e social network, e che ruolo ha avuto il fact-checking.
I social network “imbrigliano” i messaggi di Trump
Alle sette meno un quarto del mattino italiane, Trump ha preannunciato su Twitter che avrebbe rilasciato una dichiarazione a breve, parlando di una «grande vittoria» e, in un tweet immediatamente successivo, ha scritto: «siamo avanti di parecchio, loro stanno provando a rubare le elezioni. Non glielo lasceremo fare. Non si possono esprimere voti dopo che le urne sono chiuse».
Questo tweet è stato oscurato da Twitter, con un messaggio che comincia così: «Il contenuto condiviso in questo Tweet, tutto o in parte, è controverso e potrebbe essere fuorviante».
Nel suo discorso, poi, Trump ha ribadito (min. 7.25) che «francamente, abbiamo vinto noi queste elezioni», ha preannunciato un ricorso alla Corte Suprema e ha nuovamente detto (min.8.15): «per quanto mi riguarda, abbiamo già vinto».
Facebook ha affiancato al video del discorso di Trump sulla sua pagina un messaggio in cui si legge: «I risultati finali potrebbero essere diversi dall’iniziale conteggio dei voti, dal momento che il conteggio andrà avanti per giorni o settimane dopo la chiusura dei seggi».
Messaggio simile accompagna anche alcune immagini diffuse da Trump su Instagram.
I social network hanno insomma cercato di arginare i danni che la dichiarazione prematura di vittoria da parte di Trump rischia di fare, affiancando alle sue parole messaggi di fact-checking che danno ai lettori l’informazione essenziale: è troppo presto per sapere chi ha vinto, le dichiarazioni di vittoria da parte del presidente uscente sono infondate.
Le testate giornalistiche non danno seguito alle parole di Trump
Anche le principali testate giornalistiche, televisive e non, stanno battendo sullo stesso tasto in queste ore.
La rete televisiva conservatrice Fox News, che ospita molti commentatori vicini a Trump, aveva in homepage – verso le 15 ora italiana – come titolo di apertura: «i risultati delle elezioni sono posticipati» e nel servizio tv dedicato al discorso del presidente il giornalista Lucas Tomlinson ha affermato che «ancora non sappiamo chi sia il vincitore, ma il presidente Trump ha tenuto un discorso sostenendo di essere lui il vincitore». In modo sfumato, ma viene insomma fatto passare il messaggio che quella del presidente fosse un’uscita al momento non supportata dai fatti.
La rete televisiva Cnn ha sottoposto a fact-checking il discorso in cui Trump sostiene di aver vinto, trovando «una serie di dichiarazioni vergognosamente false». In particolare Trump viene criticato proprio per aver rivendicato la vittoria, in alcuni Stati dove lo spoglio era ancora in corso e anche a livello nazionale, e aver lanciato l’accusa di brogli senza alcuna base fattuale.
Abc News, poco dopo il discorso del presidente, ha titolato un articolo dedicato al tema «Trump dichiara falsamente di aver vinto le elezioni» e in homepage, sempre intorno alle 15 italiane, sottolineava come ancora non ci fosse un vincitore. Lo stesso ha fatto Nbc News, sia dando nel titolo in homepage la notizia della mancata proclamazione di un vincitore, sia dedicando un articolo di fact-checking al fatto che Trump ha «falsamente dichiarato di aver vinto le elezioni». Anche Cbs News ha accusato Trump di essersi «falsamente» attribuito la vittoria, mentre mancano ancora milioni di schede da scrutinare.
Tra le testate cartacee, nel suo articolo dedicato alle elezioni il New York Times ha scritto, tra le altre cose, che «con milioni di voti legittimi ancora da conteggiare, Trump ha prematuramente e avventatamente dichiarato di aver vinto le elezioni».
Il Washington Post si unisce al coro delle accuse a Trump di aver mentito sia sulla sua vittoria sia sull’esistenza di brogli elettorali. Anche Usa Today parla di falsità in riferimento alle dichiarazioni di Trump circa la propria vittoria.
La reazione di Trump
La strategia di Trump, prevista da alcuni analisti prima ancora del voto, sta dunque incontrando una significativa resistenza da parte sia dei media tradizionali sia dei social network che, in maniera pressoché unanime, hanno bollato le sue parole come delle falsità e hanno calcato molto sul messaggio che la corsa per la Casa Bianca è ancora aperta.
Per aggirare queste barriere e far passare il suo messaggi di vittoria ottenuta e di brogli in corso, il presidente uscente sta però sfruttando i canali di comunicazione diretta che ha coi propri supporter, in particolare la mail – come ha notato il giornalista Fabio Chiusi – e il suo sito ufficiale.
Il rischio dunque è che anche solo una minoranza di elettori di Trump venga esposto a una narrazione falsa, che potrebbe causare instabilità ed episodi di violenza nel caso in cui il conteggio dei voti desse, al suo termine, la vittoria al candidato democratico Joe Biden e tra i sostenitori del presidente uscente si diffondesse la convinzione che siano in corso dei brogli.
In conclusione
Trump ha attuato una strategia ritenuta pericolosa e sconsiderata da diversi osservatori, che pure l’avevano pronosticata, dichiarando di aver vinto le elezioni e denunciando brogli quando lo spoglio delle schede è ancora in corso e non c’è alcuna prova di interferenze nel voto.
La reazione dei principali media tradizionali americani e dei social network è stata pressoché compatta: le parole di Trump sono falsità prive di fondamento, al momento (pomeriggio italiano del 4 novembre) è troppo presto per stabilire chi ha vinto.
Trump tuttavia sta provando ad aggirare questo “cordone sanitario” che è stato posto intorno alla sua narrazione. Da quella che sarà la reazione degli americani, anche in base a come andrà a finire il conteggio di tutti i voti espressi, avremo forse delle indicazioni su quanto possa essere stata efficace la strategia di contenimento da parte dei media e dei social delle numerose informazioni false fornite dal presidente uscente.
Aborto
La relazione sulla legge 194 è uscita incompleta e più in ritardo del solito