A marzo il 15 per cento dei dipendenti in Italia aveva un contratto a tempo determinato: come mostra il grafico, questa percentuale è in calo rispetto ai mesi precedenti. Lo stesso grafico, però, mostra che è sbagliato dire che il precariato ha raggiunto i livelli «minimi», come ha scritto Fratelli d’Italia. Dal 2004, ossia da quando abbiamo i dati mensili, il livello più basso di contratti a tempo determinato è stato raggiunto proprio a gennaio 2004: in quel mese l’11,3 per cento di tutti gli occupati con un contratto da dipendente era a tempo determinato. Il picco è stato poi toccato a febbraio 2022, con il 17,3 per cento.
Il primo aumento marcato è stato registrato dopo l’approvazione del Jobs Act, tra il 2014 e il 2018, poi c’è stato un assestamento successivamente l’approvazione del decreto “Dignità”. Dopo il lockdown del 2020, c’è stata una risalita e un seguente calo.