La giravolta di Calenda sulla sua candidatura alle europee

Aveva detto che non si sarebbe candidato perché, secondo lui, è una «presa in giro» candidarsi per rinunciare al seggio. Ora ha annunciato che si candiderà
Ansa
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Nella serata di domenica 28 aprile il leader di Azione Carlo Calenda ha annunciato che si candiderà alle elezioni europee di giugno, smentendo quanto promesso pochi mesi fa. In un video pubblicato sui social network, Calenda ha giustificato la sua decisione dicendo che «la discesa in campo della presidente del Consiglio e la sua piattaforma antieuropea e sovranista cambiano completamente lo scenario». Poche ore prima dell’annuncio della candidatura di Calenda, Giorgia Meloni aveva dichiarato che si candiderà alle elezioni europee, un’ipotesi di cui si parlava già da tempo. Pochi giorni prima erano arrivati gli annunci di altre due candidature di leader di partito: quella del segretario di Forza Italia Antonio Tajani e quella della segretaria del Partito Democratico Elly Schlein.
Secondo Calenda, queste candidature lo hanno spinto a candidarsi «per dare ancora più forza alla squadra di straordinaria qualità che abbiamo messo in campo da settimane, con un programma netto e chiaro». Insieme a Calenda si candiderà l’ex ministra delle Pari opportunità e della Famiglia Elena Bonetti, che a fine gennaio è stata nominata vicepresidente di Azione, dopo essere uscita alcuni mesi prima da Italia Viva. Della lista “Azione-Siamo europei” faranno parte, oltre ad Azione, altri otto tra partiti e movimenti politici, tutti presenti sul simbolo elettorale. Ma facciamo un passo indietro.

Negli scorsi mesi Calenda aveva chiesto agli altri leader di partito di non candidarsi alle elezioni europee, per un motivo preciso. Tra gli altri, Meloni è presidente del Consiglio, Schlein è deputata, Tajani è deputato, ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio, Calenda è senatore. Tutti questi incarichi sono incompatibili con quello di parlamentare europeo: se i leader di partito fossero eletti a giugno al Parlamento europeo, dovrebbero dunque rinunciare al seggio (o rinunciare al loro incarico nel Parlamento italiano o al governo, scelta alquanto improbabile). Questo comportamento non è una novità: dal 1979 in poi molti politici italiani hanno fatto questa scelta, si sono candidati e hanno poi scelto di non accettare il seggio vinto. 

«Non dobbiamo candidarci, nessuno si deve candidare dei leader, perché in Europa bisogna andarci», aveva per esempio dichiarato Calenda il 12 gennaio 2024, ospite a Omnibus su La7. «Io non vorrei candidarmi e vorrei che tutti i leader facessero un accordo per non candidarsi. C’è un problema se si candidano tutti? Sì, c’è un problema». Il leader di Azione aveva aggiunto che probabilmente, dall’interno del suo partito, sarebbe stato spinto a candidarsi se si fossero candidati «tutti» gli altri leader. Ma aveva anche aggiunto che candidarsi per rinunciare al seggio è una «presa in giro». Un concetto ribadito pochi giorni dopo.
Il 20 gennaio, ospite a Tagadà su La7, Calenda aveva risposto così alla domanda se si sarebbe candidato alle europee: «No, io no, perché penso che si deve candidare chi va in Europa. Se si candida chi sa già di non andare in Europa, è uno svilimento degli elettori. È una presa in giro degli elettori. Allora perché io devo prendere in giro gli elettori? Cercherò invece di fare candidature molto di qualità tecnica. Gente che è esperta sulla politica estera, sulla politica economica, sulla politica industriale, e giocherò questa partita».
Con il passare delle settimane, Calenda ha iniziato a cambiare posizione, aprendo alla possibilità di candidarsi. Per esempio il 12 marzo, in un’intervista a la Repubblica, ha risposto così alla domanda: “A proposito di europee, lei si candiderà?”: «Non vorrei. Ho proposto agli altri leader un patto per non farlo. Se si candidano tutti però non sarà semplice restarne fuori». Come abbiamo visto, alla fine il leader di Azione ha cambiato idea e ha deciso che gli elettori potranno indicare il suo nome tra le preferenze per le elezioni europee. «Dobbiamo opporci con tutti i mezzi possibili al progetto di “una piccola Italia, in una piccola Europa” di Giorgia Meloni. È necessario rispondere a questa sfida antieuropea mettendosi direttamente in gioco», ha scritto Calenda sui social network, annunciando ufficialmente la sua candidatura.

In passato Calenda è già stato parlamentare europeo, dal 2 luglio 2019 al 12 ottobre 2022. All’inizio dell’attuale legislatura del Parlamento europeo, che si concluderà con le prossime elezioni, Calenda è stato eletto con il Partito Democratico, da cui è uscito alla fine di agosto 2019, per fondare poi Azione. Calenda ha lasciato il posto di parlamentare europeo quando alle elezioni politiche del 2022 è stato eletto senatore, incarico che ricopre attualmente.

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