Con un tweet
pubblicato nella serata del 16 agosto la giornalista ha definito l’accostamento tra le due immagini come «poco accurato», spiegando: «Ho sempre indossato il velo per le strade di Kabul, pur senza coprire completamente i capelli e senza indossare l’
abaya».
In seguito all’arrivo dei talebani quindi Ward ha modificato il suo abbigliamento, ma non in modo «tanto netto» come implicato dai montaggi circolati online. Ward ha inoltre precisato che nella prima foto si trovava in un «edificio privato» mentre nella seconda era nelle strade di una città appena conquistata dai talebani, nel mezzo quindi di una situazione estremamente tesa e precaria.
Le parole di Ward sono confermate dai suoi precedenti reportage. Nel 2019, per esempio, la corrispondente era stata in Afghanistan come inviata di Cnn per raccontare che cosa volesse dire vivere sotto i talebani. In quell’occasione Ward
ha raccontato (min. 1:00) di aver dovuto indossare il
niqab, il velo integrale, perché questo le avrebbe permesso di «essere invisibile» e di «limitare il modo in cui interagisci con le persone».
In quell’occasione la reporter Salma Abdelaziz, anche lei inviata insieme a Ward, ha spiegato che la loro guida locale richiedeva espressamente che indossassero il niqab durante le visite.
Negli ultimi giorni inoltre Ward ha cambiato abbigliamento, indossando o meno il velo, anche nei collegamenti registrati prima di arrivare a Kabul. Il 7 agosto per esempio la corrispondente
si trovava a Kandahar, la seconda città del Paese conquistata dagli estremisti prima di arrivare nella capitale.
Lì Ward indossa il velo e l’
abaya (per esempio ai minuti 2:46 o 3:45) mentre parla con i locali. Lo stesso giorno poi Ward ha fatto un collegamento da un ambiente chiuso (min. 4:40), senza coprire il capo e con un abbigliamento all’occidentale.
Il montaggio con le due foto, insieme alle spiegazioni di Ward, è stato ripreso anche da diversi organi di stampa italiani come
Il Giornale, il
Corriere della Sera, Tgcom24 o
Il Messaggero.