Nel pomeriggio di venerdì 6 settembre il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha rassegnato le sue dimissioni «in termini irrevocabili», come ha spiegato lui stesso in una lettera inviata alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. «Ti ringrazio per avermi difeso con decisione, per aver già respinto una prima richiesta di dimissioni e per l’affetto che ancora una volta mi hai testimoniato. Ma ritengo necessario per le istituzioni e per me stesso rassegnare le dimissioni», ha scritto Sangiuliano, il cui posto sarà preso da Alessandro Giuli, giornalista e presidente della Fondazione MAXXI di Roma.
«Ringrazio sinceramente Gennaro Sangiuliano, una persona capace e un uomo onesto, per lo straordinario lavoro svolto finora, che ha permesso al governo italiano di conseguire importanti risultati di rilancio e valorizzazione del grande patrimonio culturale italiano, anche fuori dai confini nazionali», ha dichiarato Meloni in una nota, confermando di aver proposto la nomina di Giuli al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
In questi giorni Sangiuliano è al centro di un caso che vede coinvolta Maria Rosaria Boccia, un’imprenditrice campana con cui il ministro ha ammesso di avere avuto una relazione sentimentale, durante un’intervista con il TG1 andata in onda su Rai1 il 4 settembre. Nell’intervista Sangiuliano ha smentito di aver nominato Boccia come sua consigliera personale e ha ribadito di non aver usato soldi pubblici per le trasferte fatte insieme e di non averle mai dato l’accesso a documenti riservati. Tutti e tre questi fatti sono stati a sua volta smentiti dalla stessa Boccia, che in un’intervista pubblicata il 6 settembre da La Stampa ha detto che il ministro sarebbe ricattabile, senza specificare da chi. «Io ho ascoltato conversazioni e letto messaggi di persone che a mio avviso hanno ricattato il ministro», ha dichiarato Boccia.
«Qui è in gioco la mia onorabilità e giudico importante poter agire per dimostrare la mia assoluta trasparenza e correttezza, senza coinvolgere il governo. Mai un euro è stato speso dal ministero per attività improprie. L’ho detto e lo dimostrerò in ogni sede. Non solo. Andrò in fondo a verificare se alla vicenda abbiano concorso interessi diversi e agirò contro chi ha pubblicato fake news in questi giorni», ha scritto nella lettera di dimissioni Sangiuliano, che tra il 2018 e il 2022 è stato il direttore del TG2. Secondo fonti stampa, la Corte dei Conti starebbe facendo delle valutazioni per verificare se effettivamente non siano stati spesi soldi pubblici per le trasferte di Boccia.
Secondo i nostri calcoli, Sangiuliano è il trentatreesimo ministro a dimettersi dal 2001 a oggi.
«Ringrazio sinceramente Gennaro Sangiuliano, una persona capace e un uomo onesto, per lo straordinario lavoro svolto finora, che ha permesso al governo italiano di conseguire importanti risultati di rilancio e valorizzazione del grande patrimonio culturale italiano, anche fuori dai confini nazionali», ha dichiarato Meloni in una nota, confermando di aver proposto la nomina di Giuli al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
In questi giorni Sangiuliano è al centro di un caso che vede coinvolta Maria Rosaria Boccia, un’imprenditrice campana con cui il ministro ha ammesso di avere avuto una relazione sentimentale, durante un’intervista con il TG1 andata in onda su Rai1 il 4 settembre. Nell’intervista Sangiuliano ha smentito di aver nominato Boccia come sua consigliera personale e ha ribadito di non aver usato soldi pubblici per le trasferte fatte insieme e di non averle mai dato l’accesso a documenti riservati. Tutti e tre questi fatti sono stati a sua volta smentiti dalla stessa Boccia, che in un’intervista pubblicata il 6 settembre da La Stampa ha detto che il ministro sarebbe ricattabile, senza specificare da chi. «Io ho ascoltato conversazioni e letto messaggi di persone che a mio avviso hanno ricattato il ministro», ha dichiarato Boccia.
«Qui è in gioco la mia onorabilità e giudico importante poter agire per dimostrare la mia assoluta trasparenza e correttezza, senza coinvolgere il governo. Mai un euro è stato speso dal ministero per attività improprie. L’ho detto e lo dimostrerò in ogni sede. Non solo. Andrò in fondo a verificare se alla vicenda abbiano concorso interessi diversi e agirò contro chi ha pubblicato fake news in questi giorni», ha scritto nella lettera di dimissioni Sangiuliano, che tra il 2018 e il 2022 è stato il direttore del TG2. Secondo fonti stampa, la Corte dei Conti starebbe facendo delle valutazioni per verificare se effettivamente non siano stati spesi soldi pubblici per le trasferte di Boccia.
Secondo i nostri calcoli, Sangiuliano è il trentatreesimo ministro a dimettersi dal 2001 a oggi.