Il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti, commentando i risultati delle elezioni europee a livello continentale, il 27 maggio mattina ha dichiarato: «L’aggressione sovranista alle istituzioni europee è fallita […]. Dentro il Parlamento europeo c’è un’ampia, solida e forte maggioranza che ha la voglia di cambiare l’Europa ma di difendere e rilanciare il grande sogno europeo. Questo colloca le forze sovraniste anche italiane in una posizione di marginalità».

Dall’altra parte, Matteo Salvini ha commentato a caldo i risultati della serata elettorale annunciando che «un’Europa che cambia».

Chi ha ragione? Il leader della Lega italiana che promette cambiamenti o il segretario del Partito Democratico che dà per sicura una scarsa rilevanza dell’ormai primo partito italiano e dei suoi alleati?

Se guardiamo ai numeri, il “fallimento” dell’«aggressione sovranista» è un’affermazione sostanzialmente corretta. Andiamo a capire come dovrebbe essere composto il prossimo Parlamento europeo e quali sono le alleanze possibili.

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