Il 3 novembre il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato la nuova “Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva”, in cui ogni anno riporta le stime sull’evasione nel nostro Paese.

Secondo i nuovi dati, nel 2022 il gettito perso a causa del mancato pagamento dei tributi (ossia delle imposte e delle tasse) e dei contributi previdenziali valeva circa 102,5 miliardi di euro, in crescita di oltre 2 miliardi rispetto al 2021. Del gettito perso, 91 miliardi fanno riferimento all’evasione dei tributi, mentre i restanti 11,5 miliardi dei contributi. Dietro all’aumento in valori assoluti, però, c’è un lato positivo: il “peso” dell’evasione fiscale, infatti, è in costante calo. Nel 2018, l’evasione valeva il 19,7 per cento del gettito potenziale, cioè quasi un quinto delle entrate che lo Stato avrebbe potuto incassare, e in ognuno degli ultimi cinque anni questa percentuale è calata.

La relazione offre molti spunti e statistiche interessanti per capire chi evade e quanto, in quali campi la lotta all’evasione sta funzionato meglio e quanto costa al resto del Paese il mancato pagamento di imposte e contributi. Indossiamo i nostri occhiali da economisti e andiamo a vederlo.