Ospite a Porta a Porta, il Premer apre una parentesi sulle trattative in corso tra i Paesi membri in merito alla nuova agenda per l’immigrazione proposta dalla Commissione Europea. Nella fattispecie si sofferma sul nuovo sistema di quote di ridistribuzione dei richiedenti asilo. Quasi a voler (inizialmente) giustificare la posizione inglese (particolarmente dura) portata avanti dal governo conservatore di David Cameron, Renzi cita la sproporzione del numero di immigrati già presenti sul suolo britannico. Vediamo se ha ragione.
Gli stranieri residenti e i clandestini
Cominciamo dal numero di stranieri legalmente residenti: secondo Eurostat nel 2014 si trovavano nel Regno Unito circa 5 milioni e 47 mila stranieri, mentre l’Italia ne ospitava 4 milioni e 922 mila (numeri pressoché identici)*.
E se Renzi stesse parlando dei clandestini? Come abbiamo spiegato in quest’altra analisi, è particolarmente complicato verificare il numero di stranieri presenti irregolarmente in territorio europeo – i dati sono per ovvie ragioni meno affidabili e si fa spesso affidamento a stime approssimative piuttosto che a censimenti certificati. Detto ciò, abbiamo fortunatamente a disposizione delle stime (datate al 2008) del database “Clandestino” (progetto di ricerca sul tema finanziato da fondi europei).
Grazie a questo rapporto sappiamo che nel 2008 nel Regno Unito vi erano tra i 417 e gli 863 mila immigrati clandestini, mentre in Italia questa stima si assestava tra i 279 ed i 461 mila.
Neanche i flussi di immigrati, d’altronde, confermano le stime del Premier – nel 2013, secondo dati Eurostat, erano immigrati nel Regno Unito circa 525 mila individui, contro i 307 mila che hanno scelto l’Italia – una proporzione di gran lunga inferiore a quella citata da Renzi.
I rifugiati
Veniamo infine alla questione dei rifugiati e dei richiedenti d’asilo. Come si può vedere dai dati dell’agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr), la popolazione di rifugiati nel Regno Unito ammontava, nel 2014, a circa 126 mila individui, contro i circa 76 mila presenti in Italia. Per quel che riguarda le richieste di asilo effettuate nell’ultimo anno (2014), queste ammontavano in Italia a circa 64 mila contro le 32 mila del Regno Unito (proporzioni quindi rovesciate).
Il verdetto
Non troviamo alcuna evidenza a sostegno dell’affermazione di Renzi. Non solo il Regno Unito non ha “10 volte i nostri immigrati”, da qualsiasi parte la si voglia vedere, ma le cifre non mostrano nemmeno uno squilibrio particolare tra Roma e Londra, che sembrano abbastanza alla pari per quanto concerne il fenomeno dell’immigrazione. D’altronde, se il Regno Unito avesse “10 volte i nostri immigrati”, questo implicherebbe una popolazione residente di 50 milioni circa di abitanti, o un flusso annuo di più di tre milioni di individui. Tale evenienza ci sembra altamente inverosimile; il nostro voto al Premier è “Panzana pazzesca”.
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*Nel Regno Unito si svolge anche un censimento di tipo “etnico” (solo per l’Inghilterra e il Galles). Nel 2011 la proporzione della popolazione che si definiva “bianca” – white secondo il censimento – ammontava all’86% del totale (mentre i white british raggiungevano l’80,5% del totale). In Italia non sono invece disponibili censimenti su base etnica.