Che cosa non torna nella storia dei dipendenti pubblici obbligati a partecipare a un evento del Pd

L’accusa è stata rilanciata anche dal leader di Azione, Carlo Calenda, ma sulla sua affidabilità ci sono dubbi
Pagella Politica
Nelle ultime ore la campagna elettorale per le elezioni del prossimo 25 settembre si è arricchita di un piccolo mistero che riguarda Acquedotto pugliese, una società per azioni controllata e interamente partecipata dalla Regione Puglia, e i suoi presunti rapporti privilegiati con il Partito democratico.

A innescare la polemica è stato un articolo pubblicato il 13 settembre sul sito web de Il Giornale e intitolato: «“Incontri elettorali obbligatori per i dipendenti”. Bufera sul Pd», in cui si parla di un cosiddetto «sistema Emiliano nelle agenzie regionali». Il quotidiano sostiene di essere entrato in possesso di un messaggio «inviato da Annarita Palmieri», una dipendente di Acquedotto pugliese ed ex candidata del Pd alle regionali del 2020, nel quale si ricordava che «come da telefonata della dottoressa Portincasa» (Francesca Portincasa, direttrice generale di Acquedotto Pugliese), i dipendenti della società erano obbligati a partecipare a un evento elettorale organizzato dal Partito democratico. L’evento, spiega il quotidiano, avrebbe visto la presenza di Raffaele Piemontese, vicepresidente della Regione Puglia e capolista per il Pd nei collegi del foggiano. Il messaggio conteneva inoltre l’esortazione a invitare «amici e parenti», perché «queste elezioni valgono il nostro futuro».

L’autrice dell’articolo è la giornalista Annarita Digiorgio, che su Twitter ha riportato lo screenshot integrale del messaggio WhatsApp, commentando: «Questa è la Stalingrado di Italia: gli incontri elettorali Pd obbligatori per i dipendenti pubblici regionali». Nel giro di qualche minuto, il leader di Azione Carlo Calenda ha rilanciato il contenuto sul suo profilo Twitter, chiedendo spiegazioni al segretario del Pd Enrico Letta e affermando che intanto il suo partito avrebbe presentato un «esposto». Lo screenshot del messaggio è stato condiviso anche dall’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Mario Furore, che su Facebook ha parlato di «abominio», e dall’eurodeputata leghista Susanna Ceccardi.

Qualcosa non torna

Fin dai primi istanti la ricostruzione de Il Giornale è apparsa piuttosto traballante, soprattutto a causa dello screenshot pubblicato su Twitter dalla giornalista, che indica in realtà uno scenario diverso da quello descritto.
Figura 1. Lo screenshot al centro dell’articolo de Il Giornale – Fonte: Twitter
Figura 1. Lo screenshot al centro dell’articolo de Il Giornale – Fonte: Twitter
Analizzando l’immagine, infatti, appare chiaro che Annarita Palmieri non possa essere la mittente del messaggio, ma al limite la destinataria. Ciò è piuttosto evidente dalla posizione e dal colore di sfondo del testo nella chat, che su WhatsApp compare a destra e sui toni del verde solo per i messaggi inviati, mentre sarà posizionato sulla sinistra e colorato di bianco o di grigio per quelli ricevuti. È stato dunque l’autore dello screenshot a inviare il messaggio, all’interno di una chat con un contatto salvato come “Annarita Palmieri” e che utilizza un’immagine personale dell’esponente Pd.

Gli scenari possibili a questo punto sono due: qualcuno potrebbe aver effettivamente inviato il messaggio incriminato ad Annarita Palmieri – e in tal caso sarebbe importante conoscere l’identità del mittente e le sue motivazioni, dal momento che lo stesso soggetto sarebbe anche l’autore dello screenshot circolato – oppure saremmo di fronte a un caso di spoofing, una pratica nella quale un individuo maschera la propria identità digitale fingendosi qualcun altro per scopi fraudolenti. Nella migliore delle ipotesi, comunque, si tratterebbe di un messaggio inviato da un soggetto ignoto e la responsabilità dello scritto non sarebbe in alcun modo riconducibile ai vertici di Acquedotto pugliese.

Le reazioni

Il Pd ha commentato la vicenda per difendersi dalle accuse. Il primo commento in ordine di tempo è stato quello di Raffaele Piemontese, l’esponente pugliese del Pd direttamente interessato dalla vicenda, che su Facebook ha fatto sapere di non aver mai ​​«pensato di chiamare» la direttrice di Acquedotto Pugliese Francesca Portincasa, definita «una donna che interpreta il suo ruolo con rigore e professionalità al di sopra di ogni sospetto». Piemontese ha inoltre annunciato che Annarita Palmieri ha «assicurato di non aver mai mandato messaggi del tenore di quello che sta circolando su social e mezzi di informazione» e che per questo motivo la donna ha già sporto una denuncia in questura per la diffamazione ricevuta a mezzo stampa. Come ha riportato l’agenzia stampa Ansa, sarà ora un’indagine a chiarire la dinamica degli eventi.

L’account Twitter del Pd ha definito quella rilanciata da Calenda «una calunnia vergognosa» e ha invitato l’esponente di Azione a verificare «sul serio prima di rilanciare». La notizia è stata smentita anche da Acquedotto Pugliese, che in una richiesta di rettifica inviata a Il Giornale si è detta estranea alla vicenda e ha annunciato «accertamenti interni sull’esistenza o meno del messaggio».

Nella serata del 13 settembre, la giornalista Digiorgio ha chiarito su Twitter che Annarita Palmieri è la persona che «ha ricevuto il messaggio», contrariamente a quanto inizialmente pubblicato. Il Giornale ha quindi modificato l’articolo, che ora parla genericamente di un messaggio «ricevuto da un dipendente degli uffici di Acquedotto Pugliese». Il nome di Annarita Palmieri è scomparso dal sito web de Il Giornale, senza che l’informazione sia stata in alcun modo rettificata.

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