Dopo l’incontro dei capi di Stato dei Paesi NATO a Bruxelles, il segretario nazionale di Sinistra Italiana (SI), Nicola Fratoianni, ha commentato in modo critico un accordo sull’aumento delle spese per armamenti dei Paesi dell’Alleanza Atlantica, e ha sottolineato che già oggi la spesa militare italiana equivale a parecchie decine di milioni di euro al giorno.

Vediamo se è vero.

Da dove spunta la cifra menzionata da Fratoianni?

A fine novembre del 2016 vennero pubblicati articoli di diverse testate italiane che, fin dal titolo, parlavano del fatto che nell’anno successivo – il 2017 – l’Italia avrebbe speso appunto 64 milioni di euro al giorno per le spese militari.

L’origine della notizia era nel primo rapporto annuale di Mil€x, l’Osservatorio sulle spese militari italiane: un progetto fondato nel 2016 nell’ambito della Rete Italiana per il Disarmo. Mil€x analizza il budget del ministero della Difesa (e non solo) per cercare di ottenere un quadro completo delle spese militari sostenute ogni anno dall’Italia, divise tra diverse voci del bilancio pubblico (la metodologia è spiegata nel dettaglio qui).

Nel rapporto 2017 di Mil€x (disponibile qui), quindi, si leggeva che nel complesso la spesa militare italiana sarebbe stata di 23,3 miliardi di euro per l’anno successivo, «pari a oltre 64,4 milioni di euro al giorno, 2,7 milioni di euro all’ora, 45 mila euro al minuto». Su questa stima erano basati i titoli di un anno fa, che probabilmente Fratoianni riecheggia.

Nel rapporto sembra esserci una piccola imprecisione: il totale indicato nella tabella 7, e cioè 23.312 milioni di euro di spesa per il 2017, diviso per i 365 giorni dell’anno, dà 63,86 milioni al giorno e non «oltre 64,4 milioni». Ad ogni modo, questo totale non è “per armi”, e si possono aggiornare questi numeri in base al nuovo rapporto Mil€x.

Com’è fatta la spesa militare italiana?


Fratoianni utilizza una statistica che fa riferimento al penultimo rapporto Mil€x. Dopo il rapporto 2017, pubblicato a novembre dell’anno precedente è uscita una nuova edizione che fa riferimento ai dati contenuti nei bilanci preventivi dei ministeri per l’anno 2018 (qui il PDF integrale).

Al di là dei numeri – su cui torneremo tra un attimo – è soprattutto nel merito della questione che la dichiarazione del leader di FI, se presa alla lettera, è fuorviante. Pur assumendo che la spesa sia rimasta invariata (in realtà, come vedremo, è aumentata), i 64 milioni al giorno sono da intedersi come spesa “militare complessiva” delle istituzioni italiane, non come esborso per armamenti.

In altri termini, gli oltre 23 miliardi di euro che deriverebbero dalla cifra giornaliera indicata da Fratoianni, comprendono anche tutti gli stipendi e l’intero mantenimento dell’infrastruttura amministrativa della Difesa. In questo senso, è fuorviante scrivere che l’Italia “spende 64 milioni al giorno per armi”.

Cosa ci dicono i dati effettivi aggiornati al 2018?

Il rapporto Mil€x pubblicato a febbraio 2018 recita: “La spesa militare complessiva (secondo la metodologia Mil€x) sale nel 2018 a 25 miliardi (1,4% PIL), +4% in un anno, +4% nell’ultima legislatura, +26% nelle ultime tre legislature” (p. 1).

Ma di questi, “soltanto” 5,7 miliardi sono da considerarsi “spese per armamenti”. Gran parte della spesa militare italiana, circa i tre quarti, è infatti destinata al pagamento del personale.

Se prendiamo le sole spese per armamenti, analizzate nel dettaglio a p. 28 e seguenti del rapporto – e cioè i 5,7 miliardi già citati, l’Italia spende poco sopra i 15 milioni e 600 mila euro al giorno per armi. Meno di un quarto della stima di Fratoianni.

Ciò naturalmente non esclude che la spesa presenti punti problematici o che meriterebbero più approfondimento: Mil€x nota, ad esempio, il ricorso crescente a fondi che non provengono dal Ministero della Difesa, ma dal Ministero dello Sviluppo Economico.



Fonte: Mil€x 2018 – Rapporto annuale sulle sulle spese militari italiane, p. 28

Controllando le fonti di Mil€x, si può verificare come i 5,7 miliardi derivi dalla somma delle voci di bilancio indicate, da un lato dal Ministero della Difesa (tabella riassuntiva del bilancio preventivo) al capitolo “Ammodernamento, rinnovamento e sostegno delle capacità dello Strumento Militare” e, dall’altro, del Ministero per lo Sviluppo economico, sotto le etichette “Interventi per l’innovazione del sistema produttivo del settore dell’aerospazio, della sicurezza e della difesa” e “Contributi per il finanziamento di interventi nel settore marittimo a tutela degli interessi di difesa nazionale” (rispettivamente bilancio preventivo, foglio 6, voce 7440; e foglio 8, voce 7419).

Il verdetto

Fratoianni, nell’affermare che oggi spendiamo 64 milioni al giorno per le armi, commette due imprecisioni. Da un lato, usa valori che risalgono al 2017 per definire la spesa corrente italiana in armamenti, che nel frattempo è leggermente salita. Dall’altro, sembra indicare che la sua cifra si riferisca agli armamenti, quando essa invece è quella della spesa militare nel suo complesso (una spesa che va per circa tre quarti in stipendi). Il valore indicato dal segretario generale di Sinistra Italiana per la spesa in armamenti è superiore di quattro volte alla cifra reale. Frantoianni merita un “Pinocchio andante”.

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2018-07-19 13:26:11 UTC




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Pagella Politica rating logo Pagella Politica Verdetto:
Pinocchio andante


«Già oggi spendiamo 64mln al giorno per #armi».




Nicola Fratoianni

Segretario nazionale di Sinistra Italiana

https://twitter.com/NFratoianni/status/1017014074788466688



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mercoledì 11 luglio 2018

2018-07-11